Mercati: Ulteriore ondata di ribassi, cosa succede alla volatilità?

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I dati negativi sull'inflazione pubblicati nel corso della settimana e i conseguenti timori in merito ad un possibile aumento dei tassi di interesse hanno influito negativamente su molti mercati.

Dagli indici azionari ai bond, dalle soft commodity alle valute, quasi tutte le asset class mostrano rendimenti a cinque giorni negativi.

Tra le eccezioni troviamo l'argento e il platino (in leggero rialzo nonostante il trend generale ribassista dei metalli), il Lean Hogs, il dollaro, la soia e i suoi derivati.

Per saperne di più su come si stanno muovendo i mercati e sull'andamento della volatilità, non perderti la nostra panoramica settimanale.

Buona visione! 😎

Trascrizione

Ciao ragazzi, ben trovati. Io sono Francesco Placci e questa è la chiacchierata che facciamo nei fine settimana circa l'andamento dei mercati.

Settimana caratterizzata da rendimenti negativi sui mercati, un pochino su tutte le asset class come mostra la prevalenza di segni rossi sul nostro indicatore.

Partendo dagli indici azionari, vediamo il Nasdaq che perde un 6,85% in questo momento. Un miniS&P che perde un 5,50%.

Meglio le Borse europee che perdono solamente un 2% l'Eurostoxx e un 2,50% il Dax.

Come potete notare, abbiamo una volatilità che è in aumento rispetto agli ultimi valori segnati. Infatti abbiamo alti valori di percentile sul breve termine su tutti gli indici azionari e valori medio-alti invece sul lungo periodo.

Come immagino sappiate, questa ondata di ribassi è stata scatenata dai brutti dati sull'inflazione usciti in settimana, il che ha provocato una caduta dei corsi azionari per i timori di un aumento tassi futuri delle banche centrali, in particolare la banca centrale americana, e una conseguente caduta anche dei bond.

Infatti vediamo, per quanto riguarda il mercato obbligazionario, rendimenti fortemente negativi. In particolare abbiamo il T-Bond che perde l'1,41% in questo momento ed è andato a ritestare i minimi di giugno.

Passando all'analisi del mercato energetico, abbiamo un Crude Oil che perde l'1,35%. Non è molto variato dalla settimana scorsa.

Abbiamo l'RB che perde lo 0,85. Molto male invece l'Heating Oil, -10%.

E un Natural Gas che rimane più o meno sui livelli della settimana scorsa.

Per quanto riguarda i metalli, ancora ribassi sull'oro, -3%, quindi un mercato che continua a mostrare debolezza.

Un po' meglio il Silver, +2%, ma sono tutti mercati che sono in forte trend ribassista.

Abbiamo poi un rendimento positivo sul Lean Hogs, +3,30%, uno dei pochi segni verdi questa settimana.

Male anche il mercato delle soft commodity, in particolare -6,71% sul caffè e -5% o quasi sul cotone.

Tra i pochi segni positivi abbiamo poi la soia e i suoi derivati, +2% in questo momento.

+2,50% il Soybean Meal e +0,50% il BeanOil in questo momento.

Le valute sono tutte negative, quindi forza del dollaro. Abbiamo un Euro-Dollaro che è tornato verso la parità, quindi verso valori di 1.

E vediamo movimenti di una discreta intensità. Sappiamo che le valute hanno una volatilità inferiore rispetto agli altri future.

Questi sono sicuramente movimenti degni di nota. In particolare possiamo dare un'occhiata all'Australian Dollar che perde il 2,17% negli ultimi 5 giorni.

Sempre a proposito di valute, andiamo a vedere anche che cosa fa il Bitcoin, che perde un 8,38% questa settimana. Si è rimangiato tutto il rialzo che ci aveva fatto ben sperare la settimana scorsa ed è ritornato bene o male ai livelli dei minimi degli ultimi tre mesi.

Diamo ora uno sguardo alla struttura a termine della volatilità implicita, che spesso è un buon indicatore per individuare fasi negative di mercato e di eccessiva preoccupazione degli investitori.

La cosa curiosa, che notiamo ormai da diversi mesi, è che nonostante la settimana sia stata caratterizzata da grossi ribassi sui mercati azionari, la volatilità è sì salita, ma non mostra ancora livelli di panico.

La struttura a termine è mista, quindi in parziale backwardation sulle scadenze più brevi, in particolare il Vix a 9 giorni è superiore al Vix a 30.

Per il resto la struttura rimane in contango con valori di Vix che si trovano bene o male a metà del range toccato negli ultimi 12 mesi.

Come interpretare questi risultati? Sinceramente sono un po' in difficoltà, perché se da un lato l'evidenza ci mostra che non c'è il panico tra gli operatori, e quindi tutto sommato sembrerebbe una situazione che non spaventa più di tanto gli investitori, dall'altro lato una volatilità che non sale nonostante i notevoli ribassi che abbiamo vissuto questa settimana potrebbe presagire un ulteriore aumento futuro di volatilità e quindi ulteriori ribassi, nonostante al momento gli operatori non mostrino segni di panico.

Passiamo ora ai rollover in previsione per la prossima settimana. Soltanto due future. Lo zucchero in data 22 settembre e il Natural Gas in data 23 settembre.

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E vi do appuntamento alla prossima settimana.

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Francesco Placci

Francesco Placci

Ciao sono Francesco Placci, trader  professionista dal 2005 grazie all'approccio sistematico ai mercati. 

Le mie competenze spaziano dal trading sui future su indici ai bond, dalle azioni alle commodity, con un focus particolare sulla volatilità e sulle opzioni, che ritengo essere tra gli strumenti più versatili e affascinanti a disposizione di noi trader.

Dopo un'esperienza presso primari istituti di credito italiani, in cui ho appreso le basi della finanza istituzionale, ho intrapreso con successo e soddisfazione personale la carriera di trader indipendente.

Fondatore di Algoritmica.pro, dal 2019 entro a far parte di Unger Academy come responsabile della ricerca e sviluppo.