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PRENOTA ORA LA TUA CONSULENZA STRATEGICA >>In questo video parliamo di trading e fiscalità. Il nostro responsabile Ricerca e Sviluppo Francesco Placci si è concentrato in particolare sulle modalità di dichiarazione dei redditi con broker italiani ed esteri.
Entrambe le opzioni presentano dei pro e dei contro e abbiamo voluto analizzarle, offrendo una soluzione a nostro avviso ottimale per approfittare dei vantaggi offerti dai broker esteri riducendo i possibili svantaggi.
Guarda subito il video per scoprire:
-Perché conviene operare con un broker con sede all’estero per fare trading sistematico
-Quali sono i pro e i contro di affidarsi ad un broker con sede in Italia o all’estero
-Cosa sono e come funzionano il regime amministrato e quello dichiarativo
-Qual è la soluzione migliore per fare trading sistematico
Buona visione 😎
Introduzione
Ciao ragazzi e benvenuti in questo nuovo video!
Oggi vi voglio parlare di trading e fiscalità, senza entrare magari nei tecnicismi di questa materia che può essere anche abbastanza complessa, quanto piuttosto per rispondere alle frequenti domande di chi si approccia per le prime volte al trading sistematico e lo vuole fare in maniera professionale.
Io sono Francesco Placci, responsabile Ricerca e Sviluppo qui alla Unger Academy, ed entriamo subito nel vivo di questo video.
Trading Professionale e Scelta dei Broker Giusti
Abbiamo detto: fare trading in maniera professionale. E quali sono i broker che ci consentono di fare trading in maniera professionale?
Beh, mi spiace dirlo, ma purtroppo i broker migliori per il nostro tipo di attività sono quasi esclusivamente broker esteri. Perché broker esteri? Perché questi ci riescono ad offrire un'infrastruttura molto più efficiente rispetto ai broker italiani per quanto riguarda il trading sistematico.
Non solo, hanno anche ulteriori vantaggi, in particolare commissioni di trading molto più basse e anche l'accesso a una panoramica di mercati che è molto più ampia.
Quindi, queste sono tutte le ragioni che ci fanno propendere per i broker esteri. Noi in particolare ci affidiamo a Interactive Brokers, che è uno dei principali broker conosciuti a livello mondiale.
Apertura di un Conto Estero: Miti e Realtà
Si pone quindi il problema di aprire un conto all'estero e questo è un aspetto che spesso spaventa chi si avvicina per la prima volta al trading sistematico.
Bene, lasciatemi sfatare subito un falso mito: portare i soldi all'estero dall'Italia non è ancora reato, nonostante si sia portati a pensare che ci sia qualche cosa di losco sotto. Nella realtà dei fatti, salvo il caso in cui non andassimo con delle valigie piene di contanti oltre confine, se si utilizzano i canali ufficiali, quindi bancari tracciabili, è possibile assolutamente portare i soldi all'estero, purché questi vengano dichiarati all'interno del quadro RW della dichiarazione dei redditi e ovviamente ci si paghino le imposte sopra qualora siano da pagare delle imposte.
Quindi portare i soldi all'estero non è reato. Detto questo, ci sono importanti differenze in tema di fiscalità che differenziano i broker esteri da quelli italiani.
Sistemi Fiscali: Comprensione delle Differenze
Generalmente, quando si fa trading tramite un broker italiano o una banca italiana si opta per il regime amministrato. Che cosa significa? Significa che sarà il nostro intermediario a occuparsi di pagare per noi eventuali plusvalenze, cioè i redditi derivanti dal trading.
Quindi sicuramente un indubbio vantaggio. Abbiamo meno burocrazia ed è tutto automatico e viene effettuato dalla banca o dal broker italiano.
Ecco che se invece andiamo a operare tramite un broker estero questo non è più possibile. Immagino che non sia tra le priorità dei broker esteri andarsi ad infilare nei meandri del fisco italiano, quindi nessun broker estero sostanzialmente ci fa da sostituto di imposta e quindi si tratta di gestire in prima persona, attraverso il regime dichiarativo, la nostra dichiarazione dei redditi. Quindi andare a certificare i risultati di trading ottenuti nel corso dell'anno.
E questo spaventa un po’ i trader meno esperti, perché ci sono degli indubbi svantaggi. Da un certo punto di vista c'è una maggiore complessità e dall'altro punto di vista siamo responsabili in prima persona di quanto dichiarato e di eventuali errori che andiamo a certificare.
D'altra parte ci sono anche degli indubbi vantaggi nell'utilizzare il regime dichiarativo. Vi faccio un esempio. Supponiamo di comprare a inizio anno 2 azioni: la prima nei primi mesi dell'anno va in profitto. La vogliamo chiudere? Ecco che andremo immediatamente a pagare delle plusvalenze se utilizziamo il regime amministrato, quello applicato dai broker italiani.
Supponiamo che poi nella seconda parte dell'anno la seconda azione che ci è rimasta in portafoglio vada in perdita. Decidiamo di chiudere queste perdite. Ecco che ci saremmo trovati a pagare una plusvalenza, nonostante poi la seconda operazione successiva nel tempo sia andata in perdita. Questo con il regime amministrato.
Se optiamo invece per il regime dichiarativo a fine anno non dovremo pagare alcuna plusvalenza perché potremo compensare le plus con le minus.
E questo è un indubbio vantaggio. Non solo. Il secondo vantaggio che ci offre il regime dichiarativo è una tassazione differita nel tempo. Di quanto? Beh, anche di 18 mesi, perché se noi pensiamo che la dichiarazione per i redditi di quest'anno la faremo a giugno-luglio dell'anno seguente, ecco che ci è consentito sostanzialmente pagare le plusvalenze con un ritardo temporale che può oscillare tra un anno e 18 mesi. E anche questo è sicuramente un indubbio vantaggio.
Ma esistono dei modi per superare gli svantaggi del regime dichiarativo di cui abbiamo parlato poco fa, ossia la maggiore complessità e il rischio di commettere errori in sede di dichiarazione dei redditi?
Beh, lasciatemi dire che alcuni broker come Interactive Brokers vi offrono dei report veramente molto dettagliati che contengono tutte le informazioni necessarie per compilare correttamente la dichiarazione dei redditi.
Esistono poi commercialisti capaci che sono in grado di interpretare nel modo giusto questi documenti forniti dal vostro broker.
Qualora poi il vostro commercialista non sia un esperto della materia, esistono diverse società che sono in grado di fornire al vostro commercialista già i quadri compilati, così come li richiede l'Agenzia delle Entrate. Quindi fanno tutti i calcoli per voi rielaborando gli estratti conto del vostro broker con dei software creati appositamente. Il tutto per una cifra veramente modesta.
Per esempio noi ci affidiamo a Blue Invest Capital che all'incirca con 200€ all'anno vi fornisce questi report già pronti all'uso per il vostro commercialista.
Conclusione
Quindi, per concludere, se da una parte è vero che lavorare con un broker estero può essere un po' una seccatura perché richiede una maggiore burocrazia, d'altra parte è pure vero che esistono modi per superare questi problemi e anzi ci sono degli indubbi vantaggi nell'utilizzare il regime dichiarativo e quindi nell'utilizzare un broker estero.
Bene ragazzi, spero di aver fatto un po' di chiarezza su questo argomento e se vi interessa sapere come possiamo aiutarvi a migliorare anche il vostro approccio al trading, vi consiglio di cliccare il link qui sotto e vi do appuntamento al prossimo video.
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PRENOTA ORA LA TUA CONSULENZA STRATEGICA >>Ciao sono Francesco Placci, trader professionista dal 2005 grazie all'approccio sistematico ai mercati.
Le mie competenze spaziano dal trading sui future su indici ai bond, dalle azioni alle commodity, con un focus particolare sulla volatilità e sulle opzioni, che ritengo essere tra gli strumenti più versatili e affascinanti a disposizione di noi trader.
Dopo un'esperienza presso primari istituti di credito italiani, in cui ho appreso le basi della finanza istituzionale, ho intrapreso con successo e soddisfazione personale la carriera di trader indipendente.
Fondatore di Algoritmica.pro, dal 2019 entro a far parte di Unger Academy come responsabile della ricerca e sviluppo.