3 modi per gestire il rischio di cambio nel trading

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Quando facciamo trading su strumenti quotati in valuta estera ci troviamo a dover fare i conti con il cosiddetto "rischio di cambio", ovvero il rischio legato alle variazioni del cambio tra la nostra valuta e la valuta dell'asset utilizzato.

Esistono diverse soluzioni per gestire il rischio di cambio, ognuna delle quali presenta vantaggi e svantaggi differenti.

In questo video analizziamo in dettaglio alcune di queste soluzioni (le più utilizzate) soffermandoci sui vantaggi, i costi e le difficoltà legate a ciascuna di esse, così ti sarà più facile trovare la soluzione adatta a te!

Guardando il video scoprirai tutto quello che c'è da sapere sulle 3 soluzioni più comuni per gestire il rischio di cambio:

  • Acquisto di titoli in valuta estera senza detenere tale valuta

  • Acquisto di valuta estera nel mercato cash (da utilizzare per acquistare i titoli)

  • Acquisto di valuta estera nel mercato cash (da utilizzare per acquistare i titoli) coprendosi con il future corrispondente

Buona visione! 😎

Trascrizione

Introduzione

Ciao a tutti e benvenuti in questo nuovo video. Oggi parliamo di rischio di cambio. Molti dei residenti in Europa, infatti, investono nel mercato straniero, mercato americano per la maggior parte, e quindi in strumenti quotati in valuta estera, in dollari ad esempio. Essendo quindi cittadini europei dobbiamo far fronte a delle scelte di gestione della nostra liquidità in valute estere. Quali sono le scelte migliori da fare? Ce lo avete chiesto in tanti e in questo video proviamo a dare una risposta.

Io sono Davide Tagliabue, uno dei coach alla Unger Academy.

Gli scenari possibili

Riguardo al tema del rischio di cambio, potremmo prendere in considerazione una vasta serie di scenari differenti per andare a gestire la liquidità. In questo video volevo mostrarvene tre che reputiamo essere i più comuni tra noi investitori.

Il primo prevede l'acquisto di un titolo in valuta estera senza possedere tale valuta. È il caso, ad esempio, di un acquisto di azioni Amazon utilizzando degli euro.

Il secondo caso, invece, prevede l'acquisto di dollari e quindi tenere in portafoglio la liquidità necessaria per comprare titoli esteri.

Il terzo e ultimo scenario va ad aggiungere al punto due una copertura utilizzando un future o altri strumenti derivati.

Ci tengo a precisare che per l'analisi dei costi per ognuno di questi tre approcci faremo riferimento a quello che è diciamo il listino prezzi di uno tra i principali broker disponibili per noi retail trader, vale a dire Interactive Brokers.

Scenario 1

Passiamo subito quindi in rassegna i vantaggi e gli svantaggi del primo scenario. Quindi ipotizziamo di trovarci con il nostro portafoglio totalmente in euro e vogliamo andare ad acquistare magari un pacchetto azionario piuttosto che un asset allocation quotato in dollari.

I vantaggi di acquistare tali prodotti utilizzando euro è quello che a tutti gli effetti non ci esponiamo al rischio di cambio, perché noi stiamo andando ad acquistare dei prodotti in valuta estera. Il nostro broker ci permetterà di acquistare tali titoli andando a debito di dollari e quindi ci ritroveremo con una posizione long su ad esempio un titolo azionario e un debito del corrispettivo controvalore di quello che abbiamo acquistato in dollari per la liquidità.

Quindi gli svantaggi prevedono il pagamento di interessi sul saldo negativo in valuta estera. Naturalmente eventuali profit oppure loss ricevuti sullo strumento finanziario quotato in dollari verranno poi addebitati o accreditati in quella valuta sul nostro conto.

Quindi, se noi chiudiamo in guadagno una posizione presa in dollari, riceveremo una plusvalenza in dollari. Quei dollari, ovviamente, saranno soggetti a fluttuazioni del cambio. Quindi è vero che noi non abbiamo nessuna esposizione all'apertura della posizione, ma tutto quello che succede dopo porta inevitabilmente a ritrovarci sbilanciati sull'esposizione.

Per farmi capire meglio, ipotizziamo di acquistare dieci azioni Apple a 140$ l'una. Così ci ritroveremmo con un debito di 1.400$. Se il prezzo di Apple sale supponiamo a 280$ per azione, quindi raddoppia, il nostro debito in dollari rimane sempre 1400$, ma il controvalore della posizione che abbiamo aperto è di 2.800$. E quindi lo scarto tra queste due posizioni verrà naturalmente esposto al rischio.

Perché se io chiudo l'operazione, vendo le 10 azioni a 280$ per azione mi ritrovo con 2.800$ meno 1.400$ di debito uguale 1.400$ che a tutti gli effetti ho guadagnato ma sono esposti al rischio di cambio.

Sui future funziona tutto esattamente nello stesso modo. Il profit and loss non verrà mai coperto dal rischio di cambio, a meno che noi vogliamo metterci lì, giorno dopo giorno, a coprirci con dei derivati ma vi garantisco che è una fatica inutile e soprattutto molto costosa.

Esempio pratico

Vediamo adesso come funzionano queste cose nella pratica. Quindi sulla TWS. Ho presentato un esempio un pochino più complicato aggiungendo anche una parte in dollari, ma adesso vediamo bene di che si tratta.

Qui vedete un account demo che ha mezzo milione di euro e circa 5.000$. Proviamo a andare ad acquistare un prodotto quotato in dollari. Ad esempio potremmo prendere l'IDTL, che è uno tra gli ETF molto utilizzati da noi europei, quotato in dollari.

Supponiamo ad esempio di andare a comprare una quantità di circa 500, che corrisponde vedete a 2.200$ circa. In questo caso faremo un bel "Transmit". "Override and Transmit". Ok, siamo stati eseguiti. Andiamo a vedere in portafoglio.

Vedete che la nostra liquidità è scesa. Il market value in dollari è appunto 2.200$. La nostra posizione prevede 500 titoli di questo ETF. Ma cosa succede se noi dobbiamo acquistarne di più? O meglio ancora, cosa succede se noi non avessimo avuto questi dollari?

Supponiamo allora di comprarne altri. Andiamo ad acquistarne ancora. Quindi andiamo in "Order ticket" e ci carichiamo con altri 1500 titoli. Mettiamo un ordine market, perfetto. Vedete? Circa saranno 6.600$, ma noi non li abbiamo. Abbiamo solo 2.500$. Trasmettiamo l'ordine. Ecco qui che il nostro market value sarà di 8.890$ e avremo un debito di 4.088$.

Interactive Brokers ci permette di fare questo. Quali sono dunque i costi di questo debito? Di questo debito di 4.000$? Andiamo a vederlo sul web. Andiamo a vederlo su Interactive Brokers.

Quindi digitiamo "Interactive Broker". Andiamo nella sezione "Trading". Si tratta in tutto e per tutto di un margine, in questo caso un margin rate. Tutti i costi sono naturalmente annualizzati, quindi se si tratta di un 2%, 3%, 4%, 5%, si fa riferimento al 2%, 3%, 4%, 5% all'anno.

Qui vedete, possiamo fare i conti. Abbiamo già impostata la valuta dollari, inseriamo i nostri 4.000$. "Calculate", e ci viene proposto questo 2,33%. Questo 2,33% è il prezzo da pagare per avere un debito in questa valuta con questo broker.

Come è strutturato il calcolo? Il calcolo va a livelli, quindi torniamo indietro a vedere quali sono questi livelli. Abbiamo per debiti inferiori a 100.000$ un rate del 2,33%. Per debiti tra 100.000 e 1.000.000 andrà applicato questo rate e così via. Lo stesso vale per tutte le altre valute.

Scenario 2

Andiamo avanti con lo scenario due, in cui noi decidiamo di acquistare dollari nel mercato cash. Quindi andremo a possedere i dollari necessari per acquistare un titolo estero.

I vantaggi sono che noi possediamo la liquidità e quindi non abbiamo nessun costo. Perché nessun costo? Perché noi non dovremo farci prestare dei dollari, non dovremo farci prestare degli euro, non andremo mai a debito.

Gli svantaggi, però, sono quelli di avere un'esposizione totale al rischio di cambio, perché noi, nel momento in cui andiamo ad acquistare dollari, saremo in balìa delle fluttuazioni tra il cambio euro-dollaro.

Scenario 3

Il terzo e ultimo scenario a cui vi ho accennato prima riguarda lo scenario due con l'aggiunta di una copertura parziale o totale utilizzando dei prodotti derivati. In questo caso ci ritroveremo quindi ad avere liquidità in dollari e liquidità in euro, ma andremo nello stesso tempo ad acquistare un future euro-dollaro. Quindi con i dollari a disposizione andremo ad acquistare degli euro.

In questo modo avremo una copertura parziale oppure completa, dipende da quanto bene riusciamo a coprire la nostra quantità. Ad esempio, il contratto future principale prevede un controvalore di 125.000€. Quindi se andassimo ad acquistare dei dollari per un controvalore di 125.000€ e poi andassimo ad acquistare un future, ci ritroveremmo con una copertura completa.

Gli svantaggi, ovviamente, sono i costi di questa copertura. Quali sono i costi del future? Non sto parlando naturalmente dei costi di commissioni per acquistare il prodotto oppure fare il rollover, anche se è comunque da tenere in considerazione perché potrebbe risultare fastidioso.

Ad ogni modo, i costi dei future sono quelli relativi al prezzo che i future vanno a scontare. Per andarlo a vedere bene potremmo andare ad analizzare quali sono i prezzi dei future quotati in questo momento. Quindi andiamo su "eur fx cme".

Andiamo a vedere le quotazioni, ad esempio, tra giugno di quest'anno, 2022, e giugno dell'anno prossimo. Quindi andiamo nel campo “Quotes”. E vediamo, andiamo a prendere l'ultimo prezzo proprio, che se noi volessimo acquistare appunto un contratto future e tenerlo ipotizziamo per un anno, il prezzo che andremo a pagare è esattamente la differenza tra questo e questo, giugno 2023.

Andando a fare un rapido conto con la calcolatrice verrebbe fuori un 1.097 diviso 1.07015. Viene fuori un 1,025, che è un numero del tutto confrontabile con questo 2,33%.

Ora i puristi magari mi ammazzeranno dopo quello che ho detto, però comunque qui non si tratta di un arbitraggio, 2,5 da una parte e 2,33 dall'altra, se no lo faremmo subito. In realtà io sono andato a vedere il last di un contratto con scadenza giugno 2023. È un contratto totalmente illiquido, con un book vuoto. È comunque indicativo per farvi capire che comunque il rate, quindi le percentuali annue di indebitarsi oppure di coprirsi con i future sono pressoché identiche.

Rimane poi l'ultimo costo, ovvero i costi che ho chiamato costi di deposito in valuta, vale a dire quegli interessi negativi che il nostro broker ci farà pagare qualora andassimo a depositare del cash, in questo caso euro, abbiamo detto all'inizio, sul nostro conto.

I costi di deposito

Avere dei soldi fermi parcheggiati sul conto di IB ha un costo che dipende dalla valuta che abbiamo depositato. Andiamo anche qui sul sito di Interactive Brokers a vedere di che cosa si tratta. In questo caso parleremo di "Pricing - Interest rates", e qualora avessimo depositato supponiamo 100.000€ sul nostro conto, dobbiamo scegliere la valuta di riferimento in euro.

Ecco qui. Vedete che non ci viene addebitato nulla per importi inferiori a 50.000€. Ma viene applicato un tasso di interesse negativo di quasi l'1% da valori da 50.000$ in su. Quindi se avessimo 100.000€ depositati sul conto, per solo 50.000€ verremmo addebitati dello 0,85% all'anno.

I più attenti di voi avranno notato che questi costi di deposito li ho aggiunti solo allo scenario tre e allo scenario uno, quindi scenari in cui è previsto comunque un saldo in euro. Quindi nel primo caso avevamo sempre euro. Nel terzo caso compravamo anche dollari, ma ci coprivamo con il future, quindi rimanevano con una condizione ibrida, con sia cash di dollari che cash in euro. In questa situazione avevamo supposto di acquistare solo dollari, quindi di avere un conto solo in dollari. Non ho segnato questo costo perché se andiamo a vedere il Pricing per Interactive Brokers per il deposito di dollari viene addirittura applicato un tasso di interesse positivo, quindi non più negativo, quindi verrà accreditato lo 0,33% all'anno per depositi in dollari.

Naturalmente sappiamo bene la situazione di adesso, con l'inflazione al 6-7% e quindi naturalmente in questo caso si rifletterebbe comunque in una perdita avere dollari parcheggiati su Interactive Brokers. Comunque non l'ho aggiunto come voce di costo perché come vedete i tassi di interesse sono positivi, a differenza delle altre valute come l'euro.

Conclusioni

Bene, con questo chiuderei la panoramica dei principali scenari che possiamo incontrare nella gestione di liquidità sul nostro conto di trading. Naturalmente ci sono molte altre sfaccettature e variabili da tenere in considerazione.

Personalmente io sul mio conto tengo la maggior parte della liquidità in euro e solo una piccola percentuale in dollari non coperti dal rischio cambio, naturalmente, che funge un po' da cuscinetto per eventuali loss delle strategie. È una soluzione ottimale per me, ma potrebbe non esserlo per qualcun altro che magari utilizza il conto per un'operatività diversa, oppure che preferisce essere esposto al rischio di cambio.

Spero che questo video vi sia stato utile. Se sì vi chiederei di condividerlo e di lasciare un bel like.

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A presto con un nuovo video. Ciao!

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Andrea Unger

Andrea Unger

Ciao, sono Andrea Unger, Trader professionista dal 2001 e unico a vincere per ben 4 volte il Campionato del Mondo di Trading con denaro reale.

Grazie a questi risultati sono spesso invitato come relatore in convegni in Europa, Stati Uniti e Asia. 

Sono inoltre autore di diversi libri, tra cui il primo in Italiano sulla Gestione del Rischio nel Trading, tradotto anche in Cinese e Inglese.

Metto a disposizione decenni di esperienza, di prove, di vittorie e sconfitte con le quali ho ideato un metodo scientifico, sistematico, replicabile e universale con cui, in soli 4 anni, più di 1.000 trader sono riusciti a rendersi autonomi.

Devi sapere infatti che gli studi dimostrano che solo il 25% dei trader guadagna, ma di questi ben il 90% lo fa con il trading sistematico...

Come mai allora i formatori insegnano quasi sempre solo il trading discrezionale? 

Non ti insegno a diventare ricco in poco tempo, ti insegno una professione che, con il duro lavoro, la passione, e sufficienti capitali potrebbe diventare la tua principale fonte di reddito.