Spesso le persone mi chiedono come mai capita che i trading system si rompono o producono performance peggiori quando vanno live, rispetto alla fase di backtesting. Esistono varie cause, vediamo insieme le principali.
Innanzitutto, quando costruiamo un trading system, lo facciamo inevitabilmente basandoci sui dati del passato. In questo modo, noi forziamo la mano, perché creiamo una struttura che avrebbe funzionato molto bene nel passato, ma che non necessariamente funzionerà altrettanto bene nel presente e nel futuro.
È un po’ come se ci facessimo fare un abito su misura fornendo al sarto una media delle misure che abbiamo annotato durante gli anni, invece di quelle attuali. Se negli anni siamo ingrassati, ad esempio, l’abito non ci andrà bene, anche se è stato cucito su misura per noi.
La cosa importante è quindi cercare di inserire delle regole nel sistema che abbiano senso e che non forzino la mano solo per avere dei risultati belli. Bisogna sempre creare delle condizioni logiche, in quanto è davvero molto semplice finire col forzare un po’ la mano su alcune cose e rischiare di creare qualcosa che non necessariamente si ripresenterà tale e quale nel mercato presente.
A volte, capitano anche casi in cui il sistema live funziona meglio di quanto mostrato nel back test. Tuttavia, si tratta di casi molto rari.
Altre volte, invece, capita che un sistema che ha sempre funzionato bene, continua a funzionare in maniera buona o discreta per un periodo di tempo e poi, ad un certo punto, non funziona più. Il motivo per cui i trading system si rompono in questo modo è purtroppo legato al fatto che, nello sviluppo, avevamo trovato una inefficienza di mercato e questa inefficienza ad un certo punto si è esaurita.
Le inefficienze possono esaurirsi nel momento in cui vengono scoperte da una vera moltitudine di operatori. Questo fa sì che, cercando tutti di sfruttare la stessa inefficienza, essa finisca con l’estinguersi automaticamente. Se mille trader scoprono un certo movimento e cercano di cavalcarlo tutti insieme, chiaramente ciascuno cercherà di sorpassare l’altro uscendo un po’ prima. Questo farà sì che l’edge vada ad assottigliarsi fino a scomparire.
Facendo un’analogia un po’ estrema, è come il rientro dalle ferie. Se tutti tornano alla domenica, si formano ovviamente delle code pazzesche. Tornando di lunedì, si viaggia più comodamente, sebbene si trovi ancora traffico, perché sono in molti a fare questo ragionamento. Quindi o si torna il martedì, quando le cose vanno meglio, o ci si rassegna al rientro di massa. Purtroppo, però, rientrare il martedì può significare problemi nella gestione delle ferie sul posto di lavoro, quindi non è detto che il gioco valga la candela.
Nel trading succede qualcosa di simile, perché alla fine l’operazione fatta viene annullata da tutte le condizioni a contorno; probabilmente, si assottiglia al punto che i costi operativi non sono più tali da essere compensati adeguatamente e in abbondanza dal gain presunto dell’operazione. A quel punto, l’operazione non ha più senso, perché se spendo 20 per guadagnare 10, ovviamente non ho alcun vantaggio.
Le strategie presentano un’inevitabile dose di overfitting. Il modo migliore per limitare questo problema è basarsi sempre sulla logica, sul buon senso e sull’esperienza.
Inoltre, bisogna ricordare che i mercati cambiano e tendono ad annullare gradualmente certi livelli di inefficienza che si sono scoperti. Di conseguenza, gli edge non saranno più sfruttabili nella stessa misura in cui lo erano nel passato.
Questo è purtroppo inevitabile! Ecco perché bisogna studiare ed essere attenti e curiosi, cercando sempre nuove idee e strumenti su cui operare.
Questo è quanto, spero vi sia stato utile. Ci vediamo la prossima volta,
Ciao da Andrea Unger!





