Il trading è rischioso? [PARTE 2] Qual è il capitale necessario? Con Debora Rosciani di Radio24

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Ogni trader sa che la gestione del capitale è fondamentale per essere in grado di continuare ad operare a lungo termine sui mercati.

La porzione di capitale che mettiamo in ogni operazione di trading va scelta con estrema cautela, perché da questa dipendono non solo i profitti che possiamo realizzare in caso di vincita, ma anche le perdite che avremo in caso di perdita.

In questa intervista con la giornalista di Radio 24 Debora Rosciani (gruppo Sole 24 Ore), parliamo proprio di gestione del capitale nel trading e dei luoghi comuni che circondano il concetto di "rapporto rischio-rendimento".

Ecco alcuni dei temi che trattiamo nell'intervista:

- la percentuale di capitale giusta da investire nelle tue operazioni per evitare di sovraesporti

- perché non è vero che il rapporto rischio-rendimento ideale è di 1:3

- perché non è sempre vero che più si rischia e più si guadagna

Buona visione! 😎

Trascrizione

Debora

Il trading è molto rischioso? Ne parliamo con Andrea Unger quattro volte campione del mondo di trading.

Ben trovati ci ritroviamo oggi su questo palco digitale naturalmente per parlare di trading. Lo scopo qual è, di questa conversazione che faremo con il protagonista ovviamente di oggi? Quello di portare l'ascoltatore dai falsi miti sul trading verso il cosiddetto metodo sistematico. 

Che cosa si chiedono le persone che per la prima volta si approcciano al mondo del trading? Cioè che cosa si chiedono i neofiti? Si fanno tante domande. Per esempio, è vero che fare trading significa fare operazioni rischiose e speculative? E ancora, il trading è solo per operatori scaltri capaci di tollerare anche un rischio molto alto? E ancora, operare nel settore del trading significa sedersi davanti ad una piattaforma e fare decine e decine di operazioni al minuto?

In realtà questi sono pregiudizi e informazioni distorte che, tra l'altro, spesso inducono molte persone ad affidarsi, per fare operazioni di trading, a soggetti poco professionali fino a truffatori veri e propri. Come per tutti gli ambiti professionali tutto dipende naturalmente dalla qualità dell'approccio. Oggi entreremo nel merito del metodo sistematico, un metodo che consente di fare delle valutazioni a priori, a monte. Operazioni che essendo effettuate con questo criterio consentono di definire il rischio sopportabile prima di entrare nel mercato, prima di andare a mercato. 

Il problema è: perché dobbiamo fare questo lavoro? Perché dobbiamo utilizzare questo approccio? Perché, come dicevamo prima, il trading viene percepito dalla massa generalmente in due modi: truffa o modo semplice e veloce per guadagnare, e non è vera invece nessuna delle due interpretazioni.

Gli strumenti per muoversi con professionalità in questo campo, rimuovendo le informazioni sbagliate o distorte che spesso lo condizionano, ce le facciamo fornire, ve lo anticipavo prima, da Andrea Unger, l'unico ad aver vinto 4 volte il Campionato del Mondo di Trading nella categoria Futures. Andrea, ben ritrovato.

Andrea

Grazie Debora, ben ritrovata anche a te e buongiorno a tutti.

Debora

Parliamo del capitale a disposizione per fare trading. Se io investo 500€ perché questo è quanto ho a disposizione, quindi metto a rischio il 100% del capitale di cui dispongo, significa che sto facendo trading?

Andrea

Eh no, l'operazione è di trading però stai giocando all'Enalotto, stai facendo una scommessa... Che va benissimo se uno sa quello che sta facendo. Però non stai facendo trading, tu sta rischiando tutto quello che hai a disposizione per quel tipo di operazione quindi stai facendo una pura scommessa. Se mi va male perdo tutto, se mi va bene, chissà. Va bene se sei consapevole di quello che stai facendo, ma non pensare di costruire una carriera da trader in questa maniera perché comunque quello che uno mette nel trading è il capitale disponibile, e con quel capitale deve poi aprire posizioni che siano misurate sulla perdita massima di quel capitale che si vuole affrontare.

In genere io, parlo proprio a spanne, un 2% per operazione è già un valore insomma, abbastanza... e poi voglio dire, è un'indicazione generica, non è una raccomandazione, anche perché dipende dal profilo di rischio di ciascuno. Però già sopra il 2% per operazione comincia a essere tanto. E sembra una stupidaggine, perché uno dice "Ma è il 2%", ma non è una stupidaggine perché di operazioni in perdita ce ne sono tante. Quel 2, 4, 6, 8 e via dicendo, e alla fine il capitale non c'è più.

Per cui, se uno apre operazioni dove sta rischiando più del 2% del proprio capitale, sta già rischiando tanto. Poi dopo, libero di farlo se lui crede in quello che sta facendo, perché dice "non me ne frega niente, io voglio rischiare il 5%, so il rischio a cui vado incontro e sto benissimo" liberissimo, chiaramente, no? Però il 2% è un po' una specie di barriera sopra la quale si comincia a essere molto aggressivi. Poi se uno ha una sola strategia, lavora solo con quella e dice "Sì io ho solo questi qua e faccio anche il 3%" è assimilabile, però in genere uno vuole diversificarsi, lavorare su più mercati, fare più operazioni, su ciascuna di queste rischia il 2% e comincia ad essere aggressivo, insomma. Per cui avere un parametro così... il 2% di perdita del capitale, che non è il classico 2% di stop loss sull'operazione, la gente a volte lo confonde. Perché questo vorrebbe dire ancora una volta mettere tutto il capitale nell'operazione. A quel punto il 2% di stop corrisponde al 2% di perdita.

Io magari il capitale lo divido in 5 titoli diversi. Di ciascuno perderò un TOT percentuale, uno 0,4% in questo caso per esempio, non lo so... o l'8, o il 10 insomma, a seconda di quello che a uno interessa, e quel TOT che io perdo in quell'operazione  con quel capitale utilizzato, non deve però superare il 2% di tutto il capitale dedicato all'investimento, al trading in generale.

Molta gente mette anche meno capitale sul conto e dice "sì, però faccio finta di averne di più perché ce l'ho nella banca". Va tutto bene, però poi i mal di pancia vi assicuro che sono meno sopportabili quando si vede che il capitale si assottiglia molto. Sempre meglio non fare troppe astrusioni. Voglio dedicare al trading 10.000€? Ok, metto 10.000€ sul conto della Banca, del broker o quello che è, e poi da lì ragiono insomma.

Debora

Un altro tema importante per testare la validità dell'investimento che viene effettuato, di qualunque tipo, è fare una valutazione corretta del rapporto rischio-rendimento. Magari uno strumento d'investimento ha una buona resa, un buon profitto, un buon rendimento, ma bisogna vedere qual è il rapporto con il rischio che ti sei assunto appunto per fare questa scelta. Nel mondo del trading, che valore ha questo rapporto, il rapporto rischio-rendimento? Come lo spieghi? Come si deve ragionare attorno a questo aspetto specifico?

Andrea

Sono aspetti di vario genere effettivamente. Uno è quello dei luoghi comuni, dove spesso si parla di rendimento 3 volte il rischio, che è un puro luogo comune perché ci sono strategie ottime dove il rendimento è la metà del rischio che si corre per operazione. L'altro è "più si rischia più ci sono prospettive di guadagno".

Allora, partiamo dal primo: il rapporto rischio-rendimento dipende dal tipo di strategia che si sta usando. Se io uso una strategia che vuole seguire un trend di medio-lungo termine, con ogni probabilità farò tanti tentativi di entrare in operazione, tentativi che magari bloccherò subito quando non va come va, fino a che non trovo il movimento giusto. È un po' come prendere il treno... la metropolitana forse è meglio... e poi accorgersi di aver sbagliato e si scende alla prima stazione e poi si riprende e poi si scende ancora, e poi finalmente si prende la linea giusta e si va alla destinazione che si vuole. È chiaro che tutte queste piccole perdite hanno un rischio piccolo perché appunto sono piccole perdite, e il rendimento, quando troverò l'operazione grossa, sarà grande. Per cui in questo caso abbiamo un rapporto rendimento sul rischio magari di 10 a 1 e va benissimo.

Il problema è che ci sono tante piccole perdite, quindi io prima di azzeccare quella bella operazione da 10, perderò tante volte 1 magari. Magari arrivo anche a 5 o a 6. Quindi alla fine comunque il rapporto finale fra il totale dei guadagni e il totale delle perdite non sarà di 10 a 1. Sarebbe bello che lo fosse, ma sarà molto diverso.

Poi ci sono strategie che invece lavorano per esempio su rimbalzi, quando c'è un crash di mercato e qualcuno individua un punto in cui gli sembra logico comprare. Per sfruttare queste strategie nel miglior modo possibile, e parlo da trader sistematico in questo caso, il valore di uscita in caso di perdita, lo stop loss, deve essere abbastanza ampio perché si deve lasciare comunque spazio al mercato di muoversi. Di contro, l'uscita spesso (si cattura il rimbalzo) è più stretta di quello che è lo stop. 

Il fatto è che però se anche io guadagno di meno di quanto sta rischiando in quella singola operazione, una strategia di questo genere, se costruita bene, e dico "se costruita bene", spesso ha un numero di operazioni vincenti molto maggiore delle operazioni in perdita. E allora a quel punto se anche io quando perdo, perdo 10 e quando guadagno, guadagno 2, guadagnerò tante di quelle volte in maniera che alla fine il guadagno totale sarà maggiore.

Però abbiamo due strategie completamente diverse come impostazione, con un rapporto rischio-rendimento all'opposto, entrambe accettabilissime. Per cui il discorso del 3 a 1 non ha nessun senso. A volte viene venduto da qualche formatore dell'ultim'ora che... ha finito di fare pipì a letto ieri magari e adesso vuole fare... vabbé è giusto un inciso perché vedo molti imberbi che saranno  bravissimi per l'amor del cielo, però...

Poi l'altro discorso è quello dell'aumento del rischio e dell'aumento del rendimento. È vero, cioè in generale è vero che quanto più è rischioso un asset, tanto maggiore sarà il rendimento globale. Se no sarei fesso, ovviamente, a comprare una cosa rischiosissima per guadagnare poco, no? Però, a livello di rischio, se parliamo di una singola strategia, c'è un livello oltre il quale non conviene comunque andare. Non voglio fare adesso elucubrazioni matematiche, ma è un livello matematicamente calcolabile in base allo storico delle operazioni. Però c'è un livello oltre il quale se io rischio ancora di più, in realtà peggioro le performance. Ecco, a quel punto se uno riuscisse ad evitare questo livello, saprebbe che oltre quel rischio lì non conviene comunque andare. Quindi, non è vero che questa equazione va avanti all'infinito. Rischio di più e guadagno potenzialmente di più fino a un certo livello. Ecco perché in certi casi se si rischia troppo, in ogni caso non ne vale la pena perché comunque il rendimento non lo giustificherebbe.

L'esempio che hai fatto tu prima dei tuoi 500€ che li metti rischiandoli tutti è chiaramente sbagliato perché, a te sì potrebbe andarti bene 1 volta, 2, ma una volta che ti va male tu hai chiuso, hai finito di fare trading, hai finito tutti i tuoi soldi. Ecco questo è l'esempio estremo, però è lo stesso discorso. Tu stai rischiando il 100%, puoi guadagnare tanto però se ti va male hai finito, non puoi fare più niente. Invece uno dovrebbe ragionare in un'ottica, se non di professione ma comunque di disponibilità a medio-lungo termine di soldi per andare avanti a gestire il capitale.

Debora

Prima di salutarci un'ultima informazione di servizio. Per tutti gli studenti dell'Accademia Unger che volessero approfondire ulteriormente i concetti che abbiamo esplorato in questa conversazione, si può ordinare sul sito della Unger Academy il libro di Andrea Unger sul Metodo Unger. Vi arriva regolarmente a casa, è gratuito e si pagano solamente le spese di spedizione. Quindi buona lettura a tutti.

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Andrea Unger

Andrea Unger

Ciao, sono Andrea Unger, Trader professionista dal 2001 e unico a vincere per ben 4 volte il Campionato del Mondo di Trading con denaro reale.

Grazie a questi risultati sono spesso invitato come relatore in convegni in Europa, Stati Uniti e Asia. 

Sono inoltre autore di diversi libri, tra cui il primo in Italiano sulla Gestione del Rischio nel Trading, tradotto anche in Cinese e Inglese.

Metto a disposizione decenni di esperienza, di prove, di vittorie e sconfitte con le quali ho ideato un metodo scientifico, sistematico, replicabile e universale con cui, in soli 4 anni, più di 1.000 trader sono riusciti a rendersi autonomi.

Devi sapere infatti che gli studi dimostrano che solo il 25% dei trader guadagna, ma di questi ben il 90% lo fa con il trading sistematico...

Come mai allora i formatori insegnano quasi sempre solo il trading discrezionale? 

Non ti insegno a diventare ricco in poco tempo, ti insegno una professione che, con il duro lavoro, la passione, e sufficienti capitali potrebbe diventare la tua principale fonte di reddito.