3 criteri chiave per approcciare gli investimenti con Debora Rosciani di Radio24

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Esistono principalmente due approcci agli investimenti: quello discrezionale e quello sistematico. 

Nell'approccio discrezionale la scelta dei sottostanti su cui investire il proprio denaro dipende da decisioni personali basate su notizie, analisi grafiche, sensazioni, dritte di vario genere da parte di amici o colleghi, ecc. 

Nell'approccio sistematico, invece, viene utilizzato un computer per analizzare i dati storici dei vari sottostanti applicando criteri e regole logiche che ci consentono di ricevere indicazioni su quali siano gli strumenti più adatti alle nostre esigenze di investimento.

Nella seguente intervista, Andrea parla di questi approcci assieme a Debora Rosciani, giornalista di Radio24 (gruppo Sole24Ore), soffermandosi su diversi aspetti molto importanti come l'emotività e la gestione del rischio.

Buona visione!

 

Trascrizione

DEBORA

Ben trovati! Oggi parliamo di un tema certamente importante: come investire, come investono gli italiani, che idea hanno dell'investimento, con che approccio investono, con che strategie e che metodo. 

Noi lo facciamo con l'aiuto del protagonista di una storia di successo che rappresenta certamente un modello per molti, un traguardo, un obiettivo. Però, questo lo dobbiamo sottolineare con forza: spesso, l'ambizione a replicare i successi degli altri non basta, perché oggi affrontiamo il tema del successo in un campo speciale, che genera molta curiosità, ma al quale in molti si approcciano con illusione, cadendo poi spesso disillusi. 

Se siete arrivati a seguire questo webinar, sapete già di chi stiamo parlando. Ho il piacere oggi di dialogare con Andrea Unger, trader professionista e l'unico al mondo ad aver vinto 4 volte il Campionato mondiale di trading nella categoria Futures.

Voglio subito salutarlo. Andrea, eccoci qua ben trovato anche a te.

ANDREA

Grazie Debora, ciao a tutti! Buongiorno a tutti!

DEBORA

Allora, vogliamo conversare con Andrea quest'oggi, perché? Non perché debba darci la ricetta o il segreto per arrivare a conseguire i suoi risultati. Andrea oggi ci spiegherà con parole semplici, ma con molta forza, che investire è questione di metodo, di pazienza, ed è questione di professionalità. 

Non esistono strumenti capaci di farci diventare ricchi come spesso molti credono, ritenendo che facendo un corso di trading di un mese per operare sui mercati finanziari possa risolvere i problemi del bilancio della famiglia. Operare sui mercati finanziari è qualcosa di molto più complesso, è un mondo che certamente offre molte possibilità e molte opportunità, però occorre avere preparazione, attitudine, occorre avere una corazza psicologica ed emotiva molto rilevante e anche pazienza e metodo.

Io sono partita in questa conversazione chiedendoti di accompagnarci per mano nel mondo del trading secondo, naturalmente, la tua professionalità e la tua esperienza. Allora andiamo subito nel vivo del nostro ragionamento sull'approccio agli investimenti.

Se lo chiedono a me, a Radio 24 io dico: il tuo approccio all'investimento deve essere quello che deve guidarti. Deve essere quello che intanto ti porta, per prima cosa, a pensare a che cosa serve il denaro che metti da parte e che investi. Perché lo investiresti in un determinato modo se ti serve per pagare l'università dei tuoi figli fra vent'anni, se ti serve per mettere da parte per la tua pensione e per la previdenza complementare, o per comprarti la casa al mare fra 5 anni. Di conseguenza, uno strumento diverso a seconda dell'obiettivo.

Però l'approccio, come dire, è anche un approccio che scaturisce dalle informazioni che cerchiamo, e che scaturisce anche da altri fattori, ecco. Ci aiuti un po' a capire qual è, per esempio, la differenza fra approccio discrezionale e approccio sistemico? Perché questo è un concetto alla base anche della tua attività di formazione.

ANDREA

Sì ecco, diciamo che per inquadrarli in maniera molto banale, l'approccio discrezionale è l'approccio che prevede la decisione su quando, come, e quanto investire, in maniera appunto discrezionale, o perché l'ha consigliato il cugino, o perché si ha la sensazione che le cose possano andare in una certa maniera, o perché si è fatta un'analisi grafica sommaria con qualche strumento di analisi tecnica e si pensa che possa succedere bla bla bla. 

L'approccio sistemico o sistematico è invece un approccio automatizzato, in un certo senso, dove l'informazione su che cosa fare esce dal computer. Ma non perché il computer sia più furbo di noi, intendiamoci. Qui c'è da sfatare un altro mito. Non è che ci sono questi algoritmi miracolosi che macinano dati e poi ci dicono chissà che cosa, no! Diciamo che gli algoritmi non fanno altro che contenere una serie di informazioni che sono state inserite dall'operatore, cioè dal sottoscritto nel caso personale, ma da altri operatori finanziari nel caso di ciascuno, informazioni che sono state inserite e che permettono di fare un confronto di quello che è successo nel passato con la situazione attuale. 

E la macchina è sicuramente più abile di noi a farlo. Primo, perché lo fa senza nessun tipo di influenza psicologica, nel senso che non vuole trovare quello che uno si aspetta di trovare: la macchina macina dati punto e basta. E poi perché è più veloce. Se devo confrontare 50 strumenti con un set di regole, magari, che comprende un centinaio di regole, è chiaro che se lo faccio fare al computer ci mette pochi secondi, se lo dovessi fare io ci metterei diverse settimane. Che poi è quello che succedeva tanti anni fa, negli anni '80, con i primi approcci sistematici al mondo della Borsa. 

L'approccio sistematico è creato per liberarmi dalle emozioni nel momento dell'investimento e possibilmente anche durante. È il computer che mi dice: fai questo. Io so che mi dice di fare questo perché io l'ho istruito a darmi le informazioni giuste. È un po' come se tu vuoi andare in vacanza, ti fai la lista delle cose da portare, e sai già perché le vuoi portare. Quindi, se tu dici: "Guarda, vado a Dubai però metto l'ombrello nella valigia", non è che uno ti viene a dire "cosa lo metti a fare". Lo metto perché nelle regole c'è il controllo del rischio che prevede di prendere l'ombrello perché una volta ero uscito dall'aeroporto di ritorno, mi son bagnato, e quindi ora porto l'ombrello e non succederà più. C'è un motivo, lo porti e non ci pensi più quando fai la valigia. Tiri fuori la tua lista, la scorri e metti via le cose. Io non scorro la lista, me la fa il computer, perché la lista è più lunga di quella del bagaglio da portare magari in vacanza. Però l'approccio è simile: insomma io ho messo una serie di informazioni, il computer le analizza e mi dice cosa fare. E le analizza in base a quello che succede. 

Sempre con l'analogia dell'ombrello, banalmente, se tu vedi dei nuvoloni neri prendi l'ombrello per uscire di casa, questa è una regola di buon senso. Il computer la conosce, vede se ci sono i nuvoloni neri sui dati di uno strumento finanziario e ti dice "Guarda che se vuoi comprare questo, sappi che devi fare così e così". E i nuvoloni neri sono l'esempio, sono analisi di come si sta muovendo uno strumento, un mercato. 

Io posso dire che questo mercato ha fatto 5 giorni consecutivi di crescita, statisticamente dopo 5 giorni consecutivi se ne prende 2 di pausa. Quel mercato, perché io l'ho studiato in 20 anni di storico, ha fatto quasi sempre così. Quindi io non entrerò, per esempio, al quinto giorno di rialzo perché di solito si prende una pausa. Sarebbe un ingresso un po' debole, no? 

Ecco, informazioni di questo genere, messe tutte assieme, mi danno le indicazioni su quello che posso fare. Questo vale sia per un trading breve, quello un po' "Pim pum pam", come lo chiamo io, ma sia anche proprio per il mondo degli investimenti, perché scegliere su quale categoria investire solo perché faccio un'analisi discrezionale, leggo le riviste, leggo Il Sole 24 Ore, mi documento, alla fine sono io che però, in base a quello che ho letto, "Ah, questo capo di stato sta facendo questo allora forse, allora penso che..." Ecco, sì, lascia un po' il tempo che trova, e comporta il mio coinvolgimento ogni volta che io voglio fare qualcosa.

Se invece creo un sistema che mi dice: "Guarda, investi su questi 4 strumenti perché storicamente facendo questo tipo di investimento e in base a questa logica hai avuto un rendimento di... a fronte di un rischio di.." (e questo è molto importante). Quindi me lo dice già il computer. Anche in questo caso, meno speculativo e magari più di lungo termine, però mi si costruiscono delle matrici su come combinare gli strumenti per ottenere il mio obiettivo. Il mio obiettivo è un guadagno a fronte di un rischio contenuto. Dove il rischio non è il rischio di perdere tutti i soldi (perché quello capita con altri tipi di investimenti, in criptovalute per esempio). 

Il rischio che intendo io è: voglio che l'andamento del mio portafoglio sia il più tranquillo possibile. Non voglio fluttuazioni superiori a un X%, non voglio trovarmi un giorno col mal di pancia perché sto perdendo il 3% dei soldi che ho investito. Tutto questo poi potrà succedere, ovviamente, perché nessuno può prevedere il futuro. Però io cerco di minimizzare la possibilità di quell'evenienza proprio tarando tutto in una maniera tale, perché ho studiato storicamente quello che succede, da garantirmi una certa tranquillità nel futuro. Quello è il mio controllo del rischio.

DEBORA

Certo, Andrea. Vorrei però specificare un aspetto a chi ci ascolta, perché non vorrei che si fosse fatto passare questo messaggio, che una volta che si utilizza il trading system proposto dalla Unger Academy si possono scegliere i tre titoli che hanno ciclicamente 5 giorni di rialzo e poi due di ribasso. Quindi, non è esattamente così semplice il percorso. Io l'ho molto sintetizzato banalmente ma, come dire. Tu accanto a questa attività continui nella tua attività di documentazione, di lettura, di sguardo intorno al mondo naturalmente, perché poi i grandi trend sono sempre interessanti da osservare. Diciamo che l'utilizzo del trading system ti consente di arginare tutta quella emotività che spesso le operazioni finanziarie portano con sé quando le facciamo direttamente.

ANDREA

Ci vuole una tirata di orecchie, e così le tiriamo a tutti quelli che parlano di "IL trading system" che, detto un po' in generico sì, ma in realtà io ho centinaia di trading system. Ognuno diverso e ognuno pensato per un motivo diverso. Nel caso degli investimenti, di solito i sistemi, i trading system, sono un po' diversi, nel senso che cercano di creare un mix di strumenti che possano andare bene. Ma non è che il sistema tira fuori quelli che saranno, per esempio, i tre titoli che saranno i più fenomenali dalla settimana prossima al mese prossimo, no! Mi dice quelli che secondo il suo studio sarebbe più opportuno tenere perché hanno una maggior probabilità di non fare male, diciamo così. Ecco, quindi quelli che seguono di più una certa logica, quella di minimizzare il rischio e di sperare di portare a casa un ritorno positivo.

Non potrà mai trovare i tre che faranno il botto. Cioè, il discorso "GameStop" non poteva uscire da nessun sistema al mondo, perché nessun sistema poteva immaginarsi quello che sarebbe successo. Quindi al limite un sistema poteva dirmi: durante i movimenti che si sono creati, guarda che storicamente sui titoli di questo tipo di categoria, cioè "small caps", come si dice per i piccolini, quando succede questo aumento di volumi, allora di solito vanno avanti a crescere per tanto. A quel punto uno può decidere di sì "entro pure". Il sistema ti dice, se è salito, per esempio, del 60% in due giorni, "guarda che c'è ancora spazio di salita per un altro 200%." A quel punto entra. E io sarei potuto entrare a fronte di questa informazione. Se l'avessi catalogata, però, perché se non l'ho catalogata perché magari non mi interesso a quelle categorie di titoli, non avrei potuto far niente. Però nessuno poteva prevedere quello che sarebbe successo. 

Per cui, nel caso specifico, GameStop non sarebbe mai entrato in nessuna lista di 3 o neanche di 30 titoli probabilmente, se non per un puro caso fortuito! Il sistema non è mai furbo abbastanza da prevedere il futuro. Il sistema ci dà un'indicazione di massima di quello che si potrebbe fare secondo certe logiche. Per cui se ti dovessi dare 3, 5, 10 titoli che io consiglierei, sarebbe sbagliato dire "consiglierei", piuttosto che io potrei considerare un buon investimento per il sottoscritto. Te lo darei in base a quelli che sono le mie caratteristiche. Il signor Rossi magari si prende quei titoli e dice "ma che schifo m'ha dato? Io ho fatto molto meglio di Unger, sono più bravo di Unger". Sicuramente il signor Rossi sarà più bravo di Unger ma i titoli che lui ha preso su mia indicazione li ha presi perché erano quelli che piacevano a Unger per Unger, e a lui magari non interessavano. Poi a Unger non piace perdere quindi ovvio che cercherà qualcosa che probabilmente andrà nella direzione giusta.

Però Unger non è neanche Mago Merlino e Unger si prende delle belle batoste ogni tanto per cui è molto lato. Io ho diversi algoritmi che vanno a dare delle liste di titoli che sarebbe opportuno mettere assieme secondo diverse caratteristiche, e da queste liste posso scegliere poi quella che posso usare. Si chiama asset allocation - per usare parole inglesi che molti odiano, però si usa tanto l'inglese non perché vogliamo fare i bellocci ma perché semplicemente tutto arriva un po' dagli Stati Uniti e quindi ha ereditato le nomenclature che usano loro, tutto qui.

DEBORA

Andrea, mi devi promettere che faremo anche un webinar sugli insuccessi di Andrea Unger e quindi potrebbe essere anche significativo un po' condividere quelli che sono stati i momenti della tua esperienza che non sono andati particolarmente bene, proprio per dimostrare che effettivamente questo è un settore che consente di vivere momenti particolarmente briosi, interessanti ed effervescenti, ma altri invece, altrettanto complicati. E non è detto che però i momenti complicati corrispondano ai momenti complicati del mercato. Magari sono stati semplicemente dei momenti di scelte fatte in maniera non adeguata rispetto ai tempi dei mercati finanziari. Ma magari ci facciamo un altro webinar!

ANDREA

Quello potrebbe essere molto lungo, anche perché di botte ne ho prese tante e penso che potrebbe essere molto utile perché, personalmente, preferisco ascoltare degli insuccessi degli altri perché credo che si possa imparare di più. Sempre per la mia filosofia che è più importate il controllo del rischio. Per cui, quando vedo le cose che vanno male, ne traggo spunto per cercare di evitare che quello possa replicarsi e ripetersi. Poi purtroppo la legge di Murphy applicata al mondo degli investimenti ci azzecca sempre perché il male arriva sempre in forme diverse, diciamo così, e quindi c'è sempre qualcosa che in qualche maniera andrà sorto, però c'è da attrezzarci per poterlo raccontare ancora anche dopo.

DEBORA

Assolutamente, è comunque sempre tutta esperienza, come dico io.

Prima di salutarci un'ultima informazione di servizio. Per tutti gli interessati che volessero approfondire ulteriormente i concetti che abbiamo esplorato in questa conversazione, si può ordinare sul sito della Unger Academy il libro di Andrea Unger sul Metodo Unger. Vi arriva regolarmente a casa, è gratuito e si pagano solamente le spese di spedizione. Quindi buona lettura a tutti.

 

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Andrea Unger

Andrea Unger

Ciao, sono Andrea Unger, Trader professionista dal 2001 e unico a vincere per ben 4 volte il Campionato del Mondo di Trading con denaro reale.

Grazie a questi risultati sono spesso invitato come relatore in convegni in Europa, Stati Uniti e Asia. 

Sono inoltre autore di diversi libri, tra cui il primo in Italiano sulla Gestione del Rischio nel Trading, tradotto anche in Cinese e Inglese.

Metto a disposizione decenni di esperienza, di prove, di vittorie e sconfitte con le quali ho ideato un metodo scientifico, sistematico, replicabile e universale con cui, in soli 4 anni, più di 1.000 trader sono riusciti a rendersi autonomi.

Devi sapere infatti che gli studi dimostrano che solo il 25% dei trader guadagna, ma di questi ben il 90% lo fa con il trading sistematico...

Come mai allora i formatori insegnano quasi sempre solo il trading discrezionale? 

Non ti insegno a diventare ricco in poco tempo, ti insegno una professione che, con il duro lavoro, la passione, e sufficienti capitali potrebbe diventare la tua principale fonte di reddito.