Verità scioccante sulla vendita di Opzioni PUT: ATTENZIONE, rischio terribile!

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Hai notato che su internet si parla sempre più spesso di vendita di opzioni Put?

Senza entrare in tecnicismi, si tratta di una strategia che permetterebbe di guadagnare quando i mercati salgono o rimangono stabili.

Se così fosse, applicarla a mercati con un andamento storico prevalentemente rialzista (come gli indici azionari) dovrebbe produrre profitti praticamente a colpo sicuro!

Ma sarà davvero così? In questo video il nostro coach Davide ci propone alcuni backtest sull’S&P 500 per valutare la reale efficacia e affidabilità della vendita di opzioni Put.

I risultati dei primi test sono super positivi, ma scavando un po’ più a fondo emerge una cosa veramente importante che chiunque voglia proteggere il proprio capitale dovrebbe sapere.

Ti abbiamo incuriosito? Allora guarda subito il video! Scoprirai:
-Cosa sono le opzioni e cosa significa vendere le opzioni Put
-Perché la maggior parte degli investitori preferisce comprare queste opzioni invece che venderle
-Cosa implica davvero vendere opzioni Put (e perché dovresti fare molta attenzione)

Buona visione!

Trascrizione

Introduzione

Vendere opzioni è profittevole? Conviene? Oppure si tratta solo di un approccio ai mercati come tanti altri?

Ciao a tutti, io sono Davide Tagliabue, coach alla Unger Academy, e oggi volevo affrontare con voi un argomento che più che mai è attuale e, numeri alla mano, sta coinvolgendo sempre di più il pubblico retail.

Cosa significa vendere opzioni

Stiamo appunto parlando della vendita allo scoperto delle opzioni.

Rapidamente, in meno di 30 secondi, vediamo a grandi linee che cosa vuol dire vendere un'opzione.

Stiamo semplicemente vendendo il diritto di acquistarci o venderci un qualsiasi bene ad un determinato prezzo ad una determinata data. Tutto qui.

In questa definizione ovviamente mancano tantissime cose, ma il core di quello che vogliamo dire insomma c'è.

Vediamolo rapidamente con un esempio numerico.

Qui stiamo parlando di una Short Put, ovvero stiamo vendendo il diritto di venderci qualcosa, in sostanza.

Di venderci qualcosa a che prezzo? Al prezzo X.

Qui vediamo l'asse delle ascisse, il prezzo del sottostante, ovvero del bene di riferimento.

E se dovessimo vendere a qualcuno il diritto di venderci questo bene a questo prezzo, è chiaro che noi dovremmo incassare del denaro di fronte a questa cosa.

Perché qualora il prezzo dovesse scendere sotto questa soglia, chi ha questo diritto di venderci il bene ce lo venderà ad un prezzo superiore al prezzo di mercato che è sceso.

Qualora, invece, il prezzo di mercato dovesse salire, noi incassiamo il premio come un'assicurazione.

Andiamo a tracciare il grafico, si dice, del payoff, quindi di quello che è effettivamente il mio guadagno o la mia perdita.

E vediamo che nel caso in cui il prezzo del sottostante o del bene salisse o rimanesse più o meno lì dov'è, io guadagno.

O allora il prezzo dovesse scendere, ecco che inizio a perdere.

E allora quindi subito la domandona: dov'è che io potrei applicare questo tipo di strategia?

Applicazione pratica della strategia

A un qualcosa come un indice azionario, come quello americano ad esempio, un qualcosa che è sempre mediamente salito negli ultimi 20-30 anni, ma anche di più.

E quindi questa strategia guadagna se il sottostante sale oppure se rimane fermo o se scende poco.

E quindi questo approccio, in linea di massima, sembra essere molto vantaggioso su un qualcosa che sale sempre.

Ma, come sapete, alla Unger Academy, quello che ci piace fare è andare a backtestare, quindi a vedere nel passato che cosa avrebbe comportato una certa operatività.

Backtesting della strategia sull'S&P 500

E in questo caso vendere opzioni put sull'indice S&P 500, sull'indice americano più grande nonché l'indice più grande al mondo.

E anche quello, di conseguenza, con più prodotti come le opzioni a disposizione degli investitori, anche retail.

Per farlo ci siamo serviti di un software. Qui davanti, già spoilerato nella prima slide che vi ho mostrato, il risultato di questa operatività dall'inizio del 2021 ad oggi.

Quindi si tratta quasi di tre anni e mezzo di backtest.

Impatto del crollo del 2022

Ho voluto prendere questo periodo in esame proprio perché nel 2022, se qualcuno di voi lo saprà, il mercato è sceso e non poco.

Vediamo qui in gennaio 2022, l'indice SP 500 stava a 4790. Ad ottobre 2022 stava a 3529.

Stiamo parlando di una perdita molto superiore al 20%. Un 25% circa.

Poco importa, perché quello che a noi interessa è capire come questa strategia reagisce di fronte ad un crollo di un mercato.

E a fronte di un meno 25% dell'indice, come vedete, la nostra strategia, che dovrebbe perdere dal mercato che scende, comunque ha continuato a performare piuttosto bene.

Performance durante i periodi di mercato ribassista

Certo, non bene come quando il mercato è fortemente rialzista, ma se vado a vedere da gennaio 2022 a dicembre 2022, io non ho fatto altro che segnare nuovi picchi, anzi, restando più o meno in linea con la mia equity e quindi con il tracciamento dei risultati della mia strategia.

E quindi sembra essere un'operatività molto buona e vi garantisco, lo è, numeri alla mano lo è perché, se io facessi questa cosa qui sistematicamente, quindi a prescindere da che periodo ci troviamo, ci sono guerre, non ci sono guerre... Insomma, se noi prendessimo e applicassimo questa strategia guadagneremmo non poco.

E allora voi direste: Perché fare un video? Perché non lo fanno tutti? Che cosa c'è dietro realmente a questo tipo di approccio?

Semplicemente, in una parola, il rischio. Nulla è gratis.

Perché sì, è vero che a fronte di un mercato che scende, noi comunque riusciamo a portare a casa dei profitti in maniera più o meno turbolenta.

Rischi della strategia: il Cigno Nero

Ma quello che ci deve spaventare di questa strategia è quello che viene chiamato in gergo il "cigno nero", ovvero un evento completamente avverso e magari improvviso che altera drasticamente il comportamento del mercato.

L'ultimo esempio che mi viene in mente è il Covid.

Esempio del Covid e altre crisi

Il periodo Covid parte da fine febbraio 2020 e finisce intorno aprile.

Vi parlo di periodo di shock dei mercati, in cui abbiamo visto, ad esempio, l'SP 500 che ha fatto un brusco crollo, che poi è stato subito riassorbito nel corso del 2020.

E questa strategia come si sarebbe comportata? Andiamo a vederlo, quindi andiamo a backtestare lo stesso approccio partendo da una data antecedente, il 2020, e otterremmo questo scenario qui.

Lo scenario che vede esattamente quello che vi ho mostrato prima dal 2021 in poi, ma in periodi come quello del Covid o come quello di fine 2018, questa operatività vedete ha dei problemi e sono problemi principalmente legati all'esposizione a questo tipo di rischio.

Noi ci stiamo esponendo, con il nostro capitale, al rischio di cigno nero.

Stiamo vedendo qui il 2020, non ho i dati che vanno ancora più indietro, ma vi assicuro che periodi come la crisi Dot Com all'inizio degli anni 2000 o la crisi immobiliare nel 2008 avrebbe comportato ben di peggio di quello che abbiamo visto qui sul Covid.

Considerazioni sui rischi reali della strategia

E quindi questa strategia sicuramente guadagna, sicuramente è profittevole ed è buona, perché io parto in basso a sinistra con i profitti e finisco in alto a destra, ma c'è un fortissimo rischio di perdere tutto.

Qui, vedete, siamo addirittura andati in negativo, non di poco.

E se è verissimo che poi abbiamo recuperato subito perché il mercato ha ripreso, è anche vero che a fronte di un'operatività del genere che richiede dei margini,

è verosimile immaginare che il nostro broker ci, si dice, "liquidi le posizioni", quindi ci chiuda lui le posizioni prima che noi diventiamo insolventi sul mercato, quindi non riusciamo più a coprire le perdite.

Questo è vero perché effettivamente le perdite su questi prodotti possono essere altissime, tanto alte quanto è la leva che utilizziamo con questi strumenti.

La storia del mercato, che qui vediamo messa a numeri, ci può raccontare anche di eventi realmente accaduti su fondi di investimento che basavano il loro approccio su questo tipo di strategia.

Ve ne cito uno in particolare che era OptionSeller.com che fallì nel 2018, in questo crollo qui che vediamo.

Mi ricordo che c'è un video su YouTube, se volete andatelo a recuperare, dove James Cordier, che è l'ex-gestore di questo fondo, parla ai suoi investitori dicendo che il conto è sparito.

Quindi tutti i soldi che c'erano, tutti i guadagni che erano stati accumulati, sono spariti nel giro di qualche settimana.

Detto questo, io non voglio assolutamente demonizzare la vendita di opzioni Put, per carità, perché abbiamo visto, può essere un approccio redditizio, ma solo se gestito correttamente.

Quindi è fondamentale prestare attenzione ai rischi e adottare una strategia di gestione di tale rischio molto rigorosa.

E questa gestione cosa potrebbe prevedere? Potrebbe prevedere delle coperture che mediamente mi vanno a diminuire il rendimento, ma mi garantiscono una protezione, un'assicurazione contro eventi di questo genere.

Anche perché, vi dirò la verità, la maggior parte degli investitori acquista put.

La maggior parte degli investitori che investe nel mercato azionario acquista put proprio per evitare di ritrovarsi in situazioni del genere.

Quindi noi è un po' come se andassimo controcorrente del mercato, perché, ricordatevi, se stiamo vendendo qualcosa è perché qualcuno ce la vuole acquistare.

Quindi così come io posso speculare e vendere un prodotto perché penso che vendendo questa assicurazione io possa diventare ricco, devo essere comunque consapevole che dall'altra parte, la mia controparte, è qualcuno che vuole assicurarsi contro eventi di questo genere.

Consigli pratici per lavorare in opzioni

Quindi in conclusione alcuni consigli pratici per gestire questo genere di cose: educatevi sulle opzioni e sui mercati, quindi siate consapevoli di quello che state facendo.

Valutate attentamente il rischio e stabilite un piano di azione di gestione del rischio.

Diversificate magari il vostro portafoglio per ridurre l'esposizione, quindi non concentratevi solo sul mercato, come abbiamo visto con questo esempio, solo sul mercato azionario.

Considerate strategie di hedging, quindi di copertura, per proteggervi dai cigni neri.

E tenete ben chiaro in testa che eventi come quello del Covid, quello del 2018, del 2008 e 2021, possono verificarsi domani.

Questo non vuol dire vivere in maniera depressa perché prima o poi il mercato cadrà, il mercato avrà uno storm presente, ci sarà un cigno nero domani, eccetera.

No, ma bisogna essere consapevoli della potenzialità di questi eventi.

Quindi mi raccomando, prestate attenzione e verificate quello che è successo nel passato.

In Unger Academy ci occupiamo di trading, principalmente sui future ma anche di opzioni.

E se volete saperne di più, qui sotto al link che trovate in descrizione, potrete iscrivervi ad un webinar totalmente gratuito dove potrete avere accesso a numerose risorse.

Da lì, infatti, potrete prenotare il nostro libro best seller "Il Metodo Unger" coprendo solo le spese di spedizione, iscrivervi ad una masterclass gratuita, giusto per capire di che cosa si parla all'interno della Unger Academy, oppure potrete addirittura prenotare una consulenza strategica, anche qui gratuita, con un nostro consulente.

Io vi ringrazio di avermi seguito fino qui. È stato un video molto breve, ma spero di avervi fatto capire quali sono i rischi associati a questa operatività e quali potenzialmente i profitti.

Noi ci vediamo presto con nuovi spunti operativi nel mondo del trading sistematico. Ciao e alla prossima.

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Andrea Unger

Andrea Unger

Ciao, sono Andrea Unger, Trader professionista dal 2001 e unico a vincere per ben 4 volte il Campionato del Mondo di Trading con denaro reale.

Grazie a questi risultati sono spesso invitato come relatore in convegni in Europa, Stati Uniti e Asia. 

Sono inoltre autore di diversi libri, tra cui il primo in Italiano sulla Gestione del Rischio nel Trading, tradotto anche in Cinese e Inglese.

Metto a disposizione decenni di esperienza, di prove, di vittorie e sconfitte con le quali ho ideato un metodo scientifico, sistematico, replicabile e universale con cui, in soli 4 anni, più di 1.000 trader sono riusciti a rendersi autonomi.

Devi sapere infatti che gli studi dimostrano che solo il 25% dei trader guadagna, ma di questi ben il 90% lo fa con il trading sistematico...

Come mai allora i formatori insegnano quasi sempre solo il trading discrezionale? 

Non ti insegno a diventare ricco in poco tempo, ti insegno una professione che, con il duro lavoro, la passione, e sufficienti capitali potrebbe diventare la tua principale fonte di reddito.