{"id":11717,"date":"2017-09-08T00:00:00","date_gmt":"2017-09-07T22:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/ungeracademy.com\/it\/blog\/il-mestiere-del-trader"},"modified":"2025-06-20T16:11:27","modified_gmt":"2025-06-20T14:11:27","slug":"il-mestiere-del-trader","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/ungeracademy.com\/it\/blog\/il-mestiere-del-trader","title":{"rendered":"Il mestiere del Trader"},"content":{"rendered":"
Spesso le persone affrontano il trading un po’ alla carlona, come si suol dire. Si mettono seduti davanti al computer, cliccano qua e là e pensano di tirare fuori qualcosa semplicemente basandosi sul proprio istinto.<\/p>\n
Sicuramente esistono dei talenti che ci riescono, ma si tratta ovviamente di una rarità, delle cosiddette mosche bianche.<\/p>\n
Se si vuole affrontare il trading seriamente, quindi non a livello hobbistico puro, ma immaginando che un domani diventi la propria unica fonte di reddito, sarebbe bene affrontarlo oggettivamente come una qualsiasi attività di business o lavorativa.<\/p>\n
Pensiamo alle aziende; esse necessitano di una struttura e di un’analisi di tutto il percorso da intraprendere per arrivare dal punto A al punto B, in altre parole, di un business plan.<\/p>\n
Lo stesso vale per il trading, dove è necessario analizzare sé stessi nei confronti dei mercati, le proprie attitudini e tutto quello che serve per arrivare laddove si vuole arrivare.<\/p>\n
Tra tutto questo troviamo anche i corsi di formazione, che rientrano pertanto tra le varie voci riferite ai costi del trading.<\/p>\n
Non si tratta di andare dall’imbonitore di turno a prendere quello che capita, ma di pensare con razionalità che qualsiasi informazione acquistata può accelerare il cammino per arrivare al punto di arrivo che si desidera raggiungere.<\/p>\n
Qualsiasi azienda investa in formazione inizia facendo prima una cernita, ovvero ragionando su cosa possa effettivamente esserle utile e su quale sia la miglior offerta disponibile per i propri scopi, ed investendo solo in un secondo tempo.<\/p>\n
Per affrontare il trading con raziocinio, quindi vedendolo come un mestiere e perciò un’opportunità di reddito futuro, è necessario fare la stessa cosa.<\/p>\n
Detto questo, la formazione non è ovviamente l’unica voce di costo, perché ahimè ve ne sono anche altre. Un’altra voce di costo classica è come strutturarsi fisicamente per poter fare trading.<\/p>\n
Non immaginate adesso, come al solito, l’omino sull’amaca in spiaggia con il portatile! Quelle sono solo boiate che ci vengono propinate per farci immaginare una vita da favola.<\/p>\n
È sicuramente una bella vita, questo non lo metto in dubbio, se fatta come si deve, però anche questa richiede impegno e una certa attrezzatura.<\/p>\n
Serve innanzitutto un buon PC. Possibilmente, se uno vuol fare trading sistematico o meccanico, l’ideale sarebbe appoggiarsi ad un cloud server, un VPS, in modo da essere indipendenti da quella che è la soluzione casalinga (quindi mancanza di corrente o cadute di linea internet, ecc.).<\/p>\n
Tutto questo deve poi essere equipaggiato con dei software all’altezza del compito che si vuole intraprendere. Ad un trader discrezionale basta una piattaforma valida che gli permetta di essere veloce, o comunque di avere tutte le informazioni che gli servono.<\/p>\n
Chi vuole diventare trader meccanico o sistematico, quindi analizzare dati e da questi ottenere segnali e indicazioni per operare, dovrà invece cercare il software idoneo e i fornitori dati più idonei per raggiungere i mercati su cui vuole lavorare. La fornitura dati rappresenta quindi un’altra voce di costo che va calcolata sin dall’inizio.<\/p>\n
Tra le voci di spesa troviamo anche le licenze dei software, incluse sia quelle iniziali sia i loro rinnovi annui. Quello dei dati è un classico esempio: chi vuole dati real-time deve per forza abbonarsi mensilmente e pagare una certa tariffa, o fee<\/em>, ai fornitori che dipende dai mercati scelti.<\/p>\n La parte più antipatica dei costi, che però bisogna tenere in considerazione e mettersi bene in testa, è che anche le perdite sono costi.<\/p>\n Forse alcuni non ve lo dicono, ma in borsa si perde anche, oltre a vincere. Infatti, il vero obiettivo è guadagnare nel medio-lungo termine.<\/p>\n Di fatto, i trade perdenti ci sono e fanno parte del gioco, quindi non solo vanno considerati come assolutamente normali e assolutamente possibili, ma vanno anche inseriti tra le voci di costo della nostra azienda.<\/p>\n Fatevene una ragione, i trade perdenti esistono e sono nomali. Piuttosto evitate di togliere lo stop loss perché magari non vi piace chiudere i trade in perdita. Un trade aperto in perdita è comunque una perdita, non fatevi ingannare, perché non è che finché un trade è aperto la perdita non c’è.<\/p>\n Per concludere, prima di intraprendere il mestiere del trader, è bene che impariate a considerare questa attività come un’azienda in cui è necessario tenere conto di tutte le voci di costo, che nel trading includono non solo i costi infrastrutturali, ma anche la formazione e i trading perdenti.<\/p>\n Buona fortuna!<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Spesso le persone affrontano il trading un po’ alla carlona, come si suol dire. 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