L'analisi tecnica oggi

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Ciao ragazzi, ciao da Andrea Unger! Oggi vorrei parlare di come si è eveluta l'analisi tecnica, passando dall'analisi grafica ad un approccio più quantitativo, cosa che può rivelarsi molto utile nel trading.

Trascrizione

Dopo aver partecipato come speaker ai convegni annuali dell’IFTA (il più importante convegno al mondo sull’analisi tecnica), posso dire di aver avuto la conferma definitiva del fatto che l’analisi tecnica si sta fortemente dirigendo nella stessa direzione che io ho vissuto negli ultimi anni.

Infatti, ho riscontrato il passaggio da considerazioni puramente grafiche ad un approccio decisamente più quantitativo e misurabile.

Nella maggior parte delle presentazioni che ho visto, l’ipotesi presentata veniva analizzata e misurata numericamente per valutare i possibili risultati prodotti da quell’approccio.

A mio parere, si tratta di un ottimo metodo. Non tanto perché è ciò che faccio io con i trading system, ma perché permette di misurare e interpretare ciò che si fa in termini quantitativi.

In altre parole, permette di capire quanti soldi si possono guadagnare.

Ovviamente non parlo di soldi perché sono l’essenza del trading. Come ripeto sempre, che fa trading per soldi rischia grosso, avendo un approccio di cupidigia fondamentalmente sbagliato.

Parlo di soldi perché è la misura che usiamo per quantificare i risultati. Quanti soldi si sarebbero fatti e come? Ovvero, se avessimo utilizzato un certo approccio, avremmo guadagnato o no?

Se la risposta è no, meglio dimenticare l’approccio. Se è sì, bisogna porsi delle altre domande. Per esempio, avremmo guadagnato in una maniera a noi congeniale? Si tratta di una domanda molto importante, perché non tutto va bene per tutti.

A seconda della psicologia di ciascuno, c’è chi preferisce un certo modo di operare e chi ne preferisce un altro. Scegliere quello con cui ci si sente più a proprio agio è fondamentale, soprattutto all’inizio. Questo permette infatti di agevolare l’utilizzo del metodo anche nei momenti in cui non risponde come dovrebbe.

La misura dell’output è un percorso che, bene o male, ho visto fare a tutti, anche a quelli che ho sempre considerato analisti che lavorano solo con indicatori e grafici. Queste persone si sono dimostrate degli analisti quantitativi davvero molto bravi.

Questo non significa, ovviamente, che adesso che li ho visti produrre numeri li reputo bravi e prima no. Il fatto è che prima avevo carpito solo una parte del loro operato, mentre adesso ho visto un po’ più a fondo qual è il loro modo di vedere le cose. Naturalmente ero io quello che si sbagliava, non certamente loro. In ogni caso, queste persone hanno dimostrato, dati alla mano, di saper analizzare i mercati con i numeri.

Io lo faccio con i trading system, ma si tratta semplicemente di un modo parallelo di farlo. C’è chi misura una cosa e chi ne misura un’altra.

I miei trading system sono un po’ più mordi e fuggi, perché si basano su qualche giorno. C’è poi chi, invece, analizza il mercato con un approccio più di lungo termine, ma sempre suffragato da numeri. Numeri che misurano i setup, quindi non un generico testa e spalle che di precisamente misurabile ha ben poco, prestandosi, per ovvi motivi, solo ad analisi visive.

In questo caso abbiamo la misura degli ingressi e delle uscite e, di conseguenza, del risultato numerico di quel tipo di operatività.

Questo, come dicevo, mi rinfranca. Infatti, l’analisi tecnica - troppo spesso compresa in maniera deviata - è ormai diventata una disciplina. Essa cerca di studiare i mercati per quello che sono aiutandosi con i numeri, che è il modo più semplice di farlo, ed è lo stesso motivo per cui io faccio trading sistematico.

Non ho mai detto e mai dirò che il trading discrezionale non va bene. Il punto è che, a mio parere, prendere decisioni nel trading discrezionale è più difficile che nel trading sistematico. Con l’approccio sistematico, infatti, le decisioni si prendono con il valido aiuto dei numeri, escludendo problemi dovuti alla disattenzione o alla stanchezza.

Ovviamente non voglio limitare a questo il trading discrezionale, sia ben chiaro. Ho solo cercato di contrapporre due estremi: da una parte solo i numeri e dall’altra solo l'istinto. Nella realtà, chiaramente, ci sono numerose sfumature e vie di mezzo.

Nei trading system, io ho tutta una serie di numeri su cui basare il prima, l’analisi, il durante e il dopo. Analizzo quello che ho ottenuto e lo confronto con quello che avrei dovuto ottenere o pensavo di ottenere. Poi, posso fare le mie valutazioni, basandomi ovviamente sempre sui numeri.

Per questo motivo, consiglio a tutti coloro che desiderano avvicinarsi al trading di vedere le cose in questa maniera. Così, avranno sicuramente una maggiore semplicità di interpretazione. I numeri, infatti, permettono di decidere più facilmente come costruire mattoncino dopo mattoncino il proprio regno di trading.

Questo è quanto, ragazzi! A presto per altri contenuti, magari un po’ più tecnici.

Alla prossima, ciao da Andrea Unger!

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Andrea Unger

Andrea Unger

Ciao, sono Andrea Unger, Trader professionista dal 2001 e unico a vincere per ben 4 volte il Campionato del Mondo di Trading con denaro reale.

Grazie a questi risultati sono spesso invitato come relatore in convegni in Europa, Stati Uniti e Asia. 

Sono inoltre autore di diversi libri, tra cui il primo in Italiano sulla Gestione del Rischio nel Trading, tradotto anche in Cinese e Inglese.

Metto a disposizione decenni di esperienza, di prove, di vittorie e sconfitte con le quali ho ideato un metodo scientifico, sistematico, replicabile e universale con cui, in soli 4 anni, più di 1.000 trader sono riusciti a rendersi autonomi.

Devi sapere infatti che gli studi dimostrano che solo il 25% dei trader guadagna, ma di questi ben il 90% lo fa con il trading sistematico...

Come mai allora i formatori insegnano quasi sempre solo il trading discrezionale? 

Non ti insegno a diventare ricco in poco tempo, ti insegno una professione che, con il duro lavoro, la passione, e sufficienti capitali potrebbe diventare la tua principale fonte di reddito.