Le più grandi truffe nella storia del trading: da Carlo Ponzi a Bernie Madoff

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Il mondo del trading viene spesso ritratto come una sorta di giungla popolata da truffatori senza scrupoli pronti a mettere a repentaglio i risparmi degli investitori.

E in effetti, nella storia del trading le truffe abbondano…

Basti pensare al caso di Bernie Madoff, fautore di una delle truffe più importanti degli ultimi decenni. Nel 2008, il noto banchiere statunitense nonché presidente del Nasdaq fu arrestato per aver messo in piedi uno schema Ponzi che fece "sparire" la bellezza di 65 milioni di dollari.

In questo video parliamo del caso Madoff e di altre celebri truffe nella storia del trading che oltre a rappresentare un argomento di conversazione decisamente interessante possono anche insegnarci a riconoscere eventuali pericoli proteggendo così i nostri investimenti.

Guardando il video scoprirai:

  • Tutto sulla truffa perpetrata da Bernie Madoff

  • Come funziona il famoso "schema Ponzi"

  • Chi sono i "rogue trader" (con due celebri esempi)

  • Alcune truffe recenti (incluso il mondo crypto)

Buona visione! 😎

Trascrizione

Ciao a tutti. Io sono Alessandro Ntanos uno dei coach alla Unger Academy.

E oggi vedremo insieme quali sono state le truffe più famose nella storia del trading e quali sono soprattutto i segnali per accorgersi che qualcosa forse non torna per evitare ovviamente di cadere nella trappola dei truffatori.

Carlo Ponzi

Iniziamo allora questa rassegna sulle truffe maggiori o che comunque hanno fatto più scalpore nella storia, recente e non, con chi se non Carlo Ponzi? Questo nome sicuramente sarà noto a tutti voi.

Si sente spesso parlare dello schema Ponzi, che appunto è uno dei metodi di truffa più comunemente usato per raggirare gli investitori.

Ma chi era Carlo Ponzi e come ha fatto a diventare così noto? Era innanzitutto un immigrato italiano che pare fosse giunto negli Stati Uniti con soli 2 dollari e mezzo.

La sua fortuna inizialmente fu quella di aver scovato un arbitraggio che gli permetteva di scambiare dei buoni, una sorta di francobolli, emessi dallo stato italiano con dei dollari americani. Perché in America questi buoni costavano sensibilmente di più. Ricavandone quindi pensate un profitto di oltre il 400% e senza rischiare nulla.

Infatti prometteva ai suoi clienti iniziali rendimenti del 50% dopo i primi tre mesi. E per un bel po' insomma questo ha funzionato, questo arbitraggio funzionò, permettendogli di crearsi un buon nome e accumulare così svariati milioni da gestire. E addirittura pensate di acquisire una banca con cui iniziò poi il suo famoso schema.

Il suo piano era quello di promettere chiaramente degli alti guadagni e generare così dei flussi di denaro costanti, in modo da remunerare poi gli investitori più longevi a cui erano stati promessi, appunto, i rendimenti.

Ma nella realtà dei fatti Carlo Ponzi non investiva assolutamente il denaro degli investitori. Infatti quando poi Clarence Barron, un analista finanziario di quel tempo, mise in luce che non sarebbero bastati tutti i buoni di risposta presenti in circolazione per ripagare i debiti della banca di Ponzi, che ovviamente erano alti per via dei rendimenti altissimi che prometteva, ecco che il castello di carte iniziò a vacillare.

Dopo poco le Poste Italiane nel 1920 modificarono addirittura il tasso di conversione postale di quei francobolli e resero dunque l'arbitraggio di Ponzi non più conveniente nemmeno a livello teorico.

Fu quindi arrestato di lì a poco e sarà detenuto poi per oltre dieci anni. Truffò più di 40.000 investitori che persero complessivamente 15 milioni di dollari, qualcosa che, tenuto conto dell'inflazione, oggi sarebbe pari a circa 30 miliardi di dollari, quindi sicuramente una cifra veramente veramente grande.

Questo schema stava in piedi, come vi dicevo, perché sotto la promessa di alti guadagni generava dei flussi di denaro costanti e quindi l'immissione di nuova liquidità permetteva di tenere in piedi lo schema e pagare gli investitori più lontani.

Bernie Madoff

Proseguiamo adesso con un altro esponente molto famoso delle truffe dello schema Ponzi. Sto parlando di Bernie Madoff, all'anagrafe Bernard Lowrence Madoff, un uomo che prima di fallire gestiva qualcosa come 60 miliardi di dollari, che è stato presidente del Nasdaq, una delle Borse valori più grandi al mondo e che non ha certo bisogno di presentazioni. E il suo metodo era proprio quello ideato da Carlo Ponzi, di cui abbiamo parlato poco fa.

In sostanza, prometteva anche lui, falsificando i bilanci e i numeri del suo fondo, dei guadagni molto stabili. Infatti Madoff non volava alto come Carlo Ponzi, che prometteva il 50% in tre mesi, ma era arrivato ad avere una così importante reputazione nel mondo della finanza che bastava, permettetemi di dire, la promessa di un rendimento del 10-12% all'anno per far piovere milioni all'interno del suo fondo.

Fondo che era uno dei più grandi di New York. Avevano investito in esso delle grandi banche, degli hedge fund, investitori privati molto facoltosi. Ma Madoff non ha solo truffato queste grandi entità. Ha derubato anche parenti, amici e conoscenti.

Erano talmente costanti però i suoi rendimenti, sempre sulla carta s'intende, che arrivarono pensate a chiamarlo "The Wizard", ovvero "Il Mago". Le turbolenze che tutti vivono prima o dopo in borsa per lui non esistevano. La sua tecnica di trading, a quanto diceva, era basata su un complesso calcolo di copertura che aveva il compito di proteggere il conto dalla volatilità generata dalla compravendita di azioni attraverso operazioni di copertura sulle opzioni.

Col tempo, dopo i processi e dopo che tutte le carte sono state analizzate fino in fondo, possiamo dire con assoluta certezza che né Bernie Madoff in prima persona né qualcun altro a suo nome abbia mai fatto trading nel modo giusto, o perlomeno non nel modo che diceva lui, perché non ve n'è traccia da nessuna parte.

Questo castello di carte, invece, scoppiò a fine 2008, quando ormai la bolla immobiliare era scoppiata e molti investitori iniziarono a chiedere dei rimborsi che la società di Madoff non era più in grado di onorare.

Il suo era uno schema Ponzi, infatti, e purtroppo anche in questo caso molti investitori ci hanno rimesso davvero molti risparmi. Bernie Madoff si è spento l'anno scorso, nel 2021, mentre stava scontando svariate centinaia di anni di carcere. Se non vado errato, la condanna era a 150 anni di carcere.

Ha dovuto patire sicuramente. Gli ultimi anni della sua vita sono stati molto complessi. A parte il carcere, mentre era detenuto uno dei suoi due figli si è tolto la vita, forse anche complice di tutta quella pressione mediatica che si era scatenata intorno alla famiglia Madoff e alla faccenda in generale, e al fatto che, come dicevo, Madoff non truffò soltanto banche e grandi investitori, ma anche parenti stretti e amici, lasciandoli sul lastrico e poi, ovviamente, dopo la vicenda, gli fecero terra bruciata intorno.

Altre Truffe

Infine vediamo velocemente altre truffe meno note, ma che comunque hanno fatto male, purtroppo, a molti investitori. Ho riportato qui il caso Bio-On. Ho voluto mettere in luce un caso tutto italiano e anche abbastanza recente. Bio-On era un'azienda che si vantava di aver trovato un nuovo tipo di polimero facilmente smaltibile o addirittura riciclabile in molte altre forme, che è una cosa se ci pensate davvero molto difficile per un tipo di plastica.

Si scoprì infatti poi poco dopo che i bilanci anche in questo caso erano falsificati e che c'era ben poco di vero dietro la storia raccontata da Bio-On. La Guardia di Finanza mise i sigilli all'azienda nel 2019 e ne arrestò i principali vertici, tra cui Marco Astorri, ideatore della truffa e presidente di Bio-On.

Anche in questo caso il titolo Bio-On fino a poco... che era quotato all'AIM, quindi un mercato italiano, la sigla è A I M. E anche in questo caso, come dicevo, il titolo fino a poco prima di finire in tribunale aveva un trend fortemente rialzista, quindi era considerata un'azienda totalmente innovativa in cui gli investitori credevano e investivano.

Anche Jerome Kervièl è Nick Leeson, li ho messi insieme perché sono dei casi abbastanza simili. Potremmo chiamarli in questo caso più che truffatori "rogue traders", così vengono definiti in gergo, ed entrambi lavoravano proprio come trader per una grande banca d'affari.

Nel caso di Kerviel era Société Générale. E Nick Leeson invece lavorava in Barings Bank. La prima, quindi Société Générale, per colpa di Kerviel perse quasi 5 miliardi di dollari. La Barings Bank, la più grossa banca scozzese fino ad allora, addirittura pensate un po' fallì.

Con un abilissimo metodo di falsificazione delle carte della banca e dei risultati, entrambi riuscirono a ingannare i vertici dell'azienda che pensavano di guadagnare miliardi invece che perderli. Ricoprivano d'oro addirittura i rogue traders che sembravano infallibili ma che a tutti gli effetti non lo erano.

Ovviamente anche i mercati più nuovi come le crypto non sono esenti purtroppo dalle truffe. Anzi, è ancora più importante stare attenti in questi casi perché sono mercati fortemente spinti e che esistono da poco tempo e quindi potrebbero nascondere delle insidie.

Ne sono una prova due Exchange di crypto molto grandi che dal giorno alla notte sono falliti potremmo dire. Uno è il caso di Quadriga, un exchange di crypto canadese che alla morte del creatore non ha più potuto risarcire i clienti che avevano investito in Bitcoin proprio tramite Quadriga.

Il proprietario era l'unico possessore, a quanto pare, delle chiavi del wallet principale di Quadriga, dove erano depositati tutti i fondi dei clienti. E quindi alla sua morte, che tra l'altro avvenne in giovane età e in maniera assolutamente inaspettata, ha fatto sì che i fondi detenuti in esso fossero irraggiungibili da chiunque.

Anche Mt.Gox è un caso simile avvenuto però in Giappone e che è costato ai risparmiatori pensate ben 25 miliardi di dollari. Lascio a voi eventuali approfondimenti su questi casi.

Conclusione

Quindi di fronte a queste truffe purtroppo è facile rimanere ingannati, lo abbiamo visto. La chiave di una truffa o di uno schema Ponzi si basa su un profondo meccanismo di fiducia che si costruisce negli anni e sulla promessa, ovviamente, di lauti guadagni che, come detto, possono far cadere nella trappola molte, molte persone, ma anche molte entità che in teoria dovrebbero essere più accorte a riconoscere questo tipo di truffe, ma anche loro, quindi anche banche ed hedge fund, finiscono in queste trappole.

Mi raccomando perciò siate sempre molto attenti a decidere a chi affidare i vostri risparmi. Qui alla Unger Academy noi insegniamo un metodo per essere totalmente indipendenti e per poter creare le proprie strategie attraverso un metodo ben collaudato nel tempo.

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Andrea Unger

Andrea Unger

Ciao, sono Andrea Unger, Trader professionista dal 2001 e unico a vincere per ben 4 volte il Campionato del Mondo di Trading con denaro reale.

Grazie a questi risultati sono spesso invitato come relatore in convegni in Europa, Stati Uniti e Asia. 

Sono inoltre autore di diversi libri, tra cui il primo in Italiano sulla Gestione del Rischio nel Trading, tradotto anche in Cinese e Inglese.

Metto a disposizione decenni di esperienza, di prove, di vittorie e sconfitte con le quali ho ideato un metodo scientifico, sistematico, replicabile e universale con cui, in soli 4 anni, più di 1.000 trader sono riusciti a rendersi autonomi.

Devi sapere infatti che gli studi dimostrano che solo il 25% dei trader guadagna, ma di questi ben il 90% lo fa con il trading sistematico...

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Non ti insegno a diventare ricco in poco tempo, ti insegno una professione che, con il duro lavoro, la passione, e sufficienti capitali potrebbe diventare la tua principale fonte di reddito.