Inflazione: Guida per Investitori e Trader

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L’inflazione è una delle parole più ricorrenti nei notiziari, ma come trader e investitori sappiamo che non si tratta solo di una statistica astratta.

L’inflazione incide direttamente sul nostro potere d’acquisto, sulle nostre strategie di investimento e persino sul rendimento reale dei mercati finanziari.

In questo video affrontiamo il tema con un approccio pratico, andando oltre le definizioni da manuale.

Guardalo subito per scoprire:

  • Che cos’è davvero l’inflazione e perché riguarda tutti noi
  • Dove reperire dati attendibili: Italia, Europa e Stati Uniti
  • In che modo l’inflazione influenza le nostre decisioni quotidiane e le scelte di investimento
  • Come leggere correttamente i rendimenti azionari, aggiustandoli per l’effetto inflattivo

L’obiettivo di questo video è darti strumenti concreti per interpretare meglio i dati e capire come l’inflazione impatta sulle tue decisioni finanziarie.

Buona visione! 😉

Trascrizione

Cos’è l’inflazione, perché è importante e come si misura

Ciao a tutti e benvenuti in questo nuovo video.

Oggi parliamo insieme di una parola che sentiamo sempre molto spesso, soprattutto nel periodo recente, ma in pochi ancora comprendono veramente di che si tratta.

Stiamo parlando dell’inflazione. Cosa significa davvero per noi cittadini e per chi investe?

Come viene misurata in Italia, in Europa, negli Stati Uniti? E soprattutto come impatta sui rendimenti finanziari?

Scopriamolo insieme in questo video.

Partiamo da una cosa fondamentale: da dove prendiamo i dati dell’inflazione.

In Italia il riferimento principale è l’Istat, che pubblica l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività, quindi il NIC, oppure il FOI o altri indici.

A livello europeo abbiamo invece l’Eurostat, che pubblica l’HICP, ovvero l’indice armonizzato dei prezzi al consumo.

Negli Stati Uniti, invece, il compito spetta al BLS, che pubblica mensilmente il famoso CPI, detto anche consumer price index.

Tutti questi enti raccolgono migliaia di dati sui prezzi di beni, servizi, alimenti, trasporti, affitti, energia, eccetera, e da lì si ottiene un dato mensile e annuale.

Ma andiamo a vedere bene nel concreto di che si tratta.

Tanto per cominciare vi invito sempre ad andare alla fonte dei dati, quindi non andate mai su siti terzi, non cercate mai aggregati o chi vi dà la pappa pronta, per così dire, ma andate veramente a fondo delle cose e andate a cercare i dati dalle fonti autorevoli.

Dati sull’inflazione in Italia (ISTAT, NIC, FOI, IPCA)

In Italia, ad esempio, abbiamo l’Istat. Vi ho preparato questo link che spiega benissimo che cos’è il sistema dei prezzi al consumo.

Qua dice bene che cos’è l’inflazione, quali sono i tre principali indici che abbiamo in Italia, abbiamo già citato l’NIC, il FOI e l’IPCA che non è altro che un indice utilizzato per avere una comparazione a livello europeo.

Dopodiché, sempre rimanendo sull’Istat, possiamo andare a vedere dove vengono pubblicati questi dati e come possiamo fare anche noi a recuperarli.

Quindi partendo dal sito dell’Istat, siamo banalmente su www.istat.it, andiamo nella sezione “Dati” e clicchiamo su “Banche Dati”.

Qui si aprirà l’accesso a un portale che è l’IstatData e sull’IstatData noi potremo andare a recuperare i dati storici di qualsiasi cosa presente sul sito dell’Istat.

Andiamo appunto a selezionare “Dati”, selezioniamo “Prezzi” e come riferimento, ad esempio, prenderemo i prezzi al consumo per la famiglia di operai, ovvero il FOI.

Qui possiamo vedere che cosa andare a prendere. Quello che vi suggerisco è il FOI mensile dal 2016, quindi con base 2015.

Questo significa che l’indice varrà 100 nel 2015.

E dopodiché nella sezione Filtri, Indicatore, clicchiamo su Conferma. Noi vogliamo l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie, quindi base 2015 = 100.

Le misure da raccogliere sono gli indici.

Dopodiché andiamo in “Tempo” e gli chiediamo dall’inizio del 2016 fino ad oggi che è aprile 2025, l’ultimo dato disponibili.

Facciamo applica, lui recupera tutti i dati e poi possiamo andare a graficarli. Basta fare Grafico, Linee.

Eccoci qua. Andiamo sul Tempo, selezioniamo tutti, facciamo conferma ecco ed ecco qua che abbiamo trovato.

Scusate se sono andato abbastanza veloce, ma qua è piuttosto semplice andare a capire come funziona.

Semplicemente nelle banche dati abbiamo la possibilità di graficare quello che vogliamo partendo dai filtri e poi andando a vedere le tabelle oppure le linee.

Dunque qua cosa vediamo? Che per l’Italia c’è stato un brusco aumento dei prezzi dell’energia nel 2022.

Qui infatti se spostiamo il mouse abbiamo i prezzi legati all’abitazione, acqua, elettricità, gas.

E questo ci porta a ricordare quel bruttissimo periodo che avevamo avuto a fine 2022 dell’impennata drastica dei prezzi dell’energia.

Vediamo poi che non tutti i beni e i servizi aumentano col passare del tempo.

Un esempio concretissimo è quello delle comunicazioni che è in costante decrescita.

Qui stiamo parlando, ad esempio, dell’abbonamento del vostro telefono, dello smartphone, di internet.

Adesso internet non costa praticamente nulla e rispetto a quando internet non era ancora così presente nelle case di tutti, non era così utilizzato, i costi erano decisamente molto molto più alti.

Oltre a vedere l’indice splittato, quindi diviso per le varie categorie, possiamo andare a vedere l’indice generale.

Qua andiamo a selezionare il valore dell’indice generale, quindi deflagghiamo tutto tranne “Indice generale”.

E andiamo a plottare il nostro nemico numero uno. Eccolo qui.

Quello che ci dice questo grafico è che oggi servono 121,4€ per comprare quello che nel 2015 o 2016 costava 100€.

Quindi abbiamo avuto un aumento generalizzato dei prezzi dell’oltre il 20%.

Ora so già che alcuni di voi diranno: Eh ma quest’anno l’ombrellone costa il 30% in più solo rispetto a due anni fa, oppure Eh ma il ghiacciolo è raddoppiato di prezzo.

È vero, è verissimo. Non stiamo andando a vedere i singoli prezzi dei singoli prodotti, ma un agglomerato di tutto.

E prendendo in considerazione tutto, quindi quello che potrebbe ricadere sulla vita media di un dipendente in Italia, abbiamo anche degli aspetti deflattivi, come quello delle comunicazioni, ad esempio.

Quindi, facendo una somma, un aggregato pesato per i servizi di cui una persona media potrebbe aver bisogno, viene fuori questo indice.

Quindi è un dato puramente statistico e soprattutto non individuale, quindi andrà bene per la collettività ma non per il singolo.

Qui potete, vi mostro una cosa molto importante, esportare i dati, quindi ulteriormente analizzarli su Excel o su qualsiasi altra piattaforma vogliate.

Dati sull’inflazione in Europa: Eurostat e HICP

Per quanto riguarda poi l’Europa, dicevamo, avevamo l’Eurostat.

L’Eurostat che, anche qui, nello stesso modo, possiamo andare in Explore Data, Database, andiamo avanti e andiamo a recuperare l’indice dei prezzi.

Ora il procedimento è molto, molto simile. Qui possiamo andare a recuperare davvero tutto.

Inflazione negli Stati Uniti: BLS e CPI

E in ultimo abbiamo il BLS.gov.

Ora, per recuperare i dati dell’inflazione americana, io in realtà vi consiglio di usare il sito ufficiale della Federal Reserve.

Eccolo qui. Qui possiamo andare a ricercare quello che vogliamo.

Possiamo cliccare il CPI, ci compaiono tutti gli indici di inflazione.

Quello che a noi potrebbe interessare è il CPIAUCSL, ovvero l’indice dei prezzi a consumo aggiustato stagionalmente.

Cosa vuol dire Seasonally Adjusted? Semplicemente che viene tenuto in considerazione il fatto che in estate alcuni prodotti possono costare di più o di meno rispetto ad altri, come il natural gas serve per le abitazioni per i scaldamenti in inverno, quindi verosimilmente costerà di più in inverno che in estate quando nessuno lo utilizza.

Lo stesso vale per i prodotti alimentari.

Eccolo qui, questo è il nemico numero uno per gli americani, questo era il nemico numero uno per gli italiani, qui viceversa, quello per gli americani.

Anche qui possiamo andare a fare il download dei dati addirittura dal 1947.

L’aggiustamento è simile a quello italiano, qui vedete che l’aggiustamento è stato fatto nel 1982-84, quindi valeva 100 e infatti prima di queste date vale meno di 100, dopo queste date vale più di 100.

L’indice ormai vale 320, vuol dire che questo indice è più che triplicato dagli anni ’80. Quindi servono adesso oltre 320$ per andare ad acquistare quello che costava 100$ negli anni ’80.

Come un investitore può analizzare i dati

Ora, dopo questa carrellata di recupero dei dati, andiamo a vedere come analizzarli e come si potrebbero analizzare dal punto di vista di un investitore.

Io me li sono scaricati e li ho importati in MultiCharts, che è una piattaforma che utilizziamo per lo studio e l’analisi dei dati, e qui ho messo un grafico semplicissimo dell’SP 500 con sotto il CPI.

Inflazione e mercati: confronto S&P 500 e CPI

Dopodiché non ho fatto altro che andare a normalizzare l’indice azionario americano con il CPI per vedere quali sono i rendimenti reali che sono avvenuti all’interno del mercato azionario americano.

È facile infatti pensare che l’indice americano ha subito mediamente un 8%, però in realtà stiamo trascurando gli aspetti inflattivi.

Infatti, dati come gli earnings che sono sempre in crescita, sì, sono legati al fatto che comunque la vita costa di più.

Quindi l’iPhone oggi lo paghiamo 1.000€, 15 anni fa lo pagavamo 300€, 400€, certo la tecnologia cambia, ci sono mille altre variabili, però grosso modo i prodotti tecnologici costano sempre di più, così come la vita in generale costa sempre di più.

Gli earnings saranno di più, ma non perché l’azienda diventa sempre più grossa necessariamente, ma semplicemente per il fatto che l’inflazione fa da padrone e quindi, come l’alta e la bassa marea, alza o abbassa i prezzi di qualsiasi cosa.

Stiamo parlando di un discorso molto, molto generale. Ovviamente serve in prima approssimazione per andare a vedere quali potrebbero essere i rendimenti reali sull’indice azionario americano.

Ci sono tanti altri aspetti che si dovrebbero tenere in considerazione. Non c’è tempo in questo video, ma se volete approfondirli, possiamo parlarne in un altro video.

Qui volevo solo porvi all’attenzione il fatto che, per quanto possano sembrare golosi i rendimenti dell’azionario, se andassimo a paragonare lo stesso indice ma aggiustato dall’inflazione, vedremmo che altro che più 300% o più 400% dell’indice negli ultimi anni, avremmo un rendimento decisamente inferiore.

Detto questo, comunque, non si tratta di un qualcosa che comunque decresce nel tempo, ma bene o male sale.

Abbiamo i periodi bui dell’indice negli ultimi 30-40 anni che sono intorno alla bolla delle DotCom nel 2000, poi nel 2008.

E la successiva ripresa, andando a vedere i prezzi non aggiustati all’inflazione, nel 2013, ad aprile 2013.

Impatto sui nostri investimenti

Per andare a vedere il recupero effettivo con i rendimenti reali dal 2000, altro che 2013, quindi altro che aprile 2013, noi dovremmo addirittura andare a due anni dopo, a maggio-giugno 2015.

I rendimenti da lì, sì, hanno avuto un certo impatto. Potremmo andare a vedere questa scala dal punto di vista anche logaritmico, per andare a linearizzare le cose, ma questa qui non logaritmica fa ben capire meglio di che impatto si tratta e che cosa bisogna tenere realmente in considerazione quando si fanno determinati ragionamenti dal punto di vista finanziario.

Conclusioni

Dunque, per concludere, l’inflazione non è solo un numero che sentiamo al telegiornale, è una delle forze più potenti che influenzano la nostra vita di tutti i giorni, sia come consumatori che come investitori.

Ricordatevi che per proteggervi dall’inflazione e investire con consapevolezza bisogna monitorarla costantemente e confrontarla con gli asset presenti nel vostro portafoglio.

È di sicuro tenerla sempre, sempre a mente perché è un pesante nemico per chi cerca di mantenere il proprio potere d’acquisto e proteggere i propri investimenti.

Noi ci vediamo presto con nuovi video su questo canale. Ciao e alla prossima.

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