Volatilità: cos'è e perché è importante nel trading

CONTENUTI

    I mercati finanziari sono caratterizzati da continue oscillazioni dei prezzi. Tali variazioni possono determinare una situazione di “volatilità” più o meno elevata che può offrire interessanti opportunità di investimento.

    In questo articolo vedremo insieme cos’è la volatilità e ti spiegheremo come puoi sfruttarla per operare sui mercati. In più ti forniremo uno spunto operativo che ti sarà utile per affrontare le situazioni di mercato più turbolente. 

    Che cos’è la volatilità

    In finanza la “volatilità” è un indicatore che misura la variazione percentuale del valore di un titolo o di un portafoglio in un determinato lasso di tempo.  

    Pur essendo un termine molto tecnico, il concetto che esprime è molto semplice. Nel tempo, infatti, il valore di uno strumento finanziario può fluttuare per via di fattori macroeconomici, geopolitici, sociali, etc. che modificano il rapporto tra domanda e offerta. 

    La volatilità misura esattamente le fluttuazioni dei prezzi rispetto al loro valore medio: maggiore è l’ampiezza e l’intensità dell’oscillazione e più alta sarà la volatilità. 

    In altre parole, una volatilità elevata indica che vi sono variazioni di prezzo più marcate, mentre una bassa volatilità esprime un andamento dei prezzi più stabile e controllato. 

    Per fare un esempio, è come essere su un aereo: l’andamento regolare dell’aeroplano sulla sua rotta esprime il valore medio del prezzo dello strumento finanziario che stiamo osservando, mentre le oscillazioni dovute alle turbolenze in volo esprimono la volatilità. 

    Esattamente come avviene in volo, anche nei mercati finanziari un’elevata volatilità può creare delle oscillazioni in alto o in basso che, se non gestite bene, possono essere rischiose. 

    Per questo è fondamentale saper affrontare correttamente la volatilità in modo da fare scelte di investimento oculate e in linea con il proprio profilo di rischio. 

    Come si misura la volatilità: devianza e indicatori tecnici  

    Da un punto di vista matematico, la volatilità si calcola in punti percentuali ed esprime la distanza del prezzo o del tasso di rendimento di uno strumento finanziario rispetto al relativo valore medio in un determinato periodo di tempo.  

    È possibile calcolare la volatilità in diversi modi: 

    • Volatilità storica: esprime la variazione storica dei prezzi di uno strumento finanziario in riferimento ad un determinato periodo di tempo. 

    • Volatilità implicita: indica il valore stimato della volatilità di un sottostante. 

    • Volatilità negativa (o Downside volatility): esprime la volatilità calcolata solamente sulle perdite. 

    • Volatilità attesa: indica quale sarà presumibilmente la volatilità futura di uno strumento finanziario e serve per darci un’idea sull’eventuale rischio che potremmo correre. 

    In linea generale, maggiori sono le oscillazioni nel periodo di tempo considerato e più elevata sarà la volatilità. Più stabili sono le fluttuazioni, invece, e più bassa sarà la volatilità.

    esempi di alta e bassa volatilità dei mercatiEsistono diversi indicatori di volatilità che consentono di misurare l’ampiezza e la velocità delle oscillazioni. 

    Senza entrare in eccessivi tecnicismi, tra gli indicatori più usati troviamo: 

    • Deviazione standard: misura la dispersione tra il valore reale e il valore medio di uno strumento finanziario. 

    • VIX (Volatility Index): misura la volatilità storica dell’indice S&P 500.  

    Altri indicatori tecnici molto usati sono le Bande di Bollinger e l'Average True Range (ATR).  

    Esempi di mercati volatili 

    Ogni mercato e ogni asset class ha una volatilità e, dunque, un rapporto rischio/rendimento diverso. 

    Un titolo di Stato, ad esempio, è considerato un tipo di investimento meno rischioso perché le fluttuazioni dei prezzi sono minori rispetto alle azioni. Di conseguenza, anche la percentuale di volatilità è minore (generalmente entro l'1% al giorno). 

    Il mercato azionario, invece, ha una volatilità giornaliera media entro il 5-15%, ma ovviamente più variare molto a seconda dell'azione. I valori di volatilità delle singole azioni, però, dipendono molto dalla liquidità e dal tipo di settore. 

    Vi sono, infatti, mercati come il farmaceutico e l’energetico che sono tipicamente più volatili di altri: qui la volatilità media di un titolo può raggiungere anche il 35%. 

    Discorso analogo vale per gli indici: l’S&P500, ad esempio, ha una volatilità giornaliera tra lo 0,5% e l'1%, mentre il FTSEMIB tra l'1% e il 3%. 

    Volatilità: rischio o opportunità?

    Come abbiamo visto, quando la volatilità è più elevata l’investimento è considerato più rischioso ma, potenzialmente, anche più remunerativo. 

    Esiste, dunque, una relazione diretta tra volatilità, rischio e rendimento. Solitamente, per avere rendimenti potenzialmente più elevati è necessario essere pronti a sopportare una volatilità e dunque un rischio maggiore. 

    È bene però sottolineare che, mentre nel linguaggio comune il “rischio” ha spesso una connotazione negativa, in finanza, invece, esprime semplicemente l’incertezza di un investimento e può costituire un pericolo (se non gestito correttamente) ma anche un’opportunità se il livello di rischio è ben ponderato. 

    Nel video seguente Francesco Placci, Responsabile della Ricerca e Sviluppo della Unger Academy, ti fornisce qualche spunto operativo che può tornarti utile nello sviluppo e nella gestione dei tuoi trading system durante periodi di forte volatilità e di backwardation. 

    In particolare, Francesco ti spiega come utilizzare un filtro di volatilità per ovviare ai classici problemi che possono avere i sistemi mean reverting quando il mercato crolla. Non perdertelo! 

    Quali strategie sfruttano meglio la volatilità? 

    Generalmente le strategie intraday sono quelle più usate per sfruttare le oscillazioni giornaliere con operazioni di compravendita continue. In un’ottica di un buon money management, però, l’ideale è bilanciare tali operazioni con strategie di medio-lungo periodo.  

    In questo link potrai vedere nel dettaglio diverse strategie che consentono di approfittare di momenti di elevata volatilità tra cui: 

    • Long sull’azionario 

    • Opzioni naked 

    • Short volatility 

    I sistemi short volatility, in particolare, sono adatti anche a chi non è un esperto di volatilità. Si tratta di sistemi che rispondono a logiche diverse (intraday, overnight, breakout etc.) e che presentano un ottimo rapporto net profit/drawdown

    Conclusioni 

    L’andamento dei mercati finanziari è incerto per natura. I prezzi oscillano continuamente per via dei mutevoli equilibri tra domanda e offerta e ciò determina spesso una situazione di fibrillazione dei mercati. La volatilità è un indicatore fondamentale che consente di misurare proprio l’intensità e la velocità di tali oscillazioni.  

    Di per sé la volatilità non ha una connotazione negativa: essa esprime semplicemente il grado di incertezza sul valore di uno strumento finanziario. Per questo la volatilità può trasformarsi anche in una opportunità per chi la sa cogliere. Vi sono, infatti, strategie intraday capaci di sfruttare appieno la volatilità giornaliera.  

    L’aspetto fondamentale è saper gestire il rischio connesso alla volatilità costruendo un portafoglio ben bilanciato e diversificato di strategie che operino su asset possibilmente decorrelati. Solo così eviterai di sovraesporti e proteggerai il tuo capitale.