Perdite nel Trading: Evita la disfatta e prospera con i consigli del 4 volte Campione del Mondo

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Nel trading come nella vita non esistono “alti” senza qualche “basso”. Periodi di up alternati a periodi di (draw)down sono immancabili nella carriera di qualsiasi trader, anche il più esperto.

Sapendo di non poterli evitare l’unica cosa che rimane da fare è prepararsi applicando una corretta gestione del rischio.

Le perdite fanno paura, questo è innegabile, ma esistono e vanno affrontate con la giusta mentalità. Prima imparerai ad accettarle come parte del gioco, prima le tue certezze smetteranno di barcollare ad ogni scossone del mercato.

Un’imbarcazione testa la sua solidità durante le turbolenze, ma la struttura viene creata con pazienza e impegno nei periodi di sereno. Investi in quei periodi per rimanere a galla quando si avvicina la tempesta!

In questo video Andrea Unger offre alcuni consigli chiave per riuscire in quella che sembra una vera e propria impresa.

Guardalo subito per scoprire:
-Come gestire le perdite e le emozioni ad esse collegate
-Perché il drawdown fa parte del gioco e come affrontarlo
-Come mai la soglia di rischio non è uguale per tutti
-L’importanza di avere aspettative realistiche
-Come evitare la confusione e agire con pazienza
-I consigli pratici di Andrea, derivanti dalla sua lunga esperienza sui mercati
-Un piccolo aneddoto sul rischio che coinvolge Andrea e Larry Williams!

Buona visione!

Trascrizione

Trading non significa eldorado

Perdite nel trading. Eh sì, ci sono anche quelle. Ecco, molto spesso chi si avvicina al trading si aspetta di trovare, perché si fida del guru di turno, degli insegnamenti anche seri di turno, si aspetta di trovare un Eldorado dove tutto va bene, dove tutto funziona a meraviglia.

Tendenzialmente se il piano di trading è ben strutturato è quello da aspettarsi. Ma il funzionare a meraviglia non è che voglia dire che tu tutti i giorni guadagnerai, tutte le settimane, tutti i mesi. Ci saranno purtroppo, è inevitabile, periodi di drawdown, periodi in cui si accumuleranno perdite e che potranno essere anche prolungati, magari anche più di quello che uno, ovviamente spera mai, perché uno spera di non averne, ma si aspettano in qualche maniera.

Eccesso di confidenza nel metodo

Il problema, 1) è questo eccesso di confidenza nel metodo, nell'insegnamento, che porta a distaccarsi un po' dalla realtà, perché tutte le cose hanno delle pause, che possono essere negative. Fate una dieta, non perderete un etto ogni giorno, ci sarà un momento in cui per qualsiasi motivo il peso risalirà un pochino. Poi se il lavoro fatto è fatto bene, tornerà a scendere.

E questo anche in altre pratiche. Lo sport, prima di tutto, immaginate lo sport, l'atleta non è che migliora tutti i giorni, tutti gli anni, ci sono i periodi anche di riposo in cui si riprende e si prepara per la nuova stagione, dove poi crescerà ancora perché partirà da basi più alte e più elevate, fino poi al decadimento fisico legato all'età, ma quello è un discorso diverso che non ci riguarda, spero, come trader. Anche se, insomma, un trader discrezionale per esempio sì, potrebbe avere qualche problema, perché l'attenzione ai mercati poi ne risente.

Aspettative realistiche e atteggiamento consapevole

Però ecco, quello a cui porre attenzione è avere sempre delle aspettative realistiche, in quello che si fa, e essere consapevoli che ci saranno i momenti bui, chiamiamoli così. Momenti bui che possono esserci anche subito.

La cosa peggiore che può succedere a un trader

Allora, voglio aprire una piccola parentesi. In genere io dico che la cosa peggiore che possa succedere a un trader novizio è partire e guadagnare. Ecco perché, se uno comincia a fare trading e guadagna, lì gli vengono manie di onnipotenza e crede di essere il numero uno, crede di avere scoperto il Sacro Graal, e poi succede che si sovraespone, magari aumenta il rischio. Oppure che semplicemente, quando poi le cose non andranno più bene come gli è capitato all'inizio, si deprima profondamente.

Test di personalità e trading: l’esperienza di Andrea Unger

Voglio raccontarvi anche un altro aneddoto che non c'entra niente con questo, ma voi conoscete probabilmente Larry Williams, la leggenda del trading, ma pochi sanno che lui ha un figlio che fa lo psichiatra e ha fatto dei test di personalità proprio studiando, grazie alla professione del padre, diversi trader di successo, diciamo così, in giro per il mondo, ha fatto un questionario. E Larry Williams mi ha contattato e ha dato anche a me questo questionario, tante pagine che ho compilato diligentemente.

Ho rimandato queste pagine e dopo poi mi ha dato il responso del figlio: bravo, bello, buono... Bello no! Tutto questo... L'unica cosa "ha avversione al rischio, potrebbe rischiare di più". Io dico: mannaggia, l'ho sempre detto io che sono troppo conservativo.

Ho aumentato il rischio, ho alzato il rischio. Era inizio-metà primavera del 2011... Batoste disumane. Proprio quando io ho alzato il mio livello di rischio nel trading, le strategie si sono disallineate coi mercati e le perdite che comunque avrei sofferto perché le cose non andavano come speravo, sono state amplificate. Ho tirato il freno a mano subito dopo e mi sono rimesso in careggiata, le cose piano piano si sono ristabilite. Però ecco, per dire, l'aumento di rischio può succedere in un momento peggiore, per sfortuna anche, come è stato nel mio caso. Però bisogna stare attenti, ecco.

Perdite ed effetto psicologico

Però ecco l'effetto psicologico delle perdite è la parte più pericolosa da controllare. Noi dobbiamo essere soprattutto coscienti che ci possono essere e che ci sono. Un po' come l'analogia del colesterolo: ce l'hai e devi tenerlo a bada. Non è mia ma di un membro dell'Academy, però mi piace come analogia.

Il colesterolo può alzarsi, ma se tu segui uno stile di vita adeguato lo puoi tenere sotto controllo. Non lo potrai portare a 100, però puoi tenerlo comunque sotto controllo affinché non ti faccia del male. Lo stesso discorso vale per le perdite.

L’importanza del piano di lavoro nel controllo delle perdite

Se si fa un piano di lavoro ben definito e non ci si fa prendere dallo sconforto nel momento in cui le cose non vanno bene, ma si sta sul pezzo, diciamo così in terminologia un po' più spiccia, allora si può arrivare a tenere sotto controllo anche quello che si ha.

Quello che succede spesso, purtroppo, è che alle prime perdite si perde completamente il filo del discorso, si cercano altre soluzioni, si cercano altri modi di lavorare, si cerca qualcosa di diverso. Perché quello che si aveva o si ha l'impressione che il giocattolo si sia rotto nel caso in cui all'inizio uno guadagnava e poi ha cominciato a perdere, oppure si pensa che questa è tutta una fregatura e non funziona, perché guarda, sono partito e perdo.

La perseveranza può essere la chiave

Ecco, la perseveranza, che non deve essere ottusità però, invece in questo caso aiuta. La perseveranza deve essere sana, nel senso che uno dice ok, ho impostato il mio lavoro, ho fatto questo, potevo aspettarmi questo perché l'ho pianificato, quindi so più o meno quello che posso aspettarmi, non sta succedendo niente di peggio di quello che mi aspettavo. Fa male, però non è così drammatico.

Un drawdown del 10% è normalissimo. Io ancora nel 2009 questo mi ricordo che ero convinto di poter tranquillamente sopportare drawdown fino a 25%. Ho fatto dei calcoli, ho fatto i miei piani, 25% e vado tranquillo. Lavoravo e a un certo punto periodo di perdita, e ho cominciato ad avere una sensazione disumana, è tutto un disastro, non va bene, mal di pancia continui. Vado ad analizzare: 11% di drawdown. Avevo sopravvalutato enormemente la mia capacità di tolleranza delle situazioni antipatiche. Cioè, 25%... All'11% già stavo orizzontale sul letto disperato.

Vi conoscete abbastanza?

Ecco, per dire, dovete essere realisti, conoscervi un po', sapere fino a dove voi potreste spingervi. E poi analizzare sempre razionalmente e con calma quello che succede.

Cosa fa Andrea Unger nei periodi difficili?

Io personalmente i periodi difficili li trovo come stimolo per andare a vedere e studiare nuove cose, ma nuove cose sempre nell'ambito che mi sono costruito.

Quindi se uso il Metodo Unger, visto che sono io, uso quello, analizzo le cose in quella maniera e cerco di far le cose fatte bene, studiando eventualmente i punti di debolezza di quello che avevo e verificando se posso trovare degli sbocchi con altri mercati, altri approcci, altre tipologie di trading.

Però grazie alla passione non mi demoralizzo. Il problema invece è agire in una maniera che chiamiamo "randomica", quindi con mentalità poco scientifica per chi avesse seguito il contributo sulla mentalità scientifica nel trading, che porta a confusione. Confusione, scoramento e poi in genere pasticci. Pasticci che possono essere legati anche alla voglia di ritornare a breakeven, per dire. Quindi magari uno aumenta l'esposizione per recuperare, magari fa un bel lavoro per sistemare, poi però non ha la pazienza di dire: "Ok, ho sistemato tutto, facciamogli fare il suo corso". No, dice: "questo è un lavoro fatto bene, allora io metto più rischio perché così faccio prima." Non è detto. Non è detto che sia un lavoro fatto bene e non è detto che i tempi siano quelli giusti. Quindi bisogna sempre avere pazienza.

Bisogna partire con i presupposti giusti

Ripeto, partire con i presupposti giusti. Nel trading ci possono essere periodi di perdita, ci possono essere periodi negativi. L'importante è sapere di aver lavorato bene e affrontarli serenamente, controllandoli e monitorandoli per capire se veramente siamo usciti dal seminato completamente. In quel caso è giusto affermarsi, mi è successo anche in passato, mi sono fermato, ho ricostruito un po' tutto quello che avevo messo in cantiere e sono ripartito e le cose poi sono andate nel verso giusto di nuovo.

Mai agire per disperazione

Però mai agire per disperazione, con solo la speranza che le cose vadano diversamente, e mai agire di impulso pasticciando, perché sono i veri nemici del trader. Non posso promettervi un metodo che non farà mai perdere, non esiste, purtroppo non esiste. Ci sono metodi che possono essere più o meno lineari nei rendimenti, in questo caso più bassi, metodi che possono essere più promettenti in termini di rendimento, ma in quel caso avranno sicuramente drawdown più violenti e anche più prolungati alle volte.

L'importante comunque è lavorare bene e serenamente, sapendo quello che si ha. Se guidate una Ferrari sapete che dovete stare più attenti, se guidate una 500 andate naturalmente più piano. Quindi avere consapevolezza di quello che state facendo e affrontarlo serenamente.

Poi, se avete delle conoscenze con altri trader che sono nella vostra stessa situazione di apprendimento e avete modo di confrontarvi, questo aiuta sicuramente e lo consiglio a tutti. Per cui ragazzi, il drawdown purtroppo c'è, purtroppo capita. L'importante è saperlo prima e affrontarlo come un costo che si affronta in qualsiasi attività.

Il drawdown non è la fine del trading

Non è la fine del trading, non è la fine del mondo. Non è piacevole, questo ve lo posso comunque assicurare, però capita purtroppo. Ciao, alla prossima.

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Andrea Unger

Andrea Unger

Ciao, sono Andrea Unger, Trader professionista dal 2001 e unico a vincere per ben 4 volte il Campionato del Mondo di Trading con denaro reale.

Grazie a questi risultati sono spesso invitato come relatore in convegni in Europa, Stati Uniti e Asia. 

Sono inoltre autore di diversi libri, tra cui il primo in Italiano sulla Gestione del Rischio nel Trading, tradotto anche in Cinese e Inglese.

Metto a disposizione decenni di esperienza, di prove, di vittorie e sconfitte con le quali ho ideato un metodo scientifico, sistematico, replicabile e universale con cui, in soli 4 anni, più di 1.000 trader sono riusciti a rendersi autonomi.

Devi sapere infatti che gli studi dimostrano che solo il 25% dei trader guadagna, ma di questi ben il 90% lo fa con il trading sistematico...

Come mai allora i formatori insegnano quasi sempre solo il trading discrezionale? 

Non ti insegno a diventare ricco in poco tempo, ti insegno una professione che, con il duro lavoro, la passione, e sufficienti capitali potrebbe diventare la tua principale fonte di reddito.