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PRENOTA ORA LA TUA CONSULENZA STRATEGICA >>Ti stai chiedendo cosa è successo sui mercati nel 2022? Allora sei nel posto giusto!
In questo video analizziamo i rendimenti delle asset class più importanti, diamo uno sguardo alla volatilità e cerchiamo di capire cosa ci aspetta nel 2023…
Guardando il video troverai risposta a numerose domande tra cui:
-Di quanto si sono mossi i mercati più importanti nell'ultimo anno?
-Perché il 2022 è stato così difficile per i classici portafogli di investimento?
-Da dove esce l'impressionante +957% annuo dell'Heating Oil?
-Ci sono speranze di ripresa per il mondo crypto?
Un video da non perdere!
Ciao ragazzi, benvenuti! Io sono Francesco Placci e questa è la panoramica che facciamo nei fine settimana circa l'andamento dei mercati.
Avvicinandosi però la fine dell'anno, quale migliore occasione per tirare le somme e fare assieme il punto della situazione sull'andamento dei mercati in questo ultimo anno?
Come tutti sappiamo, il 2022 è stato un anno un po' particolare sui mercati.
Abbiamo vissuto un anno sicuramente molto volatile, quindi con ampi movimenti su diverse asset class, quindi tanta volatilità e allo stesso tempo un anno molto brutto per le due principali asset class che riempiono i portafogli di tutti gli investitori.
Mi riferisco ovviamente a stocks (quindi a azioni) e bond (obbligazioni).
Due a mio parere le principali cause che hanno prodotto questo particolare anno finanziario.
Cause che sono peraltro legate tra di loro.
Mi riferisco sicuramente all'inflazione. Abbiamo visto un'inflazione veramente che non si vedeva da oltre 30 anni e questo ovviamente ha innescato la reazione delle banche centrali, che in un primo momento l'avevano data per come qualcosa di transitorio, a correre dietro l'inflazione rialzando i tassi, producendo ovviamente un ribasso dei corsi azionari e anche dei bond.
Il secondo aspetto è stato sicuramente la guerra tra Ucraina e Russia. Questo è stato un ulteriore elemento di tensione che ha portato le banche centrali a rafforzare la loro azione sul mercato e a peggiorare un ciclo economico che appariva già debole.
A questo punto passerei a dare un'occhiata ai numeri, partendo come al solito dagli indici azionari.
Vediamo che il Nasdaq è primo nei ribassi per circa un 34% da inizio d'anno sino ad oggi, seguito dal Mini SP 500 con un -20% e Dax -12%, e Eurostoxx -9%.
E qui subito mi viene da fare una prima riflessione. Se ricordate bene, la maggior parte degli operatori e dei report di inizio anno, soprattutto a seguito dello scoppio della guerra, consigliavano di sotto pesare il comparto azionario europeo proprio per la vicinanza tra Russia e Ucraina con l'Europa.
Al contrario queste previsioni si sono rivelate errate e abbiamo visto una notevole sovraperformance tra virgolette dei mercati europei rispetto a quelli americani.
Questo è stato causato sicuramente da un'azione più incisiva della Fed sui mercati rispetto a quella della BCE, che come sappiamo il più delle volte ha un ritardo rispetto alle azioni intraprese dalla Fed.
Faccio infine notare che è dal 2008 che non si vedeva un anno così brutto sui mercati azionari.
Un -35% per l'indice tecnologico americano è sicuramente una sorpresa e pochissimi operatori avevano previsto uno scenario di questo tipo.
Per non farsi poi mancare nulla, ecco che passiamo al reparto dei bond, in cui possiamo notare che nell'ultimo anno i bond hanno perso un 21,8%, mi riferisco al trentennale americano, un 18,50% il Bund europeo e un 13,90% il decennale americano.
Possiamo dare un'occhiata anche all'andamento grafico. Questo è il T-Bond e questo è il Bund. Veramente una debacle su tutti i fronti, perché se consideriamo che la maggior parte della finanza tradizionale dei modelli di portafoglio sono basati su un mix di queste due asset class, che nella normalità degli anni tendono a compensarsi a vicenda, hanno una certa decorrelazione, voi capirete bene che questo è stato un anno veramente horribilis di tutti i portafogli d'investimento, salvo quei pochi che sono riusciti a liquidare le posizioni e rimanere in cash oppure sono stati in grado di cavalcare eventuali rialzi anche improvvisi sul mercato delle commodity, in particolare commodity energetiche.
Passiamo quindi al mercato dell'energia. Vediamo una benzina che cresce del +92%, un Heating Oil addirittura del +957%, e un Crude Oil del +25%.
Ovviamente questo rendimento dell'Heating Oil è dovuto al fatto che abbiamo visto addirittura in tempi di Covid prezzi negativi, quindi per via anche dei rollover su questo strumento, i prezzi che segnava all'inizio del 2022 erano molto vicini allo zero. Ok? È un andamento che non è reale, questo più 900% è dovuto anche all'aspetto dei rollover che tutti conosciamo. Nulla toglie che comunque sia stato un sottostante che è salito veramente tantissimo.
Faccio infine notare l'andamento del Natural Gas, del quale si è parlato tantissimo quest'anno a seguito delle tensioni dovute alla guerra tra Russia e Ucraina. Al momento il Natural Gas segna un rendimento a un anno negativo. Di poco, ma tuttavia negativo.
Stiamo ovviamente parlando del Natural Gas americano. Sul mercato europeo esistono ancora problemi. Il prezzo è ancora sensibilmente più alto rispetto a un anno o due anni fa. Tuttavia, gran parte del rialzo che abbiamo visto e che ha messo in crisi anche l'economia e la politica è rientrato e la situazione sembra andare verso una normalizzazione.
Passando al comparto dei metalli, vediamo rendimenti a un anno leggermente positivi per il Silver, +13% per il platino, negativi per il rame (-13%) e vicino allo zero per il Gold.
Quello che però possiamo notare è che c'è stata di recente un'inversione di tendenza. Un mercato che è stato per tanto tempo debole, lo abbiamo ripetuto più volte, ma che sembra dare un segno di ripresa proprio negli ultimi mesi di quest'anno.
Il mercato delle carni... Non c'è veramente molto da dire, se non un Lean Hogs che guadagna un 10%. Sostanzialmente vicini allo zero Live Cattle e Feeder Cattle.
Passando alle soft commodity, come rendimento a un anno abbiamo sicuramente il Succo d'arancia, +82%. Sappiamo che è in forte uptrend.
Un -22% per il caffè e non troppo altro da segnalare.
Il mercato delle granaglie aveva vissuto anch'esso momenti di tensione in occasione dello scoppio della guerra.
Abbiamo però il grano che è assolutamente rientrato da questi livelli. Anzi si trova al momento a rendimento negativo di circa un 10%.
Abbiamo però la soia e i suoi derivati che sicuramente hanno avuto un anno molto positivo, +40% per il Soybean Meal, +36% per la soia e +49% per il Bean Oil.
Infine il mercato delle valute, che come tutti sappiamo è stato caratterizzato dalla forza del dollaro nei confronti di tutte le altre valute, in particolare nei confronti dello Yen e del British Pound. Sappiamo anche però che dai minimi di fine settembre sino ad oggi, abbiamo visto un'inversione di trend.
Da ultimo infine il Bitcoin, che come sappiamo ha avuto un anno veramente brutto, -65%. Non è stato il peggior anno del Bitcoin, abbiamo visto drawdown anche superiori nel passato.
Sicuramente anche questo ribasso è arrivato di una entità e di una forza che in pochi avevano previsto nel 2022.
Tutto il mercato delle criptovalute è in crisi. I maggiori avvenimenti di quest'anno sono stati sicuramente il default dell'exchange FTX e ancora prima la debacle dell'ecosistema Terra-Luna. La strada sicuramente è ancora lunga. Il mercato delle criptovalute rimane ancora debole.
Ci avviciniamo però all'halving del Bitcoin. Il mercato tende a muoversi con un certo anticipo. Manca ancora abbastanza tempo però potrebbe essere il 2023 l'anno della ripresa delle criptovalute.
Diamo infine uno sguardo anche alla struttura a termine della volatilità implicita, che come sappiamo è un ottimo termometro dello stato di salute dei mercati azionari principalmente.
Abbiamo visto, come era logico immaginare, delle punte di volatilità, quindi degli spike di volatilità, ma con scarsi periodi di backwardation. Questo è abbastanza sorprendente a dire il vero perché come abbiamo già visto è stato un anno veramente brutto per i mercati azionari. Tuttavia abbiamo avuto una discesa che potremmo definire "ordinata", senza un eccessivo panico sui mercati.
Abbiamo visto un VIX che raramente si è avvicinato al livello di 40. Abbiamo visto a inizio anno un 39, per il resto il massimo valore raggiunto dal VIX si aggira intorno al valore di 35.
Questo non vi nascondo che mi lascia un po' di perplessità e anche un po' di paura, perché spesso i mercati prima di partire passano per un periodo di capitolazione in cui tendenzialmente vediamo il VIX a livelli veramente elevati. Questo non si è ancora visto e francamente, come vi dicevo, qualche dubbio me lo lascia.
Passando al calendario dei rollover, come potete vedere non abbiamo nulla in previsione per la prossima settimana, quindi festa per quanto riguarda anche i rollover.
Infine ragazzi, ne approfitto per lasciarvi con un suggerimento. Se tra voi c'è qualcuno che è interessato a saperne di più sul trading sistematico e in particolare sul Metodo Unger che insegniamo qui alla Unger Academy, ho una risorsa interessante per voi, vi lascio il link in descrizione.
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Ragazzi per oggi è veramente tutto!
Vi lascio con i miei migliori auguri di un buon fine anno!
E infine ricordo a tutti di iscrivervi al nostro canale, attivare la campanellina e se il video vi è piaciuto vi chiedo di lasciare anche un like a questo video.
Un buon fine anno a tutti e vi do appuntamento alla prossima!
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PRENOTA ORA LA TUA CONSULENZA STRATEGICA >>Ciao sono Francesco Placci, trader professionista dal 2005 grazie all'approccio sistematico ai mercati.
Le mie competenze spaziano dal trading sui future su indici ai bond, dalle azioni alle commodity, con un focus particolare sulla volatilità e sulle opzioni, che ritengo essere tra gli strumenti più versatili e affascinanti a disposizione di noi trader.
Dopo un'esperienza presso primari istituti di credito italiani, in cui ho appreso le basi della finanza istituzionale, ho intrapreso con successo e soddisfazione personale la carriera di trader indipendente.
Fondatore di Algoritmica.pro, dal 2019 entro a far parte di Unger Academy come responsabile della ricerca e sviluppo.