L'impatto della guerra in Ucraina sui mercati: materie prime, azionario, volatilità...

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Per chi come noi si occupa di investimenti, eventi come la guerra in Ucraina possono suscitare una certa apprensione che, ovviamente, va a sommarsi alla grande preoccupazione che tutti noi stiamo provando in questo momento.

Tanti trader, in particolare, si stanno chiedendo quale sia l'impatto della guerra sui mercati finanziari e quali saranno gli effetti derivanti da questa situazione geopolitica.

Per questo, nel video di oggi parliamo proprio di come si stanno muovendo i mercati e di come sta evolvendo la volatilità anche alla luce delle sanzioni imposte alla Russia. 

Guardando il video scoprirai:

- Andamento delle commodity, in particolare delle materie prime energetiche (tra cui gas, soprattutto europeo, e carbone)

- Andamento dei metalli, dei cereali e delle valute, con particolare attenzione al cambio Dollaro-Rublo

- Situazione complessiva della volatilità e valori del Vix

- Calo dell’indice S&P500 in corrispondenza di altri eventi geopolitici

Trascrizione

Ciao ragazzi e benvenuti.

Io sono Francesco Placci e in questo video vorrei cercare di fare il quadro generale sull'attuale situazione dei mercati con particolare riferimento all'impatto della guerra in essere tra Russia e Ucraina.

Spero sinceramente che mentre vedete questo video la situazione si sia già risolta per il meglio e devo ammettere che mi sento un po' a disagio nel registrare questo video e vista la situazione attuale i mercati non sono certo il mio primo pensiero. Tuttavia è pur vero che da investitore ho una certa preoccupazione derivante dall'incertezza della situazione geopolitica e immagino che anche tanti di voi si chiedano come questa situazione possa impattare i mercati finanziari.

Da che cosa partire quindi? Direi dalla situazione attuale dei mercati, dai movimenti delle ultime settimane sui principali mercati.

Qui vediamo le commodity. È chiaro che ogni conflitto coinvolge i mercati legati alla situazione geopolitica in gioco. E nel caso specifico il maggior impatto riguarda proprio le materie prime, in particolare le materie prime energetiche.

Come potete vedere sono salite molto nel corso delle ultime settimane su base mensile ma anche da inizio anno. Quali sono salite di più? Sicuramente quelle legate al petrolio, in particolare il gas, il carbone, e soprattutto il gas europeo, quindi TTF Gas e UK Gas che sono saliti nel corso dell'ultimo mese di un 37% circa.

Non solo. Importanti rialzi li vediamo su base mensile anche sui metalli in particolare il litio. Meno i metalli preziosi che di solito fungono da bene rifugio. E un impatto importante anche sulle materie prime agricole, in particolare il grano. Russia e Ucraina sono importanti produttori di questa materia prima.

Diamo adesso un'occhiata ai prezzi del natural gas europeo, il TTF Gas, paragonati al gas naturale americano. Quindi il gas europeo, quello in verde, potete notare come da inizio anno, da un anno a questa parte, il prezzo sia salito decisamente di più rispetto al gas naturale americano.

È salito anche a seguito dello scoppio della guerra perché c'è stato un incremento da 74 fino a 131. È pur vero che però esisteva già una forte tensione su questa materia prima, perché se vediamo i prezzi intorno a dicembre 2021 erano addirittura quasi a 180.

Quindi la guerra è andata in un certo senso ad acuire una tensione che di fondo esisteva già su questa materia prima.

In questo grafico voglio mostrarvi invece due sottostanti che sono molto diversi tra loro. Parliamo del grano e del cambio USD contro Rublo, e vediamo come entrambi dallo scoppio della guerra siano saliti molto.

In particolare, ovviamente il cambio Dollaro-Rublo è salito tantissimo. Quindi il Rublo si è svalutato a causa delle forti sanzioni economiche che sono state imposte alla Russia.

Entrambi come dicevo sono saliti. Per quanto riguarda il grano si tratta di una tendenza più di medio periodo che assieme a tutte le altre materie prime che in generale stanno crescendo nel complesso alimentano questa forte inflazione che stiamo vivendo.

Diamo adesso un'occhiata ai prezzi dell'S&P 500 e vediamo come dallo scoppio della guerra effettivamente il mercato sia sceso ma era già in una tendenza ribassista già iniziata da parecchio tempo, almeno un mese prima, e tutto sommato direi che l'impatto sugli indici azionari sia stato effettivamente minore di quello che ci si poteva aspettare.

E proprio a tal proposito voglio mostrarvi uno studio fatto da JP Morgan (perdonate la qualità dell'immagine ma non sono riuscito a trovarne una migliore online) che mette in relazione il calo, le dimensioni del calo dell'S&P 500 con diversi eventi geopolitici, con diverse guerre che ci sono state a partire dal '73 fino al 2014.

È abbastanza evidente notare come tutto sommato i ribassi dei mercati siano stati abbastanza contenuti. Ovviamente si tratta di un'analisi storica che in un certo senso lascia il tempo che trova perché nessuno può prevedere che cosa succederà nel breve, se ci sarà un'escalation, speriamo di no ovviamente.

E quindi è semplicemente un modo per far presente che almeno storicamente l'impatto dei conflitti non è stato particolarmente eccessivo nei confronti dei mercati azionari.

Quello che possiamo dare per certo è che sicuramente le attuali sanzioni nei confronti della Russia produrranno delle tensioni, soprattutto sul mercato del lavoro e sulla crescita economica globale.

E questo fa, diciamo così, "sperare" che le banche centrali che storicamente sono sempre intervenute per sostenere l'economia ritardino l'aumento di tassi che attualmente è già apprezzato all'interno del mercato obbligazionario. È nell'ordine dei 5, 6, 7 addirittura aumenti dei tassi, e quindi questi potrebbero ritardare. Ed è il motivo per il quale nell'ultimo periodo i bond sono un pochino risaliti e il mercato azionario probabilmente non è sceso quanto ci si poteva aspettare.

Un altro aspetto che possiamo dare per certo è la volatilità, che al momento appare abbastanza sostenuta. Se diamo un'occhiata per esempio al Nasdaq, vediamo dei range giornalieri piuttosto ampi, anche se la struttura a termine della volatilità implicita non è alta come ci si potrebbe aspettare.

Il Vix effettivamente è ad un valore soglia abbastanza importante. Da 31 è arrivato fino quasi a 40. Però nulla di paragonabile a quello che abbiamo visto durante, per esempio, il periodo del Covid. Quindi al momento c'è tensione, c'è volatilità sui mercati, ma nulla a che vedere per esempio però con la crisi che abbiamo vissuto durante la pandemia.

Quindi con buona probabilità la volatilità rimarrà ancora per un po' alta. Ci sarà sicuramente un calo della propensione al rischio degli investitori, quindi un periodo di "risk off" e probabilmente ci sarà anche una maggiore debolezza dei mercati europei rispetto a quelli USA. Ovviamente mi riferisco ai mercati azionari.

Al di là delle previsioni comunque che francamente lasciano un po' il tempo che trovano, come dicevo è praticamente impossibile prevedere il futuro andamento di questo conflitto, quello che tutti ci auguriamo è una rapida e pacifica risoluzione nel più breve tempo possibile.

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Francesco Placci

Francesco Placci

Ciao sono Francesco Placci, trader  professionista dal 2005 grazie all'approccio sistematico ai mercati. 

Le mie competenze spaziano dal trading sui future su indici ai bond, dalle azioni alle commodity, con un focus particolare sulla volatilità e sulle opzioni, che ritengo essere tra gli strumenti più versatili e affascinanti a disposizione di noi trader.

Dopo un'esperienza presso primari istituti di credito italiani, in cui ho appreso le basi della finanza istituzionale, ho intrapreso con successo e soddisfazione personale la carriera di trader indipendente.

Fondatore di Algoritmica.pro, dal 2019 entro a far parte di Unger Academy come responsabile della ricerca e sviluppo.