“So quando uscirò prima ancora di entrare”
Questa frase è attribuita al trader ed imprenditore miliardario Bruce Kovner e sintetizza una delle competenze più importanti per un trader di successo, cioè la capacità di riconoscere quando è il caso di chiudere una posizione.
Anche i trader più esperti talvolta si fanno prendere da emozioni come speranza o paura, chiudendo posizioni troppo presto o mantenendole aperte più del dovuto.
In questo articolo prendiamo in considerazione nello specifico uno strumento estremamente utile per gestire le posizioni in perdita, cioè lo stop loss.
Lo stop loss è forse lo strumento di protezione dal rischio per eccellenza. Si tratta infatti di uno strumento conosciutissimo che viene utilizzato da gran parte dei trader, sia discrezionali che sistematici, per tutelarsi da perdite eccessive.
Per chi fa trading discrezionale il rischio in caso di posizioni in perdita è quello di farsi prendere dalle emozioni e tenere aperti i trade in rosso nella speranza che ritornino in attivo.
Per i trader sistematici, invece, il rischio consiste soprattutto nel creare trading system privi di stop loss (o altri meccanismi di chiusura automatica delle posizioni) che quindi non sono programmati per chiudere le posizioni in perdita.
Inutile dire che in entrambi i casi c'è il pericolo concreto di bruciare il proprio capitale e pregiudicare la continuità della propria attività di trading.
Lo stop loss è uno strumento così utile e diffuso perché rappresenta, come suggerisce il nome, un limite di perdita invalicabile. Il trader decide qual è il limite inferiore sotto cui una posizione non deve scendere e, se il limite viene superato, il trade viene chiuso limitandosi a perdere l'importo specificato dallo stop loss.
Nel caso del trading sistematico, che è ciò di cui ci occupiamo alla Unger Academy, qualora il livello dello stop loss sia stato impostato correttamente, è possibile usare questo strumento per evitare perdite eccessive e proteggere il proprio capitale.
Nel trading discrezionale gli stop loss vengono solitamente posizionati su livelli di swing identificati tramite l'analisi grafica. Per esempio si possono prendere come riferimento i massimi o i minimi di periodo e aggiungere un certo numero di tick di scarto per evitare il fenomeno detto "caccia agli stop" (o in inglese "stop running").
Non ci dilungheremo però oltre con il discorso sul trading discrezionale perché come detto alla Unger Academy insegniamo e utilizziamo un metodo di trading sistematico, il Metodo UngerTM, che ci permette di essere profittevoli sui mercati senza passare ore e ore ad analizzare i grafici.
Per quanto riguarda lo stop loss nel trading sistematico il discorso è un po’ diverso rispetto a quanto detto per l'approccio discrezionale. Per inserire gli stop loss all'interno dei trading system dobbiamo creare delle regole che permettano alla macchina di individuare i livelli di chiusura automatica delle posizioni.
Il trading sistematico offre la possibilità di valutare le migliori alternative tra tutte le tipologie di stop loss presenti nel panorama del trading.
Solitamente i trader sistematici ricorrono a queste tipologie di stop loss:
Stop loss monetario con ammontare fisso
Si tratta della tipologia di stop loss più comune. Per usare lo stop loss monetario bisogna stabilire come limite un certo ammontare monetario. Se si opera sui future, ad esempio, questo ammontare può fare riferimento ad ogni singolo contratto: se abbiamo deciso di non voler perdere più di 2.500€ per contratto sul Dax, inseriremo uno stop loss di 2.500€ per ogni contratto sul Dax.
Stop loss basato sulla volatilità
In questo caso si considera un indicatore che misura la volatilità, come l'ATR (Average True Range) o la deviazione standard, e si va a sommare o sottrarre (a seconda che la posizione sia long o short) il valore dell'indicatore moltiplicato per un certo coefficiente. Questo determinerà la distanza dal prezzo di ingresso in termini di stop loss.
Esistono poi altre tipologie di stop loss, ad esempio lo stop loss calcolato in percentuale. Se ti interessa puoi approfondire questo discorso in questo video.
Vediamo ora quali sono alcuni degli errori più comuni da non commettere quando si parla di stop loss.
Per riprendere la citazione con cui è cominciato l’articolo, è sempre bene sapere qual è il limite oltre il quale abbandoneremo la nostra posizione.
Una strategia senza alcun tipo di stop non è assolutamente sicura. Se proprio non si vogliono usare gli stop loss esistono approcci alternativi per la chiusura dei trade, come ad esempio lo stop and reverse e le uscite temporali. Andrea Unger ne parla in questo breve video.
Questo errore può portare a conseguenze a seconda che venga commesso in fase di backtest oppure in live trading.
2.1 Problemi nei backtest
Nel trading sistematico l'utilizzo di stop loss stretti è pericoloso perché quando si eseguono backtest con timeframe elevati (es. giornaliero), la piattaforma non è in grado di valutare correttamente se nella barra di ingresso è stato effettivamente preso lo stop loss.
Questo accade molto spesso perché la distanza tra il prezzo di ingresso e il relativo stop loss è estremamente piccola.
Nel caso in cui si voglia backtestare una strategia su un mercato pesante usando uno stop loss relativamente stretto per le caratteristiche di quel mercato, possiamo ricorrere a time frame più veloci, come ad esempio i 5 minuti, in modo da avere risultati più attendibili.
2.2 Problemi nel live trading
Ridurre troppo gli stop loss può comportare una riduzione della percentuale profittabile dei trade. Infatti, se usiamo uno stop loss molto stretto su un mercato pesante o molto volatile rischiamo che le posizioni vengano chiuse prima di aver avuto il tempo di svilupparsi pienamente.
Se ad esempio inseriamo uno stop loss di 500€ in un sistema che lavora sul DAX, che è un mercato molto pesante, è probabile che la strategia colpisca lo stop durante delle semplici fluttuazioni minori che non rappresentano un vero e proprio trend contrario alla logica con cui opera il sistema. In altre parole, usando stop loss molto stretti c'è il rischio di chiudere posizioni in perdita che però avrebbero potuto recuperare.
Attenzione, non parliamo della speranza che la posizione in perdita recuperi, ma della probabilità statistica che ciò avvenga sulla base delle caratteristiche e del comportamento di un certo mercato.
Questo rischio è particolarmente presente quando operiamo su mercati molto volatili caratterizzati da escursioni di prezzo molto ampie (pensiamo ad esempio alle criptovalute). In questi casi ha più senso impostare uno stop loss più largo, in modo da dare al sistema più margine di manovra.
Prendendo in considerazione lo stop loss con ammontare fisso (uno dei tipi di stop loss citati poco fa) bisognerebbe individuare un valore che non sia né troppo stretto né troppo largo.
In questo video trovi una spiegazione dettagliata di come scegliere i valori dello stop loss in fase di ottimizzazione di un sistema. Se vuoi puoi saltare la parte di teoria che già hai letto in questo articolo e partire dal minuto 9.30, in cui trovi le indicazioni per scegliere e valutare lo stop loss.
Come vedi nel video, oltre all'ampiezza dello stop loss è importante anche valutare la stabilità dei parametri scelti, evitando quei valori che pur producendo risultati eccellenti risultano "isolati", cioè potrebbero essere il frutto di casualità o errori nei dati.
Con questo articolo speriamo di averti esposto l’importanza dello stop loss. Sappiamo bene che la tentazione di tenere una posizione aperta ad oltranza a volte è molto forte, ma a lungo andare nel trading vince chi riesce a imporre la razionalità e la disciplina sulle emozioni del momento.
Anche per questo il trading sistematico è così vantaggioso, dato che ci consente di impostare le nostre strategie a mente lucida e lasciare che sia la macchina a eseguire i nostri comandi.