Atteggiamento nel trading e nella vita

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Ciao ragazzi, ciao da Andrea Unger! Oggi vorrei parlare di come l'atteggiamento che abbiamo nella vita influenza anche il nostro atteggiamento nel trading.

Trascrizione

Accade spesso che la mentalità distorta che viene acquisita nella vita venga poi applicata al trading. Ovviamente, può anche capitare il contrario, quindi la questione dipende anche da come la si guarda.

Facciamo un esempio. Quando andiamo in giro come turisti, di solito se vogliamo comprare un souvenir contrattiamo sul prezzo.

Il nostro obiettivo di base è quindi quello comprare al prezzo più basso possibile, e nessuno ci darebbe ovviamente degli stupidi per questo.

Questa stessa mentalità viene applicata in genere a tutte le cose. Ad esempio, quando si vuole comprare casa si cerca di aspettare il momento in cui i prezzi degli immobili vanno verso valori minimi, in modo da poter comprare al miglior prezzo possibile.

Il fatto è che questa mentalità, quando viene applicata al trading, spesso - non sempre ma spesso - tende a fare cilecca.

Perché questo atteggiamento nel trading potrebbe essere deleterio?

Nel trading, comprare al prezzo più basso possibile è pur sempre una strategia logicamente corretta, perché se compro basso e poi il prezzo sale ci guadagno, ma in termini di impostazione operativa è purtroppo spesso sbagliata, o comunque non applicabile in maniera "sistematica".

Se uno volesse fare del trading una professione, quindi ipotizzasse di operare più e più volte, ecco che l'opportunità di acquistare ai prezzi più bassi non si presenterebbe molto spesso.

Infatti, non si trovano spesso dei minimi o presunti minimi (perché sapremo solo in seguito se si trattava davvero di minimi) interessanti a cui comprare.

Di conseguenza, per poterlo fare si dovrebbe aspettare a lungo. Non dico che aspettare sia sbagliato, perché se uno riuscisse davvero ad aspettare sempre il momento opportuno per comprare sui minimi, o ripeto presunti tali, e poi se ne stesse seduto buono buono a far crescere il suo investimento, probabilmente oggi sarebbe messo molto bene.

Il fatto è che stare seduto ad aspettare buono buono non fa generalmente parte del DNA di un trader. Se poi questo sia positivo o meno, non discutiamone qui, anche se chiaramente si tratta di un atteggiamento negativo dal punto di vista dei broker.

Un esempio: l'ingresso a breakout dei massimi

Mi sembra che la tecnica operativa più diffusa nel trading sistematico (non dispongo di statistiche precise alle quali fare riferimento, quindi spero di non dire una fesseria) sia l'ingresso a breakout.

L'ingresso a breakout presuppone la rottura di un massimo per entrare. Quando uno strumento, un mercato, si apprezza sempre più, addirittura si apprezza oltre quelli che erano i recenti massimi, ecco che noi dovremmo essere compratori.

Le prime volte che mi veniva spiegata, questa tecnica mi infastidiva e mi confondeva parecchio, in quanto non concepivo il fatto di dover comprare qualcosa che stava diventando sempre più costoso, che addirittura superava i recenti massimi di prezzo.

Entrare quando il prezzo è ai massimi, infatti, sembra in netto contrasto con l'abitudine di cercare di comprare basso, o perlomeno non altissimo, dato che in questo caso addirittura si aspetta che il prezzo superi il massimo per comprare.

Forse il concetto può essere compreso meglio se si esce dall'ambito compravendita. Pensiamo alle corse dei cavalli.

Io non scommetto e non me ne intendo assolutamente, però diciamo che se  volessi andare a scommettere su un cavallo alle corse, guarderei i risultati e molto probabilmente andrei a scommettere su quello che è stato il cavallo più forte dell'ultimo periodo, evitando di prendere in considerazione il brocco che arriva sempre ultimo, a meno di non voler fare il colpaccio magari, perché probabilmente sarebbe anche pagato bene in caso di vittoria.

Puntare sul più forte

Ovviamente, però, la mia idea sarebbe: il più forte sarà più forte anche oggi o perlomeno sarà più probabile che sia il più forte, mentre quello scarso è inutile che lo prenda in considerazione, perché scarso era e scarso rimarrà.

Non mi verrebbe mai in mente che lo scarso si sia riposato di più e quindi nella prossima gara possa essere pieno di forze per vincere.

Lo stesso accade nel gioco del calcio. L'allenatore mette in squadra, in genere, i calciatori più in forma del momento, non prende quelli reduci da un recente infortunio, o comunque che hanno dimostrato di essere veramente disorientati.

Da questo punto di vista, quindi, puntare sul più forte è qualcosa che ha perfettamente la sua logica e in borsa funziona quasi sempre allo stesso modo.

Dico quasi sempre perché è vero che ci sono altri approcci che cercano di comprare su dei ribassi, non alla ricerca del minimo assoluto conveniente ma su dei ribassi, perché quello specifico mercato dimostra di essere fluttuante tra alti e bassi, verso però ovviamente una crescita (nessuno comprerebbe se non si aspettasse una crescita).

È il caso del Mini S&P 500, non mi stancherò mai di dirlo, e del Bund europeo.

Nel caso di altri mercati, invece, se si usasse la tecnica dell'acquisto sui ribassi, applicando comunque un sano stop loss, si potrebbe perdere. Vi sono infatti mercati che continuano a scendere, in quanto la direzione intrapresa è in genere quella mostrata. In questi casi vi è una continuità o nella debolezza nel momento in cui siamo in ribasso, o nella forza nel momento in cui siamo in rialzo.

Imparare un diverso atteggiamento nel trading

Per cui ragazzi, quello che voglio dire, per quanto possa risultare ostico, è che spesso pagare tanto nel trading paga.

Lo spesso e il quanto, ecco questa è la materia che poi torna a sovrapporsi e ad irrompere prepotentemente nel mio campo, che è il trading sistematico algoritmico, dove io tutte le idee, per verificare se sono buone o meno, le vado a testare con numeri alla mano, a verificare cosa avrebbero fatto fino al giorno prima e giudico, in base a questi numeri, se effettivamente l'idea messa in piedi sia buona o meno.

Ma questo, ripeto, è algoritmico, un capitolo a parte che però grazie ai numeri può convincere laddove magari il buon senso, il mindset o la forma mentis falliscono.

Questa consapevolezza viene meno quando un trader non concepisce il fatto di dover pagare tanto per poi prendere qualcosa di più. Infatti, il più delle volte chi paga poco prende poco o addirittura paga di più dopo, mentre invece chi paga tanto facilmente riesce poi a recuperare il pagato, magari anche con qualche interesse.

Non è una regola universale, quindi va testata (io testo sempre le regole) però fateci un pensierino, non fatevi inculcare le idee del "dovete comprare ai minimi" perché tanto i minimi non li saprete mai, se non molto dopo, quindi questo atteggiamento nel trading non funziona bene come in altri campi.

Ciao ragazzi, ciao da Andrea Unger, alla prossima.

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Andrea Unger

Andrea Unger

Ciao, sono Andrea Unger, Trader professionista dal 2001 e unico a vincere per ben 4 volte il Campionato del Mondo di Trading con denaro reale.

Grazie a questi risultati sono spesso invitato come relatore in convegni in Europa, Stati Uniti e Asia. 

Sono inoltre autore di diversi libri, tra cui il primo in Italiano sulla Gestione del Rischio nel Trading, tradotto anche in Cinese e Inglese.

Metto a disposizione decenni di esperienza, di prove, di vittorie e sconfitte con le quali ho ideato un metodo scientifico, sistematico, replicabile e universale con cui, in soli 4 anni, più di 1.000 trader sono riusciti a rendersi autonomi.

Devi sapere infatti che gli studi dimostrano che solo il 25% dei trader guadagna, ma di questi ben il 90% lo fa con il trading sistematico...

Come mai allora i formatori insegnano quasi sempre solo il trading discrezionale? 

Non ti insegno a diventare ricco in poco tempo, ti insegno una professione che, con il duro lavoro, la passione, e sufficienti capitali potrebbe diventare la tua principale fonte di reddito.