5 Errori di Trading COSTOSI che quasi tutti fanno

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Hai mai pensato che (quasi) tutti gli errori che commetti potrebbero essere in parte evitati se sapessi prima della loro esistenza, di come si manifestano e perché?

Sapere in anticipo ti dà la possibilità di trovare metodi o espedienti per non commetterli.

Questo perché la conoscenza è alla base di tutto, anche nel trading. Studiare e capire quali sono gli errori in cui potresti incorrere ti fornisce la consapevolezza necessaria per provare ad evitarli.

Nella vita questo processo è complicato, non sbagliare non è umanamente possibile.

Nel trading vale lo stesso, essere perfetti e impeccabili è impossibile, ma abbiamo la fortuna di poter imparare dagli errori che hanno commesso altri trader prima di noi.

Guardando questo video scoprirai di più su:
-Quali sono i 5 principali errori e come si presentano
-Alcuni consigli su come evitarli o prevenirli.

Sei pronto a battere gli errori sul tempo e imparare a prevenirli? Allora, questo video è esattamente quello di cui hai bisogno!

Buona visione!

Trascrizione

Introduzione

I cinque errori più comuni dei trader.

Ciao, sono Andrea Unger e mi sono spesso chiesto quali sono gli errori più comuni che ho sperimentato sulla mia pelle ma che ho visto tra i trader che ho conosciuto.

E secondo me ce ne sono alcuni che si presentano più spesso.

Primo errore: andare allo sbaraglio

Il primo, più classico, più diffuso, è l'andare allo sbaraglio, ovvero affrontare i mercati o un mercato o anche un'operazione singola senza sapere bene quello che si sta facendo, senza avere un piano, sicuramente, ma anche addirittura senza conoscere lo strumento con cui si andrà a operare.

Conoscere intendo non sapere cosa produce all'azienda che si va a comprare. Magari no. Conoscere nel senso di capire se si tratta di uno strumento derivato, per esempio, cosa significhi comprarne un contratto, due, tre. A cosa equivalga in termini monetari al fatto che si sposti da A a B e quindi cosa comporta come effetto sul mio portafoglio, in positivo e in negativo soprattutto.

E il piano, dicevo, è fondamentale. Ma anche lì, se si va allo sbaraglio senza sapere cosa fare, è chiaro che prima o poi ci si fa male. Come guidare al buio di notte, senza luci, senza i fari. Sappiamo benissimo che può andare tutto bene, ma il più delle volte è facile che vada male.

Secondo errore: non accettare le perdite

Secondo errore più diffuso è il non saper accettare le perdite.

Le perdite sono un costo nel trading. Non si può avere un'operatività senza perdite, senza trade in perdita... È assurdo. Qualcuno lo promette, una boiata tremenda.

Il non accettarle, però, se da un lato c'è chi vorrebbe eliminarle, allora ovviamente il rischio di fare qualcosa che poi porti a delle perdite di tale entità, magari uno mette uno stop loss larghissimo ed è vero che sarà difficile che vada a essere colpito dall'operazione aperta, però è anche vero che se ci si avvicina anche magari di poco già le perdite virtuali (ma son pur sempre perdite) cominciano a essere elevate.

Però il peggio del peggio è chi pianifica correttamente, inserisce uno stop loss e poi quando vede che il mercato si avvicina a quel livello, lo toglie e spera che le cose prendano una piega diversa.

La speranza trasforma operazioni di breve termine o operazioni di lungo termine in operazioni da cassettista, sempre nella speranza, si cominciano a leggere articoli, analisi fatte su quel titolo, su quel mercato, sempre nella speranza che le cose prendano la direzione giusta. E questa speranza di solito tarda a palesarsi, se mai lo farà.

E questo è il secondo classico errore che c'è tra i trader ed è purtroppo anche questo parecchio, parecchio diffuso.

Terzo errore: sovraesposizione sul mercato

Il terzo errore (anche questo è un classico) è la sovraesposizione sul mercato.

Significa semplicemente entrare con posizioni troppo cicciottelle, troppo grandi per una gestione ottimale del rischio.

Quindi: sovraesposizione equivale a sottovalutazione del rischio.

Anche qui lo si fa per due motivi: l'ego... Si è talmente convinti che si sta facendo la cosa giusta, che ci si spinge al massimo in questa direzione.

E la seconda è sempre l'ignoranza. Io non sono capace di valutare bene il rischio, quindi lo prendo sottogamba oppure sbaglio la valutazione e ovviamente corro un rischio eccessivo.

Il rischio eccessivo porta poi, se le cose vanno male, a perdite eccessive, con tutte le conseguenze che sappiamo e che vogliamo ovviamente evitare.

Quarto errore: intestardirsi nel voler recuperare le perdite

Il quarto errore più classico, poi segue a ruota quelli precedenti, è il credere che qualcuno sappia da che parte andranno i mercati.

Questo è molto diffuso tra i neofiti, ovviamente, che si affidano in questo caso al guru di turno, convinto che lui abbia le conoscenze o la tecnica miracolosa che porta a dei profitti incredibili.

Ma anche tra gli esperti c'è spesso l'illusione di scoprire e vedere qualcosa che ci dia ragione, perché si cominciano a vedere le mani forti o qualcuno che ci si convince stia facendo le cose in una certa maniera, per nostro vantaggio, poi...

E ovviamente sono illusioni che ci si crea da soli e anche se fosse le mani forti non è che necessariamente sanno dove andare a mercato. Possono influenzarlo perché sono grandi, sono grossi, possono spingere, ma anche loro possono avere i loro bei problemi.

Abbiamo anche sentito di casi dove grossi investitori si sono trovati in guai grossi, perché le cose sono andate diversamente da quanto loro avevano pianificato, per cui non è detto che le mani forti sappiano quello che stanno facendo, ma in generale nessuno sa da che parte andrà il mercato. Ognuno lavora con le proprie tecniche, con i propri modelli.

C'è chi ha più spesso ragione di altri, c'è chi è più bravo di altri, però nessuno sa esattamente quello che succederà con certezza e voler trovare certezze nella bocca di altri è ancora peggio, perché di nuovo si ricade nell'errore uno, quello dove si lavora senza sapere cosa fare, affidandosi al caso, più che altro.

Quinto errore: sopravvalutare la potenzialità del trading

Il quinto errore più comune, diffusissimo molto più di quanto si possa immaginare, è sopravvalutare la potenzialità del trading.

Ovvero, ma come tu campione del mondo vieni a dire ste cose. Sì, perché noto, parlando con le persone, che spesso e volentieri troppe persone hanno aspettative completamente fuori dal mondo per quello che riguarda quello che può essere il profitto dal trading.

Gente che crede che si possa raddoppiare il conto ogni mese o anche peggio. No, questo è completamente assurdo, ripeto.

L'ho già detto tante volte fino alla nausea: ogni performance è possibile. Perché io posso anche andare a comprare il biglietto della lotteria e vincere o fare il superenalotto, ma non è normale, è un caso. Caso fortunato, in quel caso.

La norma è molto diversa da quella che pensa la maggior parte della gente. La norma di un bravo trader, veramente bravo, trader sistematico, quello che faccio io, è arrivare a un 30-35% all'anno di profitto medio.

Farà l'anno da 672% come ho fatto io, poi quando tra l'altro era in gara quindi al massimo del rischio e via dicendo, però farà anche anni in perdita per dirla tutta.

Quindi, diciamo livello medio, quando si parla di 30% a qualcuno dice come, tutto lì? E non è tutto qui, in realtà ci sarebbe da farci un contributo apposta su questo, però le persone si aspettano molto di più... Si aspettano molto di più nell'illusione di poter fare di più.

Poi è chiaro... Se uno affronta questo mondo con 1.000€, per dire, per immaginarsi questi 1.000€ che diventano capitali importanti, deve necessariamente immaginarsi performance elevatissime. Purtroppo queste performance, salvo il caso fortunato di cui parlavo prima, non esistono nella norma del trading.

Eh, ma mio cugino ho comprato il bitcoin quando era sotto i 30$. Sì, tuo cugino ha avuto molta fortuna. Nessuno mi venga a dire che tuo cugino era bravo perché ha saputo capire, analizzando il mercato, che il bitcoin sarebbe... No è un caso. Caso che potrebbe ripetersi domani con qualsiasi titolo esiste al mondo però un caso difficilmente preventivabile. Non è non fa parte dell'operatività pianificata che è quella che invece ci permette di affrontare il trading in maniera professionale.

Conclusione

Tutti questi errori in qualche maniera sono collegati poi al primo, quello di affrontare i mercati senza un'adeguata preparazione, fondamentalmente. Senza un'educazione finanziaria e operativa tale da evitare guai.

E... Attenzione, ho detto "non si guadagna poi troppo".
Ho detto "bisogna limitare le perdite".
Ecco, bisogna controllare il rischio.

Il rischio è il cardine di tutto. Tutto dovrebbe partire da un'operatività mirata al contenimento del rischio.

Se anche mi faccio male, poi guarisco, se mi ammazzo non posso più andare avanti. E questo è un punto che troppe persone purtroppo dimenticano. Ed è un po' l'errore che fa da filo conduttore a tutti quelli che vi ho detto. Sottovalutare, andare troppo forte, ignorare.

Quindi... L'ignoranza finanziaria è l'errore più vero che esiste in questo mondo e che fa da zio a tutti questi errori che vi ho detto che sono poi quelli che si riscontrano quotidianamente tra i trader che lavorano sui mercati e, ripeto, sia tra i novizi che tra gli esperti.

E alcuni di questi li faccio spesso ancora anch'io.

Magari più per superficialità, però li faccio ancora perché errare è umano e qualche volta persevero pure.

Scherzo, altrimenti non sarei probabilmente più qui.

Però bisogna stare attenti, perché perseverare, spesso ci si arriva facilmente, sempre in qualche convinzione di saperne di più del mercato.

Ragazzi, alla prossima! Ciao da Andrea Unger.

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Andrea Unger

Andrea Unger

Ciao, sono Andrea Unger, Trader professionista dal 2001 e unico a vincere per ben 4 volte il Campionato del Mondo di Trading con denaro reale.

Grazie a questi risultati sono spesso invitato come relatore in convegni in Europa, Stati Uniti e Asia. 

Sono inoltre autore di diversi libri, tra cui il primo in Italiano sulla Gestione del Rischio nel Trading, tradotto anche in Cinese e Inglese.

Metto a disposizione decenni di esperienza, di prove, di vittorie e sconfitte con le quali ho ideato un metodo scientifico, sistematico, replicabile e universale con cui, in soli 4 anni, più di 1.000 trader sono riusciti a rendersi autonomi.

Devi sapere infatti che gli studi dimostrano che solo il 25% dei trader guadagna, ma di questi ben il 90% lo fa con il trading sistematico...

Come mai allora i formatori insegnano quasi sempre solo il trading discrezionale? 

Non ti insegno a diventare ricco in poco tempo, ti insegno una professione che, con il duro lavoro, la passione, e sufficienti capitali potrebbe diventare la tua principale fonte di reddito.