Trading: come scegliere lo strumento finanziario su cui operare (Classifica e consigli utili)

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Ok fare trading, ma su quale strumento è meglio farlo? Questo è il dilemma.

Buona notizia: a risolvere i dilemmi siamo piuttosto bravi.

Non esiste lo strumento perfetto, certo, ma esistono pro e contro per ognuno di essi.

Alcuni strumenti sono facili da usare ma presentano problemi di liquidità, mentre altri, pur non essendo regolamentati, offrono una buona diversificazione…

Insomma, ce n'è per tutti i gusti.

Cosa faremo oggi? Una classifica di alcuni tra i più importanti strumenti finanziari partendo da S, il livello più alto, e arrivando fino a F, il livello più basso.

Quali? Ecco l'elenco:
-Azioni
-Forex e CFD
-Future
-ETF

Pronto a saperne di più?

Buona visione! 😉

Trascrizione

Su quali strumenti fare trading?

Si parla sempre di trading, ma la domanda che dobbiamo porci è: su quale strumento finanziario?

In questo video faremo una classifica di quali strumenti offrono le migliori opportunità per il trading in generale, poi con un focus sul trading sistematico.

Le regole sono semplici: vedremo i pro e i contro di strumenti come azioni, future, CFD e Forex, ETF, e poi faremo una classifica che va da S, il livello più alto, fino a F, il più basso.

Bene, detto questo io sono Alex Pavaluta, coach alla Unger Academy, e direi di partire analizzando i pro e i contro sulle azioni.

Le azioni, semplici ma poco flessibili

Partiamo dunque dai pro delle azioni. Diciamo che il primo pro è che di fatto sono uno strumento semplice, specialmente rispetto ai derivati.

Se pensiamo infatti a quelli che ormai conosciamo bene future, che sono contratti in cui abbiamo una scadenza, dobbiamo effettuare il rollover, o anche banalmente le opzioni, in cui abbiamo greche, diversi strike price, insomma, strumenti molto più complicati, senza dare anche a complicare il contenuto di questo video.

Ecco che da questo punto di vista le azioni sono di base semplici. Nel momento in cui andiamo a comprare un certo numero di azioni, il nostro profitto o la perdita dipende dal valore di quell'azione.

Procediamo dunque con il secondo pro, che è un bias rialzista di lungo termine.

E da questo punto di vista diciamo che è un vantaggio per il fatto che con semplici strategie e giusto qualche riga di codice, si possono ottenere buoni profitti, sfruttando la naturale tendenza del mercato a crescere nel tempo.

Infatti, sfruttando questa tendenza, possiamo per esempio comprare in una fase di ipervenduto, utilizzando ad esempio un oscillatore, e vendere qualche giorno dopo.

Ed ecco che generalmente partiamo già da una buona base per sviluppare poi una strategia.

Come terzo pro abbiamo la liquidità di alcune azioni. Infatti, alcune azioni offrono alta liquidità, permettendo di eseguire operazioni rapidamente e con slippage ridotto.

Infatti su queste azioni, quello che noi consideriamo generalmente un average trade abbastanza capiente è un valore dello 0,4 o 0,5%, che è un valore decisamente raggiungibile sviluppando semplici idee.

Passiamo a questo punto ai contro, e il primo contro in assoluto è il survivorship bias.

Se si sviluppano sistemi solo sulle azioni sopravvissute nel tempo, si rischia di ottenere una visione troppo ottimistica delle performance.

Infatti, se noi per esempio adesso andiamo a sviluppare una strategia prendendo un arco storico di 15 anni su Tesla, c'è il rischio che il profitto dipenda dalle performance che ha avuto Tesla in questi anni.

Ma di fatto è molto difficile trovare un criterio per cui 15 anni fa avrei deciso di sviluppare una strategia su Tesla.

Procedendo con il prossimo svantaggio, abbiamo di sicuro la scarsa diversificazione.

Poiché la maggior parte delle azioni tende muoversi in maniera simile, come dicevamo prima seguono un bias rialzista di lungo termine, questo rende difficile la diversificazione.

Infine, come ultimo svantaggio, abbiamo la bassa volatilità di alcune azioni, il che può ridurre le opportunità per i trade.

Infatti su titoli poco volatili, purtroppo, per raggiungere un average trade abbastanza capiente da coprire i costi operativi, quindi slippage e commissioni, siamo costretti a rimanere in posizione per diversi giorni.

E questo di sicuro non è il massimo per chi, ad esempio, intende operare in intraday. Le azioni, come detto, offrono grandi opportunità per il trading. Tuttavia, non le definirei il miglior strumento su cui fare trading perché offrono anche diversi svantaggi che sono svantaggi significativi.

Per questo motivo le inserisco nel livello A.

Forex e CFD, mercati non regolamentati

Analizziamo a questo punto i pro e i contro del Forex e dei CFD, e partirei da un grande contro, ovvero che si tratta di mercati OTC, ovvero over the counter.

Questi infatti sono mercati non regolamentati, come per esempio potrebbero essere quelli dei Futures, e di conseguenza c'è una minore trasparenza nei prezzi, spread più ampi e, ahimè, a volte, il rischio di operare contro il broker.

Tuttavia, il Forex e i CFD offrono ottime barriere di ingresso per diversi trader.

Infatti molti broker permettono anche ai trader con risorse limitate di accedere a questi mercati.

Discorso che, per esempio, non potrebbe essere fatto sui future, dove abbiamo un margine minimo che deve essere disponibile sul broker per poter, ad esempio, operare con un contratto.

In seguito, per quanto riguarda il Forex, soprattutto, ci sono pochi edge sfruttabili.

Poiché il mercato è altamente efficiente e competitivo, l'approccio classico, quindi mi riferisco a strategie di tipo trend following piuttosto che mean reverting, risulta difficile da applicare.

Infatti è un mercato molto difficile su cui lavorare, su cui sviluppare strategie, proprio perché è difficile trovare qualcosa che ci dia risultati soddisfacenti.

D'altra parte, però, permettono di raggiungere una buona diversificazione.

Infatti, attraverso il Forex, e soprattutto i CFD, abbiamo la possibilità di operare su un'ampia gamma di valute e asset globali.

Infatti esistono CFD su indici azionari, su azioni, ma anche su commodities, e di conseguenza si può raggiungere una buona diversificazione.

Per quanto riguarda il Forex e i CFD, visti i loro pro e contro, sono indeciso se collocarli nel livello A o B.

Personalmente opto per il livello B, fatemi sapere nei commenti se avreste fatto la stessa scelta.

I Future, livello Special!

Vediamo a questo punto i pro e i contro dei futures.

E come primo pro abbiamo sicuramente la possibilità di operare una varietà di mercati, incluse materie prime, indici, tassi di interesse e valute che offrono possibilità di trading su asset non correlati.

Se vi ricordate poco fa abbiamo parlato di un contro del mercato azionario che è quello di operare su strumenti che tutto sommato si muovono più o meno nella stessa maniera.

Ecco che, per quanto riguarda i future, questo non succede. O meglio, in questo caso abbiamo la possibilità di diversificare il nostro portafoglio operando su strumenti che sono tra loro decorrelati.

Un altro pro è sicuramente la leva intrinseca che permette di controllare una grande quantità di asset con un capitale relativamente ridotto.

Infatti nel caso dei future possiamo muovere un valore nozionale molto ampio impiegando un margine, quindi tra virgolette una sorta di garanzia di cui il broker necessita per poter aprire la posizione su quel determinato future, che però è di gran lunga minore rispetto al valore nozionale che andiamo a muovere.

E questo chiaramente permette di catturare anche piccoli movimenti, soprattutto anche per strategie intraday.

Un altro pro sono i mercati su cui vengono scambiati questi future.

Infatti i future vengono scambiati su mercati regolamentati, come ad esempio il CME, che per intenderci è l'exchange dove è quotato l'e-Mini S&P 500, le valute, ecc.

E chiaramente questo garantisce una maggiore trasparenza dei prezzi, cosa che per esempio non avviene nel caso del Forex.

Come contro, purtroppo abbiamo che i future richiedono una comprensione approfondita delle dinamiche del contratto come le scadenze e il rollover.

Infatti, siccome i contratti su cui andiamo a operare hanno una scadenza, quello che noi dobbiamo fare è effettuare il rollover, quindi passare dal contratto attuale, con la scadenza diciamo a breve, al contratto successivo, che avrà una scadenza più lontana.

E chiaramente questa pratica, dato che andiamo a vendere e a comprare un altro contratto, incide anche a livello di costi.

Infine un altro contro è sicuramente legato alla leva intrinseca, che è un'arma a doppio taglio perché, come dicevamo prima, abbiamo la possibilità di catturare piccoli movimenti ma questi piccoli movimenti, se sfavorevoli, possono portare a perdite significative.

Vediamo dunque dove inserire i future nella classifica.

Sono strumenti che offrono sicuramente meno svantaggi rispetto a quelli visti finora e per questo li inserisco nel livello S.

E anche per il trading sistematico, come abbiamo visto, offrono diversi vantaggi.

Gli ETF, svantaggi in Europa

Analizziamo infine gli ETF.

Un primo contro riguarda l'operatività che noi europei siamo costretti a fare su questo strumento finanziario.

Infatti noi dobbiamo operare sui cosiddetti ETF armonizzati.

Per intenderci, gli ETF non armonizzati che sono ad esempio SPY e QQQ, quindi gli ETF principali che tracciano l'andamento di indici come l'S&P 500 e il Nasdaq, non sono più disponibili per la negoziazione da parte degli investitori retail in Europa.

Questo a causa delle normative che sono cambiate negli ultimi anni.

Pertanto gli investitori europei retail, quindi come noi, possono negoziare solo attraverso ETF armonizzati.

Ora, questo diciamo che di base non è un contro ma dà il via ad altri svantaggi. Vediamone alcuni.

Innanzitutto, la liquidità. La restrizione agli ETF armonizzati può comportare una bassa liquidità per molti di questi strumenti, soprattutto quelli meno popolari o settoriali.

Riprendendo l'esempio di prima e avendo SPY come ETF non armonizzato, noi dobbiamo trovare un ETF armonizzato che replica l'andamento dell'S&P 500.

Tuttavia questo ETF, a differenza di SPY, sarà uno strumento molto meno liquido e la minor liquidità può aumentare i costi di trading e il rischio di slippage, rendendo di fatto più difficile l'esecuzione degli ordini.

Vediamo ora un altro contro che sono le commissioni.

Infatti alcuni broker, come ad esempio Interactive Brokers, applicano commissioni più elevate sugli ETF armonizzati, rendendo il trading su questi strumenti meno conveniente.

Troviamo infine un posto in classifica per gli ETF.

Nonostante consentano una buona diversificazione, sono strumenti poco tradabili e con dei costi da non sottovalutare, sicuramente migliori per un approccio long term.

Quindi li metto sicuramente nella parte bassa della classifica, direi il livello E.

Abbiamo visto una panoramica su alcuni degli strumenti finanziari su cui possiamo fare trading.

Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate e se avreste fatto scelte diverse. E nel mentre noi ci vediamo in un prossimo video.

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Andrea Unger

Andrea Unger

Ciao, sono Andrea Unger, Trader professionista dal 2001 e unico a vincere per ben 4 volte il Campionato del Mondo di Trading con denaro reale.

Grazie a questi risultati sono spesso invitato come relatore in convegni in Europa, Stati Uniti e Asia. 

Sono inoltre autore di diversi libri, tra cui il primo in Italiano sulla Gestione del Rischio nel Trading, tradotto anche in Cinese e Inglese.

Metto a disposizione decenni di esperienza, di prove, di vittorie e sconfitte con le quali ho ideato un metodo scientifico, sistematico, replicabile e universale con cui, in soli 4 anni, più di 1.000 trader sono riusciti a rendersi autonomi.

Devi sapere infatti che gli studi dimostrano che solo il 25% dei trader guadagna, ma di questi ben il 90% lo fa con il trading sistematico...

Come mai allora i formatori insegnano quasi sempre solo il trading discrezionale? 

Non ti insegno a diventare ricco in poco tempo, ti insegno una professione che, con il duro lavoro, la passione, e sufficienti capitali potrebbe diventare la tua principale fonte di reddito.