I miei mercati preferiti

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Ciao ragazzi, ciao da Andrea Unger! Oggi vorrei proporre una piccola panoramica dei mercati presenti nel mio portfolio, parlandovi in particolare dei miei mercati preferiti e del perché li prediligo rispetto ad altri.

Trascrizione

Di recente, mentre chiacchieravo con un amico, sono finito a parlare di quali sono i miei mercati preferiti. Innanzitutto, prima di determinare quali siano i mercati che mi piace di più tradare, penso sia necessario che mi soffermi brevemente su che cosa intendo in questo contesto con il verbo “piacere”.

Di primo acchito, infatti, si sarebbe portati a pensare che i mercati che mi piacciono di più siano quelli su cui guadagno meglio e più facilmente. Ovviamente, sarebbe la cosa più logica. Parlando con questo amico, però, mi sono reso conto che non sempre è così.

In effetti, pare che la mia predilezione per alcuni mercati dipenda da altri fattori. Infatti, tra i miei mercati preferiti spiccano i primi mercati sui quali ho iniziato a sviluppare, che in tempi non sospetti funzionavano meglio di quanto non facciano oggi.

Quando vado a valutare i PnL (profit and loss) dei vari mercati, a volte noto di aver ottenuto risultati migliori su mercati che non trovo piacevoli e risultati peggiori su mercati in cui non mi trovo molto a mio agio.

Come sapete, io lavoro principalmente sui futures. Tra questi, quello sul DAX è sicuramente uno dei miei mercati preferiti (inteso come prediletti). Ultimamente questo mercato non sta andando molto bene, e non solo secondo me. Infatti, ho notato che anche altri colleghi trader si lamentano delle attuali performance dei loro sistemi sul DAX.

Se tutti vanno male, è ovviamente colpa del mercato. Attenzione, non intendo certo dire che noi siamo bravi e che è tutta colpa del mercato. Quello che intendo dire è che il mercato sta modificando la propria identità e il tipo di movimenti che fa. Sta diventando più efficiente, e questo fa sì che risponda in modo diverso a certi input che finora hanno funzionato bene.

Questo genere di processi evolutivi interessano tutti i mercati, prima o dopo. Il problema è che è difficile identificarli in tempo. Da sempre i trader si chiedono se in questi casi sia più indicato prendere le contromisure necessarie cambiando magari approccio – trovandosi perciò a fronteggiare qualcosa di nuovo – o mantenere i modelli usati fino a quel momento e aspettare che il mercato torni alla “normalità”.

Questa è una decisione molto difficile. Infatti, non esiste alcuna formula segreta in grado di dirci quando e come cambia il mercato.

Alcune persone affermano che, in realtà, il mercato non cambia affatto e che la colpa è dei sistemi. Questi verrebbero sviluppati forzando troppo le regole per creare qualcosa di bello che funzioni bene nel passato. Questo alto livello di overfitting sarebbe il motivo per il quale i sistemi smettono di funzionare.

Sebbene vi sia del vero in questa teoria, rimango dell’opinione che in questo caso la causa sia un cambiamento nei comportamenti del mercato. È un po’ la stessa cosa che succede alle persone. Il carattere può cambiare, i difetti possono migliorare o peggiorare, ecc. A causa di certi tipi di cambiamento, i rapporti con gli amici possono rafforzarsi o deteriorarsi, e lo stesso accade nei mercati.

Spesso, il DAX viene indicato come uno dei mercati dove è più semplice trovare degli approcci di trading sistematico efficaci. In questo periodo, però, le cose sono cambiate e il DAX non sta più collaborando, diciamo così. Ciononostante, rimane comunque uno dei miei mercati prediletti.

Un altro mercato che sono convinto sia in grado di rispondere bene al trading automatico è il Crude Oil. Come il DAX, dopo anni di successo sta zoppicando vistosamente, anche se ultimamente si sta un po’ rimettendo in carreggiata.

In passato, era basato molto su inefficienze legate alla possibilità di cavalcare dei bei trend entrando a rottura. Oggi, invece, il mercato che risponde meglio a questo tipo di input è il Gasoline, ossia la benzina. Appartiene alla stessa famiglia di strumenti del Crude Oil e vi consiglio di dargli un’occhiata. Il motivo per cui è diventato uno dei miei mercati preferiti è che fa guadagnare con le strategie, quindi è ovvio che mi stia simpatico.

Ho sempre avuto una naturale avversione verso il Bund future. Non mi è mai piaciuto e non mi piace tuttora, sebbene guardando i risultati delle mie strategie vedo che tutto va e continua ad andare bene. Osservando i risultati di anni di trading (quindi non di un paio di settimane), vedo che macina lentamente i profitti che deve macinare e che difficilmente tentenna o zoppica. Nonostante questo, continua a non piacermi.

Non mi piace nemmeno l’e-Mini S&P 500, che per certi versi è simile al Bund. Anche questo mercato macina lentamente e sempre con lo stesso approccio.

Ed è qui il punto: sempre con lo stesso approccio! Mercati molto efficienti come l’e-Mini S&P 500 e il Bund Future permettono poco estro creativo nella ricerca di inefficienze. A causa del livello di efficienza acquisito negli anni e del numero di partecipanti a questo mercato, le inefficienze sono infatti poche e difficili da scovare.

Per questa ragione, il metodo che funziona meglio è continuare ad usare lo stesso approccio “base”, che consiste nel comprare sui ritracciamenti, ma dopo uno storno, con alcune condizioni a contorno.

Oltre a spegnere un po’ la voglia di creare nuovi sistemi, questo permette anche una minore diversificazione. Infatti, anche ammesso di voler creare numerosi sistemi, essi si baseranno tutti sulla stessa logica di ingresso e uscita, creando quindi un’esposizione eccessiva in una certa direzione, cosa che non è mai saggia.

Questa è la ragione per cui questi mercati non mi piacciono molto. Sebbene portino risultati, limitano troppo la mia libertà di movimento.

Tra i mercati che mi sono indifferenti, e che quindi giudico neutri, ci sono quelli valutari. Parlo in particolare del future sull’Euro-Dollaro, che corrisponde al Forex EURUSD, che non mi fa né caldo né freddo.

Un tempo mi piacevano i mercati delle granaglie. I sistemi che ho su questi mercati producono buoni risultati ultimamente, ma ora come ora non mi entusiasmano più di tanto. Non saprei dire perché, forse si tratta di mode passeggere.

Riassumendo, mi piacciono DAX e Crude Oil, anche se perdono o guadagnano poco, e mi piace la benzina, che fa funzionare bene i miei sistemi. Non mi piacciono, pur portando buoni risultati, i mercati più lenti, come l’e-Mini S&P 500 e il Bund Future.

Oltre a questi mercati, trado numerosi altri strumenti. Nel mio paniere ho infatti le granaglie, svariati future energetici e le carni (Live Cattle, Lean Hogs, Feeder Cattle). Tuttavia, reputo questi mercati più neutri e meno interessanti a livello di discussione su larga scala, anche perché alla fine sono in pochi a cimentarsi con essi.

Questo è quanto, ragazzi! Alla prossima e ciao da Andrea Unger!

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Andrea Unger

Andrea Unger

Ciao, sono Andrea Unger, Trader professionista dal 2001 e unico a vincere per ben 4 volte il Campionato del Mondo di Trading con denaro reale.

Grazie a questi risultati sono spesso invitato come relatore in convegni in Europa, Stati Uniti e Asia. 

Sono inoltre autore di diversi libri, tra cui il primo in Italiano sulla Gestione del Rischio nel Trading, tradotto anche in Cinese e Inglese.

Metto a disposizione decenni di esperienza, di prove, di vittorie e sconfitte con le quali ho ideato un metodo scientifico, sistematico, replicabile e universale con cui, in soli 4 anni, più di 1.000 trader sono riusciti a rendersi autonomi.

Devi sapere infatti che gli studi dimostrano che solo il 25% dei trader guadagna, ma di questi ben il 90% lo fa con il trading sistematico...

Come mai allora i formatori insegnano quasi sempre solo il trading discrezionale? 

Non ti insegno a diventare ricco in poco tempo, ti insegno una professione che, con il duro lavoro, la passione, e sufficienti capitali potrebbe diventare la tua principale fonte di reddito.