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PRENOTA ORA LA TUA CONSULENZA STRATEGICA >>Ciao ragazzi, ciao da Andrea Unger! Oggi vorrei tornare a parlare di stop loss, soffermandomi in particolare su quale tipo di stop sia meglio utilizzare, se quello fisso monetario o quello percentuale.
In molti si chiedono se sia meglio utilizzare uno stop fisso monetario o uno stop percentuale.
Prima di rispondere a questa domanda, facciamo un esempio. Prendiamo la coppia Euro-Dollaro Forex. È meglio lavorare con uno stop loss di 60 pip oppure con uno stop proporzionale al valore dell’Euro-Dollaro in quel momento? O alla chiusura, ovviamente più facile da gestire, del giorno precedente?
La logica e il buon senso affermano che è meglio utilizzare uno stop percentuale. Infatti, questo tipo di stop permette di adeguarsi ai movimenti di quel periodo. Per esempio, quando l’Euro-Dollaro vale meno di un euro è logico aspettarsi dei movimenti in giornata ben diversi da quelli che ci si può aspettare quando l’Euro-Dollaro vale un euro e mezzo.
Lo stesso discorso può valere per il future sull’e-Mini S&P 500. Ci sono stati momenti, in passato, in cui valeva meno di 1.000, quindi veramente poco. Adesso, invece, è arrivato a valere quasi 3.000.
Si tratta di differenze sicuramente molto consistenti. Pertanto, l’utilizzo di uno stop percentuale dovrebbe mettere tutti d’accordo, rispecchiando sempre gli impulsi del momento. Questo è vero se si segue il buon senso, tuttavia, la realtà sembra purtroppo diversa. Infatti, tutti i test di trading automatico che ho fatto hanno sempre prodotto risultati migliori utilizzando stop fissi.
Per esempio, valori di stop come 60 pip sull’Euro-Dollaro (in realtà di solito ne uso almeno un centinaio) o i classici 14 punti (700$) sull’e-Mini S&P 500 future portano risultati migliori, pur trattandosi di valori che, in qualche modo, sono slegati dal prezzo dello strumento.
Non solo, ho notato anche che a volte alcuni filtri di volatilità che prevedono di aspettare una certa escursione minima dello strumento prima di piazzare degli ordini possono rivelarsi molto utili. Pensiamo all’Euro-Dollaro, dove possiamo inserire, ad esempio, un filtro che stabilisce che se lo strumento non si è mosso di almeno 40 pip dal minimo di giornata al massimo di giornata, è inutile mettere un ordine a rottura, perché i movimenti non sono ancora abbastanza definiti per prendere una direzione.
Anche in questo caso, i test che ho fatto hanno mostrato che i famosi 40 pip (o valori prossimi) funzionano molto meglio di un valore percentuale del range o della media dei range degli ultimi giorni.
La mia risposta a questo dilemma è che probabilmente gli operatori a livello mondiale, soprattutto quelli grossi, ragionano più facilmente in valori assoluti che non percentuali. Non intendo dire che siano tonti o che non sappiano calcolare le percentuali. Voglio semplicemente dire che la loro abitudine a ragionare in questo modo viene rispecchiata dal mercato, dove di conseguenza affidarsi alla logica funziona peggio che affidarsi a quelle che sono le "abitudini" del mercato.
Per questa ragione, i classici 40 pip continueranno ad essere 40 anche qualora l’Euro-Dollaro dovesse salire a due. Analogamente, lo stop loss sull’e-Mini S&P 500 continuerà ad essere di 14 punti. Chissà, forse le cose cambieranno quando finirà per valere 10.000$, ma penso si tratti di qualcosa di molto lontano nel tempo.
Per concludere, basandomi sui risultati ottenuti nei test da me condotti, ritengo che sia meglio usare lo stop fisso rispetto piuttosto che quello percentuale.
Chiaramente, l’uso dello stop dipende dal tipo di strategia utilizzata, tuttavia in linea di massima ho notato che lo stop fisso funziona meglio degli stop percentuali. Infatti, nonostante questi dovrebbero adattarsi al prezzo del momento, sembra che non producano un reale vantaggio. Anzi, pare vi sia addirittura uno svantaggio a lavorare con le percentuali.
Questo è quanto per oggi, ciao ragazzi da Andrea Unger!
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PRENOTA ORA LA TUA CONSULENZA STRATEGICA >>Ciao, sono Andrea Unger, Trader professionista dal 2001 e unico a vincere per ben 4 volte il Campionato del Mondo di Trading con denaro reale.
Grazie a questi risultati sono spesso invitato come relatore in convegni in Europa, Stati Uniti e Asia.
Sono inoltre autore di diversi libri, tra cui il primo in Italiano sulla Gestione del Rischio nel Trading, tradotto anche in Cinese e Inglese.
Metto a disposizione decenni di esperienza, di prove, di vittorie e sconfitte con le quali ho ideato un metodo scientifico, sistematico, replicabile e universale con cui, in soli 4 anni, più di 1.000 trader sono riusciti a rendersi autonomi.
Devi sapere infatti che gli studi dimostrano che solo il 25% dei trader guadagna, ma di questi ben il 90% lo fa con il trading sistematico...
Come mai allora i formatori insegnano quasi sempre solo il trading discrezionale?
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