Studio o fiuto nel trading?

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Ciao ragazzi, ciao da Andrea Unger! Oggi vorrei fare un confronto tra il fiuto nel trading, ossia quel talento particolare che solo alcuni possiedono, e invece lo studio e i risultati ai quali può portare.

Trascrizione

Le prime volte che parlavo del mio mestiere, tanti anni fa, quando dicevo che lavoro in borsa il commento più frequente era “Ci vuole fiuto!”.

Quello del fiuto nel trading è sicuramente un po’ un luogo comune, perché in realtà il cosiddetto fiuto – per quello che può valere il mio pensiero – è un modus operandi completamente diverso da quello che ho scelto io e che ritengo sia più opportuno scegliere.

Poi, ovviamente, se uno è capace di azzeccarle tutte, benissimo, faccia pure!

Serve fiuto nel trading sistematico?

In generale, basare le proprie decisioni su un istinto, su un talento, una luce che illumina la mente, oppure andare a cercare quello di cui si parla tanto per tentare di cogliere l’occasione, sono approcci molto diversi dal trading sistematico.

In questo tipo di trading dovrebbe essere sistematica anche la routine di studio, nel senso che bisognerebbe studiare il modo in cui si costruiscono le strategie, come metterle in live e come controllarne il funzionamento una volta che sono live.

Si tratta chiaramente di un approccio molto diverso da quello più spot, che forse è anche più affascinante, tipico di chi, per esempio, ha comprato azioni di Facebook, Uber o Tesla quando sono state quotate e queste sono prima scese e poi salite.

Si tratta di cose che hanno sicuramente un loro fascino, perché uno sta ad aspettare l’occasione, l’azienda importante che va in borsa, e compra perché è convinto che quell’azienda possa crescere molto.

In questi casi, si specula su quella che è una presunta competenza di settore. Io so che Facebook è forte quindi la compro, Uber è potentissimo, Tesla è il futuro e via dicendo.

È in questo tipo di scelte e di operazioni che entrano in gioco il fiuto e il talento, configurando un approccio che però è molto diverso da quello sistematico.

Tra l’altro, bisogna anche tenere conto del fatto che non capita tutti i giorni di avere la quotazione di una società.

A questo proposito, qualche tempo fa sono state fatte delle IPO su aziende biomediche, dove si suppone che la scoperta di un farmaco di un certo tipo possa far volare alle stelle la quotazione dell’azienda (mi sembra ci sia qualcosa del genere anche nella seconda parte di Wall Street).

Il fiuto nel trading è utile al trader di professione?

Le situazioni che vi ho descritto sono sicuramente interessanti e anche magari divertenti, tuttavia sono molto lontane da quello che dovrebbe essere l’approccio di un trader che lo fa – o tenta di farlo – di professione, in modo da poter essere sul mercato tutti i giorni.

Non lui personalmente, nel caso specifico del trading sistematico, ma tramite i suoi sistemi, che però devono comunque sfruttare quelli che sono i movimenti giornalieri dei mercati.

Il trader sistematico di professione, infatti, non può permettersi di aspettare solo le occasioni eccezionali, ma deve poter lavorare sempre. Aspettare quelle occasioni particolari, cercarle, sfruttarle… è qui che entra in gioco il fiuto di chi capisce quali sono le occasioni buone.

Purtroppo, si tratta di un lavoro che, oltre a trovare un’applicazione limitata, richiede molta dedizione e non è facilmente conciliabile con tutto lo studio necessario a costruirsi il bagaglio tecnico per diventare trader.

Quindi chi già lo fa, chi si diverte a farlo o magari vuole bullarsi con gli amici al bar per quello che ha fatto, benissimo! Però non è quello che intendo io quando parlo di trading.

Per me il trading deve essere qualcosa che si può fare sempre e non quando si ha l’impressione che le cose vadano in un certo modo.

Poi, se farete abbastanza soldi con il trading normale e potrete permettervi di non fare niente tutto l’anno salvo sfogliare qualche rivista ed individuare l’azienda che farà il prossimo boom di mercato, perfetto, magari mandatemi una e-mail e ne parliamo!

L'importanza dello studio

A questo punto, vorrei ancora una volta sottolineare l’importanza dello studio.

Purtroppo, anche se il talento può servire, è solo tramite lo studio serio e la passione che si può costruire qualcosa che non richieda necessariamente quel fiuto e quell’estro che sono davvero in pochissimi ad avere.

Chiaramente non basta neanche lo studio, perché il trading è comunque difficile, tuttavia si tratta della base imprescindibile di questo lavoro.

Se avete domande, scrivetele nei commenti e vi risponderò.

Vi saluto e ci vediamo la prossima volta.

Ciao da Andrea Unger!

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Andrea Unger

Andrea Unger

Ciao, sono Andrea Unger, Trader professionista dal 2001 e unico a vincere per ben 4 volte il Campionato del Mondo di Trading con denaro reale.

Grazie a questi risultati sono spesso invitato come relatore in convegni in Europa, Stati Uniti e Asia. 

Sono inoltre autore di diversi libri, tra cui il primo in Italiano sulla Gestione del Rischio nel Trading, tradotto anche in Cinese e Inglese.

Metto a disposizione decenni di esperienza, di prove, di vittorie e sconfitte con le quali ho ideato un metodo scientifico, sistematico, replicabile e universale con cui, in soli 4 anni, più di 1.000 trader sono riusciti a rendersi autonomi.

Devi sapere infatti che gli studi dimostrano che solo il 25% dei trader guadagna, ma di questi ben il 90% lo fa con il trading sistematico...

Come mai allora i formatori insegnano quasi sempre solo il trading discrezionale? 

Non ti insegno a diventare ricco in poco tempo, ti insegno una professione che, con il duro lavoro, la passione, e sufficienti capitali potrebbe diventare la tua principale fonte di reddito.