“Datemi una leva e vi solleverò il mondo!”
Con questa frase il matematico greco Archimede celebrava la scoperta del funzionamento delle leve, grazie alle quali l’inventore era stato in grado di muovere carichi molto pesanti con poco sforzo.
Il potenziale ingegneristico di questo strumento portò Archimede ad esclamare proprio che, data una leva sufficientemente vantaggiosa e un punto d’appoggio su cui esercitarla, sarebbe stato possibile sollevare addirittura il mondo intero.
Nel mondo del trading, sembra che molte persone attribuiscano gli stessi poteri alla leva finanziaria. È facile imbattersi in articoli di blog o video su YouTube in cui la leva viene descritta quasi come un magico strumento per raggiungere risultati finanziari impressionanti, anche per chi non ha molto capitale a disposizione.
Se Archimede fosse vissuto nel ventunesimo secolo e fosse stato un trader di primo pelo, forse avrebbe esclamato “Datemi una leva finanziaria sufficientemente alta e raddoppierò il mio capitale in pochi giorni!”
Ma anche in questo caso, come in tanti altri articoli del nostro blog, ci tocca fare i guastafeste e infondere una buona dose di realismo. La verità è che la leva è uno strumento molto potente che può farci guadagnare di più… oppure farci perdere tutti i nostri risparmi.
In questo articolo vedremo quindi nello specifico che cos’è la leva, in quali casi viene utilizzata e quali sono i rischi e benefici associati.
Nel mondo del trading si parla di leva quando un trader prende in prestito dal broker una certa quantità di capitale per aprire una posizione sul mercato. Grazie a questo prestito, il trader ha la possibilità di fare investimenti più grandi di quelli che potrebbe fare utilizzando solo il suo capitale.
In altre parole, la leva consiste nell’indebitarsi con capitale di terzi, nella speranza che questo capitale preso a prestito dia i suoi frutti.
Si parla di leva 1:2 (o X2) quando si apre una posizione investendo il doppio del proprio capitale a disposizione. Se abbiamo €1000 a disposizione e usiamo una leva 1:2, prenderemo in prestito altri €1000 e il nostro investimento totale sarà di €2000. Se usassimo una leva 1:10, l’investimento complessivo sarebbe di €1000x10=€10.000, di cui €9000 presi a prestito, e così via per qualsiasi altro valore.
In generale, puoi calcolare la leva con questa formula:
Leva = importo investito complessivo / proprio capitale
Per capire come mai la leva è considerata uno strumento così potente, immagina il seguente scenario.
Un trader ha solamente €2000 di capitale proprio a disposizione. Per velocizzare la crescita del proprio capitale, il trader decide di aprire una posizione usando una leva 1:10, investendo quindi complessivamente €20.000 (di cui €18.000 presi a prestito dal broker).
Dopo una giornata, il trader chiude la posizione realizzando un profitto del 5%. Questo profitto viene calcolato sull’intero ammontare di €20.000, ossia 0.05x20.000=€1000.
In questo modo, il trader ha aumentato in un solo giorno il proprio capitale del 50%, passando da €2000 a €3000.
È facile vedere come mai la leva venga talvolta considerata una sorta di steroide per le proprie performance di trading. Ma la leva è un’arma a doppio taglio nel vero senso della parola, e un utilizzo spregiudicato può portare a conseguenze disastrose.
Per fare un esempio, torniamo al caso di prima. Il nostro trader, galvanizzato dal +50% ottenuto sul proprio capitale in un solo giorno, decide di investire tutti i suoi €3000 con una leva 1:100, aprendo quindi una posizione con €300.000.
Purtroppo l’operazione non va come previsto e il trader si trova costretto a chiudere la posizione con una perdita di -1%. Il problema è che l’1% su €300.000 è €3000, cioè l’intero capitale del trader, che quindi perde tutto quello che aveva in una singola operazione.
L’esempio che abbiamo appena visto non sarebbe possibile nella realtà, dato che l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) ha posto un tetto massimo per la leva pari a 1:30. Oltretutto, questo limite riguarda il mercato Forex, ma per altri mercati il limite è molto più basso (i CFD su criptovalute, ad esempio, hanno una leva massima di 1:2).
Ma il concetto è che quando si pensa alla leva si tende a soffermarsi sui possibili guadagni, dimenticando l’effetto devastante delle potenziali perdite.
Perciò è importante avere la giusta attitudine nei confronti di questo strumento, come spiega Andrea Unger nel video qui sotto.
Come detto nel video, il nostro consiglio è di utilizzare la leva tenendo sempre come punto di riferimento le perdite potenziali.
La domanda chiave che dovresti porti è: qual è la percentuale massima del tuo conto che saresti disposto a perdere, se l’operazione dovesse andare male?
Da questo punto di vista, il nostro consiglio è di non metterti mai nelle condizioni di perdere più del 2% per operazione, ma questo dipende anche dal tuo personale profilo di rischio. Il punto è che una volta che hai a mente questo dato puoi fare i tuoi conti e capire quanto ti puoi esporre sul mercato con la leva.
Ragionare in questo modo ti protegge da uno degli errori più comuni nel trading, ovvero una visione della leva come una sorta di macina per spremere il più possibile il capitale a tua disposizione.
Questo approccio è non solo sbagliato, ma anche potenzialmente pericoloso. Più ti spingi al limite, più ti esponi e maggiori saranno le conseguenze negative nel caso in cui le cose dovessero andare male.
Riassumendo quello che abbiamo detto in questo articolo, la leva è uno strumento importante all’interno di una strategia di trading, e il suo potenziale va riconosciuto sia in termini di profitti che di perdite.
Come spiegato nel video, quando usi la leva è bene non farti accecare dalle prospettive di guadagno e tenere a mente qual è il worst case scenario, cioè lo scenario peggiore possibile che si può verificare se tutto va storto.