Come usare lo stop loss nel trading

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Ciao ragazzi, ciao da Andrea Unger! Oggi vorrei parlare di stop loss, un argomento sul quale mi soffermo spesso. In particolare, desidero analizzare la credenza secondo la quale sia possibile, e anzi consigliato, lavorare senza usare lo stop loss. È davvero così, o si tratta di un’indicazione fuorviante?

Trascrizione

Spesso si sente dire che è meglio lavorare senza stop loss. Per capire se sia effettivamente così, vorrei fare un passo indietro e tornare agli anni Settanta. Allora si usava il classico modello trend following, composto solo da ingresso, rottura e uscita-rottura di un canale. Il modello prevedeva di entrare ad un certo punto della linea dei prezzi e di uscire alla rottura di un canale ribassista.

In pratica, si trattava di uno stop and reverse. Si prendevano le barre, si individuava il massimo ad un certo valore di barre, il minimo ad un altro valore di barre e si entrava a rottura di quel valore da una parte oppure si reversava dall’altra (il classico channel breakout). Un sistema stop and reverse puro e semplice in cui non era previsto alcuno stop loss.

Utilizzando un software apposito, proviamo a testare questo modello. Supponiamo di riuscire a trovare un mercato che funzioni ancora come allora (i mercati che funzionano nello stesso modo sono diminuiti molto per via dell’efficienza). Proviamo poi ad applicare uno stop loss. A questo punto, il più delle volte scopriremo che, effettivamente, nel momento in cui andremo a mettere uno stop loss le performance caleranno notevolmente e il net profit del sistema si abbasserà, a volte anche in maniera notevole.

È questa una prova a sostegno della tesi secondo cui si lavora meglio senza stop loss?

Per rispondere a questa domanda, è necessario fermarsi a riflettere. Nel sistema che vi ho descritto, dopo l’ingresso, la posizione viene ad un certo punto chiusa e rigirata in short dall’altra parte. In pratica, la logica del sistema è la seguente: quando viene raggiunto un certo livello, la posizione long viene chiusa e se ne apre contestualmente una short.

Questo significa che, in effetti, la posizione long non viene tenuta aperta in attesa che torni a guadagnare. Il sistema chiude la posizione long e ne apre una short seguendo una regola precisa che stabilisce quando chiudere la posizione. Ecco, quella regola rappresenta, di fatto, uno stop loss. Infatti, essa impone la chiusura e il reverse della posizione quando il sistema va in perdita.

Un altro esempio di “stop loss/non stop loss” potrebbe essere una strategia BIAS che apre alle 10:00 e chiude alle 17:00. Sebbene non ci sia alcuno stop loss fisso, alle 17:00 la posizione, ovunque essa sia, verrà chiusa.

Infatti, è presente una regola che impone di chiudere la posizione alle 17:00, che sia in gain oppure in loss. In questo caso si parla di time stop, ossia di uno stop a tempo che costituisce una regola di uscita.

L’idea di non usare uno stop loss nasce dal desiderio di evitare di assoggettare lo stop loss ad un valore fisso monetario o percentuale. Questo non significa però operare senza uno stop. Infatti, nelle strategie che vi ho descritto lo stop loss è presente sotto forma di regole che impediscono alle perdite di prendere il sopravvento.

Sebbene non vi sia uno stop loss fisso o percentuale, non si lasciano le posizioni in perdita aperte con la speranza che tornino a guadagnare.

Quella che lavorare senza stop loss sia l’opzione migliore è dunque un’informazione estremamente fuorviante. Seguendo questo consiglio, è possibile che un trader decida di tenere aperte delle posizioni senza regole anche per anni, decidendo di chiuderle solo per disperazione. Ma anche ammettendo di riuscire ad andare in pari, tenere dei soldi bloccati per anni non è un gran affare.

Senza stop loss non significa quindi aspettare e sperare, bensì usare una regola di chiusura della posizione diversa dallo stop fisso o percentuale. In altre parole, dovete sempre applicare uno stop loss. Non importa come le formuliate, l’importante è che inserite delle regole che stabiliscano come e quando chiudere una posizione.

Ricordate che tenere aperta una posizione sperando che torni in pari o in profitto è il modo più sicuro per rovinarsi.

Ciao ragazzi da Andrea Unger!

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Andrea Unger

Andrea Unger

Ciao, sono Andrea Unger, Trader professionista dal 2001 e unico a vincere per ben 4 volte il Campionato del Mondo di Trading con denaro reale.

Grazie a questi risultati sono spesso invitato come relatore in convegni in Europa, Stati Uniti e Asia. 

Sono inoltre autore di diversi libri, tra cui il primo in Italiano sulla Gestione del Rischio nel Trading, tradotto anche in Cinese e Inglese.

Metto a disposizione decenni di esperienza, di prove, di vittorie e sconfitte con le quali ho ideato un metodo scientifico, sistematico, replicabile e universale con cui, in soli 4 anni, più di 1.000 trader sono riusciti a rendersi autonomi.

Devi sapere infatti che gli studi dimostrano che solo il 25% dei trader guadagna, ma di questi ben il 90% lo fa con il trading sistematico...

Come mai allora i formatori insegnano quasi sempre solo il trading discrezionale? 

Non ti insegno a diventare ricco in poco tempo, ti insegno una professione che, con il duro lavoro, la passione, e sufficienti capitali potrebbe diventare la tua principale fonte di reddito.